Naufragio della Costa Concordia: differenze tra le versioni

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Alle 22:02 ''Costa Concordia'' venne contattata dalla capitaneria di porto di Civitavecchia, cui Schettino fece rispondere dapprima chiedendo l'invio di un [[rimorchiatore]] e poi dicendo che era in corso un blackout e la valutazione sul da farsi, e alle 22:09 dall'[[Circondario marittimo|Ufficio circondariale marittimo]] di [[Porto Santo Stefano]], che ricevette nuovamene la risposta che era in corso un blackout<ref name="periziagip" />. Alle 22:10 il direttore di macchina Pilon riferì che anche i locali DG 4, 5 e 6 erano allagati<ref name="periziagip" />. Alle 22:06 avvenne un altro contatto tra Ferrarini e Schettino, dove quest'ultimo lo informava sulla perdita di propulsione della nave e sulla mancanza di elementi per prevedere la sommersione della stessa. Dopo 27 minuti dall'urto<ref name="comcapt">{{cita news|titolo=Costa, la prima telefonata da bordo. Un ufficiale: "Abbiamo un black out"|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/toscana/articoli/1034487/costa-la-prima-telefonata-da-bordo-un-ufficiale-abbiamo-un-black-out.shtml|pubblicazione=Tgcom24|data=19 gennaio 2012|accesso=25 gennaio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140827120319/http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/toscana/articoli/1034487/costa-la-prima-telefonata-da-bordo-un-ufficiale-abbiamo-un-black-out.shtml|dataarchivio=27 agosto 2014|urlmorto=sì}}</ref>, la [[capitaneria di porto]] di [[Livorno]] si mise in comunicazione con la ''Costa Concordia'' per assicurarsi dello stato della nave, dopo che alle 22:06 i Carabinieri di [[Prato (Italia)|Prato]] avevano ricevuto una telefonata di un parente di un passeggero che parlava di cedimento del soffitto del ristorante e dell'ordine d'indossare i giubbotti salvagente e richiedeva informazioni sullo stato delle cose<ref name="brogliaccio">{{cita web |autore= |url=http://corrierefiorentino.corriere.it/media/pdf/cronologia1/cronologia1.pdf |titolo=Cronologia eventi |editore=corrierefiorentino.corriere.it |accesso=11 febbraio 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6WGKTMyb9?url=http://corrierefiorentino.corriere.it/media/pdf/cronologia1/cronologia1.pdf |dataarchivio=11 febbraio 2015 }}</ref>.
 
Nel frattempo i passeggeri, allarmati dall'impatto e dal blackout, si erano istintivamente radunati ai punti di riunione (''muster station''), in attesa di informazioni<ref name="periziagip"/>. Alle 21:54 e alle 22:05 fu annunciato che il blackout era dovuto a un problema ai generatori elettrici, senza parlare della falla e dell'allagamento<ref name="periziagip"/>. Alle 22:13, su richiesta della capitaneria di porto di Livorno, il Comando di bordo ammise che era in atto un blackout (in corso già da 20 minuti). La capitaneria di Livorno aveva individuato la nave mediante l'[[Sistema di identificazione automatica|AIS]] e l'aveva contattata per chiedere se vi fossero problemi a bordo<ref name="brogliaccio"/>. Dalla nave avevano risposto minimizzando la gravità della situazione, ammettendo di avere una difficoltà ma affermando di poterla risolvere in breve tempo, senza menzionare la falla e l'allagamento. Alle 22:17 Schettino chiamò nuovamente Ferrarini per aggiornarlo sulla situazione, sostenendo che i compartimenti allagati fossero due e che in tali condizioni permaneva la galleggiabilità della nave<ref name="periziagip"/>. Alle 22:20 circa venne attivato il generatore d'emergenza ede fu detto ai passeggeri che il guasto era stato risolto e che potevano ritornare alle cabine. Schettino chiese di nuovo conferma dell'allagamento dei motori principali alle 22:21 e poi alle 22:24, quindi alle 22:25 riferì infine della falla e dell'allagamento alla capitaneria di Livorno, chiedendo l'invio di rimorchiatori (richiesta poi reiterata alle 22:40, parlando di necessità urgente di rimorchiatori) e sostenendo che tutti i passeggeri avessero indossato i giubbotti salvagente (quando in realtà non era ancora stata dichiarata l'emergenza, non erano state fornite istruzioni in tale senso e non era stato fatto alcun controllo<ref name="periziagip"/>). Alle 22:24 la ''Costa Concordia'', fino ad allora sbandata sulla sinistra, mutò improvvisamente il proprio sbandamento, cominciando a inclinarsi sulla dritta<ref name="periziagip"/>.
 
Alle 22:26 gli ufficiali di macchina spiegarono di nuovo all'ufficiale alla sicurezza Martino Pellegrini che tutta la sala macchine ed i locali connessi erano completamente allagati, l'acqua era al ponte 0 e ne stava fuoriuscendo e non era possibile mettere in moto niente, nemmeno le pompe; alle 22:27 Schettino, in una nuova conversazione con Ferrarini, annunciò che i compartimenti allagati erano tre e che "''le cose si stanno mettendo male''"; alle 22:29 Laccarino annunciò che la situazione era insostenibile, essendo l'acqua giunta agli ascensori di poppa e in continuo aumento, passando attraverso una porta tagliafuoco, e Bosio riferì che i passeggeri stavano cominciando a salire sulle lance di salvataggio di propria iniziativa (giungendo anche ad aggredire membri dell'equipaggio che tentavano d'impedirlo<ref name="periziagip"/><ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/12_gennaio_24/costa-concordia-verbali_3fe350e2-46d5-11e1-90ee-63dee1b6b376.shtml|titolo=«Schettino era perfettamente asciutto»|autore=Redazione Online|sito=Corriere della Sera|lingua=it|accesso=2022-01-15}}</ref>). Alle 22:31 Schettino ordinò l'evacuazione del personale che si trovava nelle aree allagate<ref name="periziagip"/>. Alle 22:33:40 venne lanciato il segnale di emergenza generale, composto da sette fischi brevi e uno lungo, alle 22:36 fu chiesto ai passeggeri tramite annuncio vocale di riunirsi ai punti di riunione (''muster station'') e seguire le istruzioni dell'equipaggio mantenendo la calma, invito ripetuto alle 22:43 aggiungendo di indossare il [[giubbotto salvagente]] e spiegando che si era in prossimità dell'isola del Giglio e che le lance si sarebbero dirette verso la costa; alle 22:38 fu comunicato alla capitaneria di Livorno che era stato dato il "distress" e alle 22:54, dietro esplicita richiesta della capitaneria di Livorno e dopo varie sollecitazioni da parte degli ufficiali e dopo che Schettino lo aveva preannunciato a Ferrarini, venne infine ordinato l'abbandono della nave dal comandante in seconda Bosio<ref name="periziagip"/>, ben 69 minuti dopo l'impatto con lo scoglio. Alle 22:45, intanto, era stato ordinato di dare fondo all'[[Àncora|ancora]] di dritta, e alle 22:48 a quella di sinistra<ref name="periziagip"/>. La nave si stava progressivamente appoppando, sino a toccare il fondale con la poppa, sulla dritta<ref name="periziagip"/>.