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È attiva una stazione meteorologica [[Agenzia Regionale Protezione Ambientale Veneto|ARPAV]], che nei giorni 19 e 20 dicembre 2009 ha registrato temperature minime di, rispettivamente, −13,5&nbsp;°C e −14,8&nbsp;°C, con media giornaliera il 20 di −9,2&nbsp;°C (massima −3,6&nbsp;°C), nel corso di un'ondata di freddo e neve che è risultata storica nella Pianura Veneta per il mese di dicembre<ref>{{Cita web|url=https://news.meteogiornale.it/news-meteo-italia/dicembre-2009-un-mese-da-record/|titolo=Dicembre 2009: un mese da record!|autore=Nicola Cadeddu e Antonio Meo|sito=Meteo Giornale|data=2010-01-06|lingua=it-IT|accesso=2023-09-26}}</ref>. Non sono liberamente disponibili le medie di questa stazione.
 
Dai dati raccolti dalla [[stazione meteorologica di Venezia Tessera]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmeteo.it/portale/medie-climatiche/eraclea|titolo=Clima Eraclea - Medie climatiche » ILMETEO.it|sito=www.ilmeteo.it|lingua=it|accesso=2023-09-26}}</ref>, il mese con la temperatura minima media più bassa risulta [[gennaio]] ({{M|-1&nbsp;|u=°C}}), mentre quello con la temperatura massima media più alta [[luglio]] ({{M|28&nbsp;|u=°C}}); i mesi con il maggior tasso di umidità media sono [[dicembre]] e [[gennaio]]. La direzione e l'intensità dei venti risentono della posizione geografica del territorio (sulla costa dell'Alto Adriatico, a sud del [[golfo di Trieste]]); si hanno in prevalenza venti di [[bora]] nei mesi più freddi e di [[scirocco]] in quelli più caldi. La presenza di numerosi sciroccali con piogge fa di [[novembre]] il mese mediamente più piovoso (9 giorni al mese di pioggia con {{M|87&nbsp;|u=mm}}).
 
{{ClimaAnnuale
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L'attuale abitato fu fondato attorno alla metà del [[XVII secolo]] (poco dopo la [[guerra di Candia]]) come Grisolèra. La località, in parte bonificata dalla [[Serenissima]], era così chiamata perché ancora circondata da [[palude|paludi]] e [[Phragmites australis|canne palustri]], chiamate appunto ''grixiòłe'' per il colore grigio del pennacchio. Il territorio, incassato fra l'ultimo tratto del fiume [[Piave]] e quello del fiume [[Livenza]], rimase poco popolato sino alle bonifiche degli [[anni 1930|anni trenta]], non solo a causa del territorio paludoso, ma anche per la [[malaria]] endemica. Basti ricordare che, fino all'inizio dell'opera di prosciugamento delle paludi, l'82% del territorio comunale era occupato da specchi d'acqua, canali, canneti e paludi.
 
Agli inizi del [[XVIII secolo|Settecento]], nella zona dell'attuale piazza Garibaldi, presso l'argine del Piave, venne costruita una chiesa intitolata all'[[Immacolata concezione|Immacolata]] e al [[Madonna del Rosario|Rosario]], divenendo parrocchia il 4 ottobre [[1728]]. Grisolera divenne comune autonomo nel [[1806]] con l'istituzione del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] controllato da [[Napoleone I|Napoleone]]. Con la nascita del [[Regno Lombardo-Veneto]] nel [[1815]], il comune venne soppresso e il suo territorio diviso tra [[San Donà di Piave|San Donà]] e [[Jesolo|Cavazuccherina]] perché vi si contavano appena 1.018{{formatnum:1018}} abitanti. Nel [[1818]] ritornò comune autonomo.
 
Dal [[1866]] comune del nuovo [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], Grisolera fu occupata dall'esercito [[Impero austro-ungarico|austroungarico]] in seguito all'[[Battaglia di Caporetto|offensiva di Caporetto]] fino alla liberazione seguita alla [[battaglia di Vittorio Veneto]].<br />La linea del fronte si assestò sull'argine del [[Piave]], lungo il confine ovest di Eraclea, dalla fine della battaglia del Solstizio (22 luglio 1918) fino alla ritirata austro-ungarica successiva allo sfondamento della battaglia di Vittorio Veneto (4 novembre 1918). Nel coprirsi la ritirata, l'esercito italiano fece saltare tutte le [[diga|dighe]] e gli [[argine|argini]] delle bonifiche, allora appena iniziate: l'intero territorio comunale tornò ad essere allagato ed impaludato per il restante corso della guerra. Quanto non era stato allagato dalla III armata italiana in ritirata, lo fu ad opera dell'esercito austro-ungarico al momento dell'ultimo ripiegamento, quale strascico della [[battaglia di Vittorio Veneto]].