Johann Sebastian Bach: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 145:
Bach godette di buona salute per la maggior parte della sua vita, nonostante fosse un accanito fumatore di pipa. Questa abitudine, molto comune negli uomini del tempo, non ebbe ripercussioni rilevanti sulla sua salute. Un problema serio, invece, era costituito dalla vista: Bach era sempre stato [[Miopia|miope]], ma nel [[1749]] ebbe un forte peggioramento della capacità visiva associato a un dolore persistente proveniente posteriormente agli occhi.<ref>{{Cita web|url=http://www.scienzaonline.com/medicina/cranio-bach.html|titolo=Il cranio di Bach|accesso=15 marzo 2018|dataarchivio=16 maggio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080516172923/http://www.scienzaonline.com/medicina/cranio-bach.html|urlmorto=sì}}</ref>
Nel giro di pochi mesi perse completamente la vista e la voce di una sua imminente dipartita si diffuse per la città. Il 2 giugno [[Heinrich von Brühl]] scrisse a uno dei borgomastri di [[Lipsia]] per chiedere che il suo direttore musicale, [[Johann Gottlob Harrer]], sostenesse un'audizione «per il futuro posto di ''cantor'' della Thomasschule nel caso il ''director musices'' Bach passasse a miglior vita».
Verso marzo del [[1750]] fu di passaggio a Lipsia un uomo che fece nascere nuove speranze: si trattava di [[John Taylor (medico)|John Taylor]], oculista inglese specializzato negli interventi chirurgici agli occhi. Charles de Brosses, presidente del parlamento di [[Digione]], riferendosi a un pernottamento a [[Lione]] durante il quale, nel [[1739]], conobbe questo Taylor, scrisse: «Mi divertii, durante la sosta, ad assistere alla singolare operazione di un medico inglese di nome Taylor, il quale leva il cristallino degli occhi conficcando nella cornea, cioè nel bianco, un ferretto a punta lungo mezzo piede. L'operazione, che si chiama alzare, o meglio, abbassare la cataratta, è veramente curiosa e fu eseguita con molta abilità da quell'uomo, il quale, però, mi parve un ciarlatano».<ref>{{Cita|Basso|p. 201}}.</ref>
|