Citroën C4: differenze tra le versioni

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La '''Citroën C4''' è un'[[autovettura]] del [[segmento C]] prodotta dalla [[Casa automobilistica|casa]] [[Francia|francese]] [[Citroën]] in due generazioni dal [[2004]] al [[2018]] e successivamente a partire dal [[2020]] quando è stata lanciata sul mercato la terza e attuale generazione. Nata nel 2004 per sostituire la [[Citroën Xsara|Xsara]], il suo nome riprende quello di un modello prodotto dalla stessa casa tra il [[1928]] ede il [[1934]], denominato [[Citroën AC4|AC4]], noto semplicemente come ''C4''.
 
== Prima generazione (2004-2010) ==
{{vedi anche|Citroën C4 (2004)}}
La [[Citroën C4 (2004)|prima generazione della ''C4'']], prodotta dal 2004 al [[2010]], fu l'unica ada essere proposta in più di una variante di carrozzeria. Venne infatti commercializzata sia come [[berlina]] a due volumi, sia come [[coupé]], e allo stato attuale è la generazione che ha riscosso maggior successo di vendite, essendo stata prodotta e venduta in oltre due milioni di esemplari.
 
== Seconda generazione (2010-2018) ==
{{vedi anche|Citroën C4 (2010)}}
La [[Citroën C4 (2010)|seconda generazione]] venne invece proposta solo come berlina a due volumi, ma ebbe molte più difficoltà ada imporsi in un mercato, quello delle vetture di segmento C, sempre più agguerrito con il passare degli anni. Solo 610.000 furono gli esemplari prodotti di questa seconda edizione. Durante il periodo a cavallo fra la primavera del 2018 e l'estate del 2020, la casa del "double chevron" non ebbe alcun modello di segmento C nel suo listino e l'unico modello in grado di rappresentare in qualche modo tale fetta di mercato fu la [[Citroën C4 Cactus|C4 Cactus]], che dopo il restyling di quello stesso 2018 assunse caratteristiche più tipiche di una berlina di fascia medio-bassa che non di una crossover com'era al suo debutto.
 
== Terza generazione (dal 2020-) ==
{{vedi anche|Citroën C4 (2020)}}
La [[Citroën C4 (2020)|terza generazione della C4]] ha visto la luce solo durante l'estate del 2020, quando è stato dato il via agli ordini. Mentre le prime due generazioni di ''C4'' nascevano sul pianale condiviso con altri modelli PSA del segmento C, la terza generazione, che mescola caratteristiche da berlina a due volumi e da crossover, nasce invece sul pianale modulare utilizzato per modelli PSA di segmento B, ma opportunamente allungato e modificato per potervi ospitare un corpo vettura di 4,36 metri.
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== Le altre C4 ==
Vi sono altri modelli recanti la sigla ''C4'', ma senza necessariamente essere imparentati tecnicamente con il modello standard. La prima generazione della [[monovolume]] [[Citroën C4 Picasso|C4 Picasso]] era infatti strettamente imparentata sul piano tecnico con la ''C4'' standard, ma già la seconda generazione di tale monovolume nasceva sul pianale modulare destinato ai modelli PSA di segmento C, che non verrà invece mai utilizzato per una successiva edizione della ''C4''. La seconda generazione della berlina francese continuerà infatti a condividere la base meccanica delle precedente generazione, mentre la terza sfrutterà invece la modularità della piattaforma destinata ai modelli di segmento B. Analogamente, la ''C4 Cactus'' nasceva sul precedente pianale di segmento B condiviso con la prima generazione della [[Peugeot 208]] ed altri modelli PSA di fascia analoga, mentre la [[Citroën C4 Aircross|C4 Aircross]] non era che il risultato di una joint-venture con la [[Mitsubishi Motors Corporation|Mitsubishi]] e condivideva la base meccanica con il [[Sport Utility Vehicle|SUV]] [[Mitsubishi ASX]].
 
Ben più semplice il discorso relativo ai modelli derivati dalla ''C4'' e prodotti in [[Cina]] e in [[Russia]] per i mercati locali. Questi modelli prendevano il nome di ''C-Triomphe'', ''C-Quatre'', ''C4 L'' e ''C4 Sedan'', ed erano effettivamente imparentati con le prime due generazioni di ''C4'', delle quali andavano a costituire delle versioni a tre volumi.
 
== Bibliografia ==
*''[[Auto (periodico)|Auto]]'', Settembresettembre 2004, Conti Editore
*''Auto'', Novembrenovembre 2007, Conti Editore
*''[[Quattroruote]]'' n°º 662, dicembre 2010, Editoriale Domus
 
== Voci correlate ==