Francesco Bertos: differenze tra le versioni
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Certamente l'attenzione all'opera dello scultore [[Dolo (Italia)|dolese]] non va posta ai pezzi di maggiore dimensione in pietra in cui si smorza la brillantezza dei piccoli gruppi<ref>{{Cita|Avery 2008|p. 17.}}</ref>. Questi invece appaiono talmente fantasiosi e animati da giustificare l'ammirazione dei suoi contemporanei. Si tratta di complessi gruppi di figure intrecciate in movimenti dinamici ,che sembrano sfidare le leggi di gravità, organizzati con uno sviluppo piramidale. Si considera che l'attività sia iniziata con dei gruppi in marmo per poi passare alla preferenza del bronzo, più sicuro nella solidità dei "piccoli" complessi<ref>{{Cita|Banzato 2002|p. 89.}}</ref>. L'abilità necessaria di tali costrutti vedeva il Bertos praticare anche come fonditore come esemplificato in una sua scultura sl Getty firmata <small>BERTOS / INVENTOR / ET SCVLTOR / SOLVS / DEI GRATIA / FVSIT / PERFECIT / FECIT.</small> Una abilità talmente singolare che lo vide sottoposto all'Inquisizione per "diavoleria" « parendo impossibile che la mano umana possi arrivare à tanto»<ref>{{Cita libro|autore=Alice Binion|titolo=La Galleria scomparsa del maresciallo von der Schulenburg: un mecenate nella Venezia del Settecento|anno=1990|editore=Electa|città=Milano|pp=127-129}}</ref>. Si poteva trattare di gruppi più grandi, come quello de ''La Vittoria sostenuta dal Valore'' di [[Art Institute of Chicago|Chicago]] oppure i ''Quattro continenti'' di [[Walters Art Museum|Baltimora]], destinati per lo più a essere usati come [[Trionfo da tavola|trionfi da tavola]], oppure composizioni più semplici, ma sempre movimentate da putti o altre figure in posizioni estremamente dinamiche, destinate a funzioni più pratiche da uso quotidiano come saliere, portadolci o calami /per esempio il ''Calamaio'' di [[Metropolitan Museum of Art|New York]])<ref>{{Cita|Banzato 2002|pp. 90-91.}}</ref>.
Il suo capolavoro è la scultura [[La caduta degli angeli ribelli (Bertos)|''La caduta degli angeli ribelli'']] in marmo di carrara, dove raffigura [[San Michele arcangelo]] che abbatte una schiera di diavoli in pose contorte, per i quali in basso si apre l'Inferno. L'opera fu commissionata dal conte Trento, per onorare l'entrata del figlio tredicenne tra i cavalieri di Malta, ed oggi è conservata a Vicenza, nelle Gallerie di Banca Intesa a [[Palazzo Leoni Montanari]].
Nonostante la consuetudine col Bonazza più sensibile nelle grandi sculture, Bertos non appare legato al pieno barocco di un [[Giusto Le Court|Le Court]] quanto una continuazione degli schemi della Maniera veneta del XVI secolo<ref>{{Cita|Bacchi 2016|p. 169.}}</ref>, ma anche al [[Giambologna]] di cui riproduce alcune opere in piccola scala, come il ''Ratto della Sabina'' del [[Palazzo Reale (Torino)|Palazzo reale]] a [[Torino]]<ref>{{Cita|Viancini 1994|p. 151.}}</ref>. È rilevante che le opere più complesse presentino una fusione di elementi iconografici oggi difficilmente comprensibili nella loro sommatoria ma certamente noti ai committenti<ref>{{Cita|Viancini|pp. 150-151.}}</ref>.
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