Brigate Matteotti: differenze tra le versioni
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:Il 3 giugno, mentre gli alleati si accingono ad entrare da sud nella Capitale, i tedeschi in fuga caricano due camion di prigionieri di [[Via Tasso]] per deportarli in Germania. Giuliano Vassalli scampa alla deportazione per intercessione del [[Città del Vaticano|Vaticano]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/11/Giuliano_Vassalli_cosi_Karl_Hass_co_0_97061115901.shtml Dichiarazioni di Giuliano Vassalli al Processo Priebke].</ref>. Gracceva e i passeggeri del primo camion si salvano perché l'automezzo è guasto e non parte<ref name="Tompkins">Peter Tompkins, ''Una spia a Roma'', Il Saggiatore, Milano, 2002, pagg. 358-359.</ref>. Sul secondo camion ci sono 14 prigionieri, in gran parte socialisti<ref>Facevano parte delle formazioni Matteotti: Borjan Frejdrik del Comando militare, Luigi Castellani, Libero De Angelis e Alberto Pennacchi.</ref>; il convoglio pernotta [[Eccidio di La Storta|nei pressi di La Storta]], sulla Via Cassia. Il giorno dopo, i tedeschi li portano in una zona cespugliosa e li uccidono con un colpo di pistola alla testa. Tra gli assassinati anche [[Bruno Buozzi]], leader sindacale socialista<ref name="Tompkins"/>.
* In '''Piemonte''': l'offensiva su [[Cuorgnè]], nei primi giorni di giugno 1944, in cui cadde la medaglia d'oro [[Italo Rossi (partigiano)|Italo Rossi]], al quale sarà intitolata una divisione, di cui faceva parte [[Vinicio Cortese]], comandante di un battaglione, a sua volta medaglia d'oro alla memoria, protagonista dei sabotaggi alla galleria ferroviaria San Giorgio e a un ponte di [[Ozzano Monferrato]]; l'attacco a reparti paramilitari della [[Repubblica Sociale Italiana]] nei pressi di [[Pont Canavese]], in cui venne ferito il ministro fascista [[Alessandro Pavolini]]; lo scontro vittorioso sostenuto dalla divisione Marengo contro un contingente repubblicano a Cisterna d'Asti, a fianco di raggruppamenti appartenenti a [[Brigate Giustizia e Libertà|Giustizia e Libertà]] e alle [[Brigate Garibaldi|Brigate d'assalto Garibaldi]], la liberazione dei prigionieri politici rinchiusi nel carcere di [[Alba (comune italiano)|Alba]], operata il 23 marzo [[1945]] dalla XXI Brigata con un'azione temeraria divenuta leggendaria (le forze nazi-fasciste presenti in città erano di gran lunga superiori per numero e armamento); la lotta urbana per la liberazione di Torino, sostenuta dalla ''Bruno Buozzi'' che si affiancò alle altre formazioni partigiane piemontesi (Brigate d'assalto Garibaldi, GL, Brigate Autonome, Brigate cattoliche ecc.) nelle ultime fasi di guerra.
* In '''Toscana''': la Brigata ''Antonio Guriolo'' combatté con ardimento a [[Orsigna]] (luglio 1944) e, successivamente, nei pressi del ''lago Scaffalolo'', riuscendo a tenere impegnato un battaglione motorizzato tedesco per alcuni giorni.
* In '''Veneto''': lo scontro a [[Crocetta del Montello]] avvenuto nell'estate 1944 fra la ''I Brigata Giacomo Matteotti'', e forze tedesche e fasciste che presidiavano il paese. L'azione non ebbe carattere risolutivo, ma fu l'inizio di un risveglio delle energie antifasciste locali che trovò compimento nella ''Battaglia del Grappa'' combattutasi nel settembre di quello stesso anno a [[Bassano del Grappa]] e nelle sue immediate vicinanze. Alla battaglia partecipò, accanto a una Brigata Giacomo Matteotti, anche una brigata d'assalto Garibaldi e la brigata ''Italia libera''. I reparti fascisti della [[63ª Legione CC.NN. d'Assalto "Tagliamento"|Divisione Tagliamento]] appoggiati da truppe motorizzate tedesche, vennero in un primo tempo costretti a ripiegare (20 settembre) ma nei giorni successivi, ricevuti rinforzi, ebbero il sopravvento. La Brigata Giacomo Matteotti e dalle altre brigate partigiane contarono 773 morti fra caduti sul campo e fucilati<ref>Pietro Secchi, Enzo Nizza (Direttori); Ambrogio Donini, Celso Ghini, Pietro Grifone, Enzo Collotti ed Enzo Nizza (curatori), ''Enciclopedia dell'Antifascismo e della Resistenza'' Vol. I, Voce "Bassano del Grappa", pagg. 255 e 256, La Pietra, Milano, 1976.</ref>. {{Senza fonte|La battaglia del monte Grappa ebbe una proiezione nazionale e indusse il comando alleato a sostenere con più vigore, mediante l'invio di armi e medicinali, i gruppi partigiani operanti in Veneto.}}
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