Cavalcanti: differenze tra le versioni
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I Cavalcanti poterono finalmente ottenere il ceto popolare nel [[1434]]. [[Cosimo il Vecchio]], cercando di consolidare il proprio potere, cercò l'alleanza anche con alcune famiglie magnatizie e tra queste i Cavalcanti, offrendo in cambio la riammissione ai pubblici uffici. Così i Cavalcanti poterono nuovamente essere imborsati per gli uffici della Repubblica. E furono così estratti 13 volte come Priori della Repubblica<ref>Vedi in rete il progetto sulle tratte fiorentine della Brown University.</ref>. Ginevra de' Cavalcanti sposò il fratello di Cosimo, [[Lorenzo il Vecchio|Lorenzo il Popolano]] e forse, tramite l'intercessione dei Medici, in quegli anni fecero decorare la propria cappella in [[Santa Croce (Firenze)|Santa Croce]] (oggi scomparsa), con una celebre ''[[Annunciazione Cavalcanti|Annunciazione]]'' scolpita da [[Donatello]] e annoverata tra i suoi capolavori.
Il più prolifico e longevo ramo dei Cavalcanti si era già trasferito dal [[XIV secolo]] nel Regno di Napoli e, in particolare, in Calabria<ref>{{Cita web|url=http://xoomer.virgilio.it/cavalcanti/pagina_2.htm|titolo=Si chiamavano Cavalcanti}}</ref> con Filippo Cavalcanti di Giannozzo, primo barone di Sartano (oggi frazione di [[Torano Castello]]), investito il 31 agosto 1363<ref>{{Cita web|url=https://www.s-cavalcanti.it/|titolo=Si chiamavano Cavalcanti - Storia della Famiglia Cavalcanti|sito=www.s-cavalcanti.it|accesso=2025-01-27}}</ref> (nonno di Giannozzo era il fratello del poeta [[Guido Cavalcanti]] di [[Cavalcante dei Cavalcanti|Cavalcante]], Pazzo). Nel Seicento, della stessa Terra di Torano diventerà poi duca il suo discendente Francesco Maria Cavalcanti d'Aragona.<ref>{{Cita news|titolo=Atti notarili, Notaio Nicola Belvedere, Torano Castello, a.1762 copia|pubblicazione=ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA,}}</ref> Il cosiddetto Castello di Torano, ovvero il [https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1800110264 palazzo ducale Cavalcanti] è rimasto ininterrottamente sede del ramo principale di questa famiglia sino al Novecento. Nel 2013 il noto regista [[Wes Anderson]] ha diretto un cortometraggio intitolato Castello Cavalcanti,[https://www.youtube.com/watch?v=b87B7zyucgI] finanziato dall'azienda [[Prada]] e ambientato nell'omonimo paese di fantasia durante la gara automobilistica denominata "Molte Miglia", in omaggio alla [[Mille Miglia]]. È stato notato come, curiosamente, Wes Anderson abbia scelto come colori predominanti nelle insegne della pellicola il rosso e il giallo benché, da sempre, i colori della classica livrea sia della Mille Miglia, sia di Prada sia dello stemma dei Cavalcanti siano il rosso e il bianco.[https://icalabresi.it/rubriche/rende-una-via-verdi-qualsiasi-posto-borbonica-dimenticata/]
Il più prolifico e longevo ramo dei Cavalcanti si trasferì nel [[XIV secolo]] nel Regno di Napoli e, in particolare, in Calabria;<ref>{{Cita web|url=http://xoomer.virgilio.it/cavalcanti/pagina_2.htm|titolo=Si chiamavano Cavalcanti}}</ref> un altro ramo, sempre nel [[XIV secolo]], si trasferì in [[Veneto]] nella città di Serravalle ([[Vittorio Veneto]]), dando origine alla famiglia Casoni, aggregata al Consiglio Nobile di quella città (fu la famiglia di [[Guido Casoni]] importante letterato del [[XVII secolo]], cavaliere di San Marco); un altro ancora si trasferì in [[Brasile]], attraverso [[Filippo Cavalcanti]], figlio di Giovanni Cavalcanti (illustre commerciante e rispettato amico di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]]) e Ginevra Manelli, che si trasferi nello Stato del [[Pernambuco]] verso la fine del [[1560]].▼
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===Il Granducato===
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