Guido Cavalcanti: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Figlio di [[Cavalcante dei Cavalcanti]], nacque tra il 1255 e il 1258. Si ipotizza che il luogo di nascita sia stato Firenze, ma il dato non è certo. Guido nacque in una nobile famiglia [[guelfi|guelfa]] di parte bianca, che aveva le sue case vicino a [[Orsanmichele]] e che era tra le più potenti e ricche della città. Nel 1260 Cavalcante, padre del poeta, fu mandato in esilio a [[Repubblica di Lucca|Lucca]] in seguito alla sconfitta subita nella [[battaglia di Montaperti]]. Sei anni dopo, con la disfatta dei [[ghibellini]] nella [[Battaglia di Benevento (1266)|battaglia di Benevento del 1266]], i Cavalcanti riacquistarono la loro preminente [[posizione sociale]] e politica a Firenze. Nel 1267 a Guido fu promessa in sposa Beatrice, figlia di [[Farinata degli Uberti]], capo della fazione ghibellina. Da Beatrice, Guido avrà due figli, Tancia (che sarà sposa di Giaccotto Mannelli, ma già vedova nel 1330) e Andrea. Il fratello di Guido, Pazzo Cavalcanti, sarà il bisnonno del capostipite del longevo e prolifico ramo calabrese di questa famiglia, Filippo, primo barone di Sartano (oggi frazione di [[Torano Castello]]), investito del feudo il 31 agosto 1363.<ref>{{Cita web|url=https://www.s-cavalcanti.it/-FilippoCavalcantiSellitano.pdf|titolo=La donazione del Feudo di Sellitano|formato=pdf|accesso=22 gennaio 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20250120213236/https://www.s-cavalcanti.it/-FilippoCavalcantiSellitano.pdf|dataarchivio=20 gennaio 2025|urlmorto=no}}</ref> Nel Seicento, della stessa Terra di Torano diventerà poi duca il suo discendente Francesco Maria Cavalcanti d'Aragona.<ref>{{Cita news|titolo=Atti notarili, Notaio Nicola Belvedere, Torano Castello, a.1762 copia|pubblicazione=ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA}}</ref> Il cosiddetto Castello di Torano, ovvero il [https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1800110264 palazzo ducale Cavalcanti] è rimasto ininterrottamente sede del ramo principale di [[Cavalcanti|questa famiglia]] sino al Novecento.
 
Ritenuto intellettuale di spicco già dai suoi contemporanei, [[Jacopo da Pistoia]], ''[[magister artium]]'' a Bologna, prima del 1280 gli dedica la ''[[Questio de felicitate|Quaestio de felicitate]]'', opera in cui si discute della [[felicità]] in termini [[Averroè|averroistici]]. Di fatto, nelle opere del Cavalcanti è possibile ravvisare una matrice averroista o perlomeno eterodossa che gli valse la fama di [[Materialismo|materialista]] ed [[Epicureismo|epicureo]] (termine che allora indicava generalmente chi non credeva nell'[[immortalità dell'anima]] ed era dunque [[Eresia nel cristianesimo|eretico]]).