Junio Valerio Borghese: differenze tra le versioni
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{{Citazione|In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore. Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. La resa ed il tradimento bollano per secoli un popolo davanti al mondo.|Junio Valerio Borghese<ref>{{Cita libro |autore=[[Arrigo Petacco]] |altri=vari |titolo=Storia del fascismo |editore=Curcio |anno=1981 |p=1733}} in 6 volumi; citato anche in: {{Cita pubblicazione |autore=[[Ruggero Zangrandi]] |titolo=1943: 25 luglio-8 settembre |editore=Feltrinelli |anno=1964}}</ref>}}
Immediatamente dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre]], molti marò della Xª Flottiglia MAS tornarono a casa<ref>{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 151}}.</ref> o si rifugiarono sulle colline in attesa degli eventi<ref name="Bertoldi-pag.157">{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 158}}.</ref>, mentre il comando di stanza nella caserma
La serata stessa Borghese raggiunse l'[[ammiraglio]] [[Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948)|Aimone d'Aosta]] e inutilmente cercarono insieme di contattare Roma per avere conferma dell'armistizio e ricevere ordini<ref name=autogenerato2 />. Tuttavia la mattina seguente Aimone ricevette l'ordine di trasferirsi al sud presso il re<ref>{{Cita libro |autore=Giampaolo Pansa |titolo=Il gladio e l'alloro |collana=Le Scie |editore=Mondadori editore |città=Milano |anno=1991 |p=87}}</ref>. La Xª MAS, continuando a rimanere priva di ordini<ref>{{Cita libro |autore=Sole De Felice |titolo=La Decima Flottiglia Mas e la Venezia Giulia 1943-1945 |editore=Edizioni Settimo Sigillo |città=Roma |anno=2003 |p=53 |citazione=Relazione giurata del capitano di vascello Agostino Calosi responsabile dell´Ufficio Informazioni della Regia Marina del Sud nel corso del processo tenuto contro Borghese il 24 novembre 1948 "nel caso specifico della X Flottiglia Mas debbo dire che a questo comando non arrivarono mai ordini precisi, benché dallo stesso sollecitati anche telefonicamente}}</ref>, mantenne l'attività nella caserma immutata e per tutto il tempo la bandiera italiana rimase sul pennone. Borghese inoltre dispose di aprire il fuoco contro chiunque avesse tentato di attaccare la caserma<ref>{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 156}}.</ref>, riuscendo a respingere alcuni tentativi tedeschi di disarmare i marò<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 160 |citazione=I tedeschi fecero numerosi tentativi di penetrare nella caserma della Xª Mas, ma, come scrisse Borghese, ''Li respingemmo tutti malgrado l'enorme sproporzione di forze''. Nessuno ne ha mai dubitato e, anzi la fermezza dimostrata dalla flottiglia nella circostanza è stata spesso presa ad esempio di ciò che sarebbe stato possibile fare in quei giorni difficili se si fosse potuto contare su unità altrettanto motivate}}.</ref>.
[[File:Foto di gruppo Borghese Bardelli Bertozzi decima mas.jpg|thumb|left|Foto di gruppo: sono riconoscibili Borghese (alla guida), [[Umberto Bardelli|Bardelli]], [[Umberto Bertozzi|Bertozzi]], con i militi della [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Decima MAS]] (1944)]]
Il 9 settembre gli ufficiali si riunirono per decidere la strada da intraprendere e Borghese ribadì la lealtà all'alleato tedesco. L'11 settembre radunò invece i marinai
Il 14 settembre stipulò un accordo con il ''Korvettenkapitän'' Max Berninghaus, comandante navale delle forze del [[Germania nazista|Terzo Reich]] in [[Liguria]], con il quale la [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]] venne riconosciuta come unità combattente con piena autonomia in campo logistico, organico, della giustizia, disciplinare e amministrativo e battente bandiera italiana. Dopo l'accordo molti marò che in precedenza si erano sbandati fecero ritorno in caserma<ref name="Bertoldi-pag.157" /> e, da circa trecento che erano restati dopo l'armistizio, divennero tremila in pochi giorni<ref name="Bertoldi-pag.159">{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 159}}.</ref>. Il 18 settembre un primo importante nucleo, proveniente da [[Pola]], di circa trecentocinquanta uomini guidati da [[Umberto Bardelli]] raggiunse
Dopo la nascita della [[Repubblica Sociale Italiana]], l'ammiraglio [[Antonio Legnani]], nuovo sottosegretario alla Marina, inserì la Decima Mas nell'organico della [[Marina Nazionale Repubblicana]]<ref name="Bertoldi-pag.159" />, sebbene essa agisse di fatto in maniera del tutto autonoma. Contrasti invece nacquero nel novembre 1943 con il capitano di vascello Ferruccio Ferrini, successore di Legnani nel frattempo deceduto in un incidente automobilistico. Nonostante i contrasti con i vertici politici e militari della Repubblica Sociale (contrasti che condussero all'arresto di Borghese con l'accusa di essere a capo di una congiura tesa a rovesciare Mussolini), le sue forze furono impegnate su tutti i fronti più importanti, a partire da quello di [[Anzio]] e [[Nettuno (Italia)|Nettuno]].
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