Lisippo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
|||
Riga 33:
[[File:Socrates Louvre.jpg|thumb|''Socrate'', busto scolpito, copia romana]]
[[File:L'atleta di Fano.jpg|thumb|L{{'}}''[[Atleta di Fano]]'', [[Getty Villa|Villa Getty]], [[Malibù]] (California)]]
La prima opera di cui
Di uno Zeus Nemeios realizzato per [[Argo (città antica)|Argo]], attribuito a Lisippo da Pausania<ref>Pausania, II 30, 3.</ref>, è giunto il riflesso tramite l'immagine su una moneta argiva di età imperiale: vi si legge una precoce realizzazione di quello schema antitetico che resterà tipicamente lisippeo, con un lato del corpo in tensione, in questo caso il destro, che regge sulla gamba il peso del corpo e tiene lo scettro saldamente puntato a terra, e un altro rilassato verso il quale si scarica la tensione del lato opposto con il volgersi della testa.
Riga 41:
Tra il 343 e il 340 a.C. si data il soggiorno di Lisippo a [[Mieza (Macedonia)|Mieza]], chiamatovi insieme ad altri artisti da [[Filippo II di Macedonia]], per l'educazione del giovane Alessandro. In questa occasione avvenne quell'incontro tra Lisippo e [[Aristotele]] che tanta influenza dovette avere sul concetto di ''mimesi'' quale si sarebbe sviluppato nel pensiero del filosofo<ref>''Politica'', 1460 b 10</ref>. Tra i temi più frequenti del periodo, svolti da tutti gli artisti confluiti a Mieza, vi era quello della ''Caccia al leone'', tra le attività presenti nell'educazione del giovane principe ed è a quest'epoca che occorre datare l'originale plastico attribuibile a Lisippo da cui deriva il mosaico pavimentale di [[Pella (città antica)|Pella]] e che attraverso quest'ultimo ci appare debitore dei fregi nel [[Mausoleo di Alicarnasso]]. In seguito Lisippo ritrasse Alessandro in combattimento, in varie pose eroiche e atteggiamenti divinizzati (come nel [[ritratto di Alessandro Magno]] di Monaco di Baviera). Tra le opere prodotte per il sovrano ci furono la statua di Alessandro appoggiato alla lancia, Alessandro nella [[battaglia del Granico]] nonché il suo sarcofago, già ad [[Alessandria d'Egitto]], perduto durante le guerre tra cristiani e pagani.
Seguirono, dopo la [[Battaglia di Cheronea (338 a.C.)]], il donario (v. [[Agias]]) commissionato da [[Daoco II]] e, datato intorno al 335 a.C., l{{'}}''[[Eros con l'arco|Eros di Tespie]]'' opere in cui appare il tipico protendersi dell'opera nello spazio (per quanto riguarda l'Agias il dato si intuisce dalle riproduzioni ceramografiche) che culminerà nell{{'}}''[[Apoxiomenos]]''.
Il ''gruppo del Granico'', destinato al santuario di Zeus a [[Dion (Macedonia centrale)|Dion]] per commemorare i soldati caduti nella omonima battaglia del 334 a.C., era composto da venticinque statue equestri in bronzo ed è descritto da Plinio<ref>XXXIV, 64.</ref>, che lo vide a Roma, dove era stato portato nel 146. Dopo il 331 a.C. Lisippo realizza la ''Quadriga del Sole''<ref>Plinio, ''Naturalis historia'', XXXIV, 63.</ref>; ancora legata al periodo di Alessandro è l'allegoria del ''[[Kairos]]'', simbolo del momento propizio per il quale creò una iconografia che ebbe in seguito molta fortuna. Da situare dopo la morte di Alessandro è invece l{{'}}''Apoxiomenos''<ref>Plinio, ''Naturalis Historia'',XXXIV, 62.</ref>, del quale resta una celebre copia al Vaticano. Intorno al 320 a.C. collabora con [[Leocare]] al gruppo votivo dedicato da [[Cratero]] a Delfi<ref>Plutarco, ''Alessandro'', 40, 4.</ref>.
Alle ''Fatiche di Eracle'', gruppo statuario bronzeo per la città di [[Alizia]], seguì la commissione, da parte dei Tarantini, per l'esecuzione a [[Taranto]] di una statua alta circa 17 metri di [[Zeus]], raffigurato in posizione eretta vicino a un pilastro sormontato da un'aquila e nell'atto di scagliare una folgore, secondo l'iconografia locale dello Zeus Kataibates. Il secondo colosso eseguito per i Tarantini era un ''[[Eracle di Lisippo|Eracle meditante]]'' di cui riferisce [[Strabone]]<ref>VI, 278.</ref>.
== Stile ==
|