Jenisch: differenze tra le versioni

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[[File:JenischeOstschweiz1900.jpg|thumb|Jenisch nomadi nella [[Svizzera]] orientale, intorno al 1900]]
Il popolo '''Jenisch''', denominato anche '''Yenishe'''<ref>[{{cita testo|url=https://www.ethnologue.com/language/yec |titolo=Jenish conosciuti anche come Yenishe]}}</ref>, rappresenta la terza maggiore popolazione [[nomade]] [[europea]], dopo i [[Rom (popolo)|Rom]] ed i [[Sinti]]. Sono presenti in [[Germania]] (Regione del Reno), [[Svizzera]], [[Austria]], [[Paesi Bassi]], [[Francia]], [[Belgio]], [[Italia]], [[Romania]] e [[Spagna]] (dove sono principalmente noti come ''Mercheros''). Mentre le [[Popoli romaní|popolazioni romaní]] ([[Rom (popolo)|Rom]], [[Sinti]], [[Kalé]], [[Romanichals]] ed altre) sono etnie di derivazione indiana, gli Jenisch sono di origine germanica e hanno un loro proprio idioma.<ref name="Linguaggio Jenisch">{{Cita web|url=https://www.ethnologue.com/language/yec/|titolo=Yeniche {{!}} Ethnologue Free|sito=Ethnologue (Free All)|lingua=en|accesso=2024-03-10 marzo 2024}}</ref> Per via di questa loro sostanziale differenza sono anche stati chiamati con l'espressione ''zingari bianchi'' (spesso dispregiativa, in [[Lingua tedesca|tedesco]]: ''Weiße Zigeuner'', in [[Lingua francese|francese]]: ''Tziganes blancs'').
 
== Denominazione ==
Orgogliosi della loro identità, la loro cultura differisce profondamente da quella delle etnie romaní, con cui non vogliono essere confusi; parlano una propria lingua,<ref name="Linguaggio Jenisch"/><ref>{{Cita web |url=http://archive.ethnologue.com/16/show_language.asp?code=yecdi |titolo=Linguaggi del Mondo |accesso=22 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140714143150/http://archive.ethnologue.com/16/show_language.asp?code=yecdi |dataarchivio=14 luglio 2014 |urlmorto=sì }}</ref> di origine germanica, con influssi [[lingua ebraica|ebraici]] ([[Lingua yiddish|yiddish]]), rotwelsch<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/rotwelsch/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/rotwelsch/|titolo=Rotwelsch - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|accesso=2024-03-10 marzo 2024}}</ref> e [[lingue celtiche|celtici]], con qualche prestito dalla [[lingua romaní]]. L'origine degli Jenisch non è certa, ma essi si definiscono diretti discendenti di popolazioni [[celti|celtiche]]che. Comunque dopo la [[seconda guerra mondiale]], su espressa richiesta di una loro rappresentanza mandata alla «Romani Union» furono ''accolti'' nella comunità degli ''zingari''.<ref>[{{cita web|url=http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it |titolo=Sito della Confederazione Svizzera] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20140302184146/http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it |data=2 marzo 2014 }}</ref>
 
== Diffusione in Europa ==
Gli Jenisch che vivono in [[Germania]] sono 220.000, di cui più della metà, ovvero 120.000 in [[Baviera]]; i rimanenti nella [[Renania Settentrionale-Vestfalia]] e nel [[Baden-Württemberg]]. Di tutti gli Jenisch tedeschi solo 29.000 sono nomadi e viaggiano in [[roulotte]].
 
La [[Svizzera]] con 35.000 unità è la quarta nazione con il maggior numero di Jenisch; di questi si calcola che 5.000 siano nomadi. In [[Austria]] vivono 35.000 Jenisch {{citazioneSenza necessariafonte|}} soprattutto nel [[Tirolo (Austria)|Tirolo]], nel [[Waldviertel]] e nel [[Burgenland]]; di questi circa 3.500 sono nomadi. Inoltre in [[Ungheria]] si segnalano 60.000 Jenisch e 11.000 in [[Bielorussia]], con un numero imprecisato di nomadi. Nel 1990 erano 70.000 gli Jenisch in [[Belgio]] e 2.800 in [[Lussemburgo]].
 
In altri paesi dell'Europa occidentale come la [[Francia]] e nei [[Paesi Bassi]], manca un censimento certo. Ad avviso di Alain Reyniers "Gli Jenisch in Francia rappresentano oggi il più grande numero tra i nomadi".<ref>Alain Reyniers, articolo sulla rivista ''Études Tsiganes '', N°2/91</ref> Molte altre famiglie vivono invece in maniera stabile in [[baraccopoli]] e sono concentrate a [[Marsiglia]].<ref>[[Karim Dridi]], [{{cita testo|url=http://www.rue89.com/le-making-of-de-karim-dridi/marseille-au-ruisseau-mirabeau-camp-tzigane-devenu-bidonville |titolo=Marseille: au Ruisseau Mirabeau, camp tzigane devenu bidonville]|postscript=nessuno}}, ''Rue 89'', 12 juin 2008</ref>
 
Una loro presenza storica è stata segnalata anche in [[Italia]]. Nei paesi di lingua tedesca vengono chiamati ''Jenische'', nelle zone di [[lingua francese]] ''Yeniche''. Sono stati chiamati anche con termine spregiativo ''[[zingari]]'', anche se tale termine più che discriminante rappresenta per loro la base della loro diversa identità.<ref>[{{cita web|url=http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it |titolo=Comunque tutti ''gli zingari'', Jenish compresi, si sono appropriati con un certo orgoglio del termine, facendone un simbolo della loro identità] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20140302184146/http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it |data=2 marzo 2014 }}</ref>
 
Di tutte le suddette nazioni solo la Svizzera riconosce agli Jenisch lo [[status]] di [[minoranza etnica]].
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Ci sono tracce che indicano la presenza di gruppi jenisch nella Svizzera dall'[[XI secolo]] e nella Germania nel [[XIII secolo]]. L'espressione "Fahrendes Volk" (popolo errante) è utilizzata nel linguaggio svizzero-tedesco fin dal [[Medioevo]].
 
[[File:Fraenzlimusik.jpg|thumb|right|Il gruppo (Jenisch) di Fränzli Waser, foto del [[1895]] circa]]
 
C'è una certa difficoltà nello stabilire esattamente le origini del popolo jenisch. Si sono avanzate più ipotesi nell'identificare tale origine per questo popolo emarginato da secoli, dove i matrimoni misti erano e rimangono comuni. Alcune di queste ipotesi sono:
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# Discendenti da popoli [[Celti]].
# Discendenti di commercianti nomadi ebrei (Chochemer); teoria che si basa sugli ''ebraismi'' del linguaggio Jenisch e sulle somiglianze significative esistenti nei nomi di entrambe le comunità.
# Secondo un'ulteriore teoria, gli Jenisch sarebbero sorti da "incroci" fra disertori poveri e un gruppo di migranti del [[Cantone di Berna]] all'epoca della [[guerra dei trent'anni]]. Questa teoria parte dal presupposto che tutti, senza eccezione, fossero [[Cattolico|cattolici]], mentre si sa che la stragrande maggioranza degli emigranti erano [[Luterano|protestanti luterani]]. L'[[etnografo]] Marie-Paul Dollé ha affrontato il problema in un suo studio del 1979.<ref>''Les Tsiganes manouches en Alsace: thèse de 3ème cycle, institut d'ethnologie, Strasburgo 1979 Documento a cura di Marie-Paul Dollé''</ref><ref>[{{cita testo|url=http://fnasat.centredoc.fr/opac/index.php?lvl=author_see&id=948 |titolo=Dati sul documento di Marie-Paul Dollé]}}</ref>
=== Perseguitati nella Germania Nazista ===
{{citazione|Gli Zingari risultano come un miscuglio pericoloso di razze deteriorate<ref>[{{cita web|url=http://www.arcisolidarietaonlus.eu/content/un-triangolo-marrone-la-sola-colpa-di-essere-zingari |titolo=Un triangolo marrone per la sola colpa di essere zingari - Dal sito Arci onlus] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20131012054849/http://www.arcisolidarietaonlus.eu/content/un-triangolo-marrone-la-sola-colpa-di-essere-zingari |data=12 ottobre 2013 }}</ref>| Dott. Robert Ritter, direttore del [[Centro Ricerche per l'Igiene e la Razza]] - Berlino}}
 
[[File:Bundesarchiv R 165 Bild-244-71, Dr. Robert Ritter mit alter Frau und Polizist.jpg|thumb|Il dott. [[Robert Ritter]] identifica una zingara - dall'Archivio Federale Tedesco [{{cita web|url=https://www.bundesarchiv.de/index.html.de]|titolo=}} ]]
 
Gli Jenisch, così come i [[Popolo Rom|Rom]] e i [[Sinti]], furono aspramente perseguitati nella [[Germania nazista]],<ref>{{Cita web |url=http://www.ulrich-siewers.de/41011/85501.html |titolo=Persecuzione nella Germania Nazista |accesso=22 marzo 2013 |dataarchivio=5 giugno 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100605073528/http://www.ulrich-siewers.de/41011/85501.html |urlmorto=sì }}</ref> rinchiusi nei [[campi di concentramento]] e pagarono un alto prezzo in termini di vite umane.<ref>[{{cita web|url=https://www.coe.int/AboutCoe/media/interface/publications/roms_it.pdf |titolo=Documento del Consiglio Europeo di Strasburgo] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20120710102336/http://www.coe.int/AboutCoe/media/interface/publications/roms_it.pdf |data=10 luglio 2012 }}</ref><ref>[{{cita testo|url=https://www.archive.org/stream/NonChiamarmiZingaro_830/070708_Gazzetta_del_Mezzogiorno_djvu.txt |titolo=Dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno di Bari]}}</ref>
 
A metà degli anni trenta, infatti, i nazisti tedeschi iniziarono la "lotta contro la piaga zingara". Non solo contro [[Rom (popolo)|Rom]] e [[Sinti]], ma anche contro i cosiddetti "vagabondi erranti zingari", ovvero gli Jenisch.
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{{citazione|Per nascondere questo massacro, la [[Aktion T4|T4]] lanciò una vasta operazione di occultamento che comprendeva lettere di condoglianze, falsi certificati di morte intesi a ingannare parenti e tutori delle vittime|<small>Dizionario dell'Olocausto, a cura di Walter Laqueur, Volume I, pag. 282, Editoriale L'Espresso su Licenza Einaudi, Roma 2012</small>}}
 
[[File:Stolpersteine für Ernst Lossa und Christian Lossa.jpg|thumb|right|upright=0.7|Pietre d'inciampo per [[Ernst Lossa]] e per il padre Christian Lossa]]
 
Oltre alla eliminazione per gassificazione nei campi di sterminio, molti Jenisch furono vittime del programma [[nazismo|nazista]] di [[eutanasia]].
Eclatante e conosciuta, grazie ai ''mass media'' di tutto il mondo, è ''l'esecuzione'' del giovane Ernst. [[Ernst Lossa]] fu una delle tante giovani vittime jenisch, ucciso a soli 14 anni con due iniezioni letali di [[morfina]] e [[scopolamina]] nella filiale di [[Irsee]] della cosiddetta ''casa di cura'' di [[Kaufbeuren]], diretta da [[Valentin Faltlhauser]],<ref>[[Kaufbeuren]] uno dei tanti centri con reparti pediatrici costituiti per l'eliminazione fisica di bambini e ragazzi tramite [[eutanasia]]. Il primo, come fa notare un Dizionario dell'Olocausto: ''[....] venne costituito vicino a [[Berlino]] nell'ospedale di [[Brandeburgo]]-Gorden diretto da Hans Heinze. Ben presto ne vennero aperti altri: un centro a [[Eglfing]]-[[Haar]], diretto da Hermann Pfannmüller; un altro a [[Eichberg]], diretto da Friedrich Mennecke; a [[Vienna]], l'''Am Spiegelgrund'', diretto prima da Erwin Jekelius e poi da Ernst Illing. Alla fine, oltre venti reparti pediatrici attuavano il programma di eliminazione. In questi reparti, medici ed infermieri uccidevano i bambini somministrando loro [[barbiturico|barbiturici]] e altri farmaci comuni - soprattutto [[morfina]], [[scopolamina]], [[Fenobarbital|luminal]] e [[Barbital|veronal]] - ma talvolta li lasciavano semplicemente morire di fame. Per di più, i medici facevano esperimenti sui bambini prima che morissero e dopo ne prelevavano gli organi per lo studio'' . - Dizionario dell'Olocausto, a cura di Walter Laqueur, Volume I, pag. 279, Editoriale L'Espresso su Licenza Einaudi, Roma 2012</ref> in [[Baviera]], uno dei centri della [[Aktion T4]].<ref>[[Marco Paolini]]: ''Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute'', Einaudi Torino 2012 ISBN 978-88-06-21017-5</ref>. Nella sua cartella clinica i medici nazisti scrissero: ''la morte è stata causata da broncopolmonite''.
 
Lossa nacque ad [[Augusta (Germania)|Augusta]] nella [[Germania]] [[Baviera|bavarese]] da genitori jenisch appartenenti ad un ceppo nomade.<ref>Già considerati ''zingari'' nella Germania pre nazista, tanto da essere ''schedati '' come tali nello ''zigeuner book'', di fatto furono accolti nella comunità zingara, la ''Romani Union'', solo dopo la seconda guerra mondiale:{{cita web |url=http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it |titolo=Copia archiviata |accesso=24 febbraio 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140302184146/http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it |dataarchivio=2 marzo 2014 }}</ref><ref>«Kinder zwischen Rädern». Kurzfassung des Forschungsberichtes «Das Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse» - pubblicato su mandato dell'Ufficio federale della cultura N. 67 della collana <undKinder> dell'Istituto Marie Meierhofer, Zurigo 2001, p. 13</ref> La sua famiglia, composta dal padre Christian, dalla madre Anna e da due sorelline più piccole, per guadagnarsi da vivere girava le città bavaresi e del sud della Germania, disegnando immagini religiose.<ref>[{{cita testo|url=https://giadinskj.wordpress.com/2012/02/07/in-memoria-ernst-lossa/ |titolo=Giadinskj Wordpress]}}</ref>
 
I genitori di Ernst, già dal lontano [[1905]] erano stati ''schedati'' dal governo del [[Stati federati della Germania|Länder]] in cui vivevano ed inseriti nello ''Zigeuner-Buch'' (il libro degli zingari).
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=== Discriminati in Svizzera ===
{{citazione|Le conclusioni degli storici non lasciano spazio al dubbio: l'Opera di soccorso ''Enfants de la grand-route'' è un tragico esempio di discriminazione e persecuzione di una minoranza che non condivide il modello di vita della maggioranza.|Ruth Dreyfuss, ex-consigliere federale e [[Presidenti della Confederazione svizzera|presidente della Confederazione svizzera]] nel [[1999]]<ref>[{{cita web|url=http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Ottobre-1999/9910lm03.01.html]|titolo=Eugenetica {{Webarchivein Europa tra le due guerre e oltre
Caccia agli zingari in Svizzera|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20110717175012/http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Ottobre-1999/9910lm03.01.html |data=17 luglio 2011 }} Le Monde Diplomatique, articolo dell'ottobre 1999</ref>}}
 
[[File:Robert Huber vor Wohnwagen.jpg|thumb|upright=0.6|Robert Huber, politico [[Svizzera|svizzero]] di etnia jenisch ed ex presidente della ''Radgenossenschaft der Landstrasse''. Da bambino fu anche lui vittima del programma "figli della strada". Il suo impegno contro la discriminazione del popolo Jenisch e degli zingari continua fino ai nostri giorni]]
 
Fino al 1970, il governo svizzero condusse una politica semi-ufficiale che verteva ad ''istituzionalizzare'' i genitori yeniche come "malati di mente" e tentando di far adottare i loro figli da più "normali" cittadini svizzeri nel tentativo di eliminare la cultura jenisch in nome del ''miglioramento della specie umana: l'[[eugenetica]]''.<ref>[{{cita testo|url=http://www.uek.ch/de/schlussbericht/Publikationen/Zusammenfassungenpdf/23d.pdf |titolo=On Swiss Crimes against Yeniche (in German)]}}</ref> Il nome di questo programma era ''[[Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse]]'' ("figli della strada")<ref>{{cita web|url=https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/oggi-la-storia/Il-progetto-%E2%80%9EKinder-der-Landstrasse%E2%80%9C-7431905.html|titolo=Il progetto "Kinder der Landstrasse"|accesso=15 agosto 2017}}</ref>. Secondo alcune fonti, 590 bambini furono sottratti ai genitori e messi in orfanotrofi, in istituti psichiatrici e persino in prigioni.<ref>''Le Temps'' (Geneva), December 12, 2007, "Le passé enfin écrit des enfants enlevés en Suisse", an historical study spanning the years from 1926 to 1973.</ref><ref>[{{cita testo|url=http://www.jungfrauzeitung.ch/artikel/120863/ |titolo=Gli Jenisch e il programma della associazione ''Pro-Juventute'']}}</ref>
 
[[Mariella Mehr]], nata a [[Zurigo]] nel [[1947]] da una famiglia jenisch, racconta nei suoi romanzi autobiografici del programma ''Kinder der Landstrasse'' attuato dall'associazione svizzera ''Pro-Juventute'' dal [[1926]] al [[1974]] per il recupero dei bambini di strada tradotto poi in un dramma nazionale, tacciato di [[genocidio]]<ref>{{collegamentocita interrottoweb|1url=[http://www4.ti.ch/di/di-di/cosa-facciamo/zingari/persecuzioni-in-svizzera/ Persecuzioni in Svizzera] |data=dicembre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://www.mariellamehr.com/riepilogo.htm]|titolo=Tesi {{Webarchivedi laurea su Mariella Mehr|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20110403060132/http://www.mariellamehr.com/riepilogo.htm|dataautore=3 aprileFilomena 2011Icovino}} Filomena Icovino, tesi di laurea su Mariella Mehr</ref>.
 
Il programma coinvolse dai 600 ai 2000 bambini jenisch che di fatto furono allontanati in tenera età dalle famiglie originarie, coinvolgendo una associazione federale per altre attività benefiche. Quel programma è un tema molto scottante per la coscienza dei cittadini elvetici.
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==== La storia della scrittrice e poetessa Mariella Mehr ====
{{vedi anche|Mariella Mehr}}
{{citazione|I piccoli zingari venivano affidati a contadini, e molte ragazze venivano sterilizzate. Solo verso la fine degli anni Sessanta i rom e gli zingari crearono in Svizzera un’associazione e iniziarono una lotta giuridica e politica che portò alla chiusura della “[[Pro Juventute]]” e solo nel 1986 il presidente della Confederazione Elvetica ha chiesto pubblicamente scusa ai rom. Alla sua storia, e al percorso psicoterapeutico che le ha permesso di uscire dalla follia in cui era precipitata, [[Mariella Mehr]] ha dedicato il libro “La bambina” .... in cui ricostruisce una storia fatta di violenze: la piccola viene rinchiusa al buio e picchiata per la sua paura, subisce le “viscide attenzioni” del padre affidatario, la violenza carnale di un medico, elettroshock e terapie chimiche, mentre viene indicata come un caso disperato ed emblematico di una razza geneticamente tarata....| David Piesoli - Espresso.repubblica.it<ref>[{{cita testo|url=http://www.violettanet.it/poesiealtro_autori/MEHR.htm |titolo=Mariella Mehr, Con le poesie io parlo della mia tristezza]}}</ref>}}
 
Mariella Mehr fu una dei bambini vittima del programma del governo svizzero ''Kinder der Landstrasse''.<ref>{{Cita web|url=https://www.violettanet.it/poesiealtro_autori/MEHR.htm|titolo=MEHR MARIELLA|sito=www.violettanet.it|accesso=10 marzo 2024-03-10}}</ref> Nacque il 27 dicembre 1947, a [[Zurigo]] in [[Svizzera]], da madre jenisch.<ref>[{{cita testo|url=http://ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dettaglio_recensione.asp?id_contenuto=1851923 |titolo=Notizie biografiche sulla Mehr]}}</ref> Vittima del pregiudizio, con il programma del governo svizzero che sottraeva alle proprie famiglie i bambini di etnia jenisch per affidarle a ''normali'' famiglie svizzere, fu tolta alla propria madre mentre era piccolissima crescendo in 16 diverse case famiglia e in 3 istituzioni educative. Quando aveva 18 anni, come per sua madre, le tolsero il figlio. Questa opera di sradicamento fece crescere la sua rabbia e divenne ben presto una ragazza ribelle. Subì 4 ricoveri in ospedali psichiatrici, violenze ed elettroshock e venne perfino reclusa per 19 mesi nel carcere femminile di [[Hindelbank]] nel [[Canton Berna]].
 
Fino agli anni ottanta l'opinione pubblica mondiale sapeva ben poco delle discriminazioni subite dall'etnia Jenisch, paragonate di fatto ad un vero e proprio [[genocidio]]. Mariella Mehr come testimone principale del dramma di segregazione, ha fatto della denuncia della persecuzione agli Jenisch l'opera principale dei suoi scritti e delle sue poesie. I suoi libri, tradotti anche in italiano, sono ampie e dettagliate denunce di tutte le violenze fisiche e psicologiche subite negli anni della sua infanzia e della sua adolescenza.
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== Bibliografia ==
 
* {{Cita libro|autore=Mariella Mehr, ''|titolo=Labambina'',|altri= traduzione dell'originale tedesco "Daskind" di Anna Ruchat,|editore= Effigie Editore,|città= Milano|anno= 2006 |ISBN= 88-89416-38-6 [|url=http://www.mariellamehr.com/Publikationen/bookskindita.htm] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20120510142857/http://www.mariellamehr.com/Publikationen/bookskindita.htm |data=10 maggio 2012 }}
* Pino Petruzzelli, ''Non chiamarmi zingaro, perseguitati e diversi da sempre, a loro la parola'', Chiarelettere Editore, Milano 2008, ISBN 978-88-6190-050-9
* Christian Bader, ''Yéniches: Les derniers nomades d'Europe. Suivi d'un lexique yéniche-français et français-yéniche'', [[L'Harmattan]] Edizioni, Parigi 2007, (L'Harmattan Italia, Torino) ISBN 978-2-296-03675-8.
* [[Marco Paolini]]: ''Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute'', Einaudi Torino 2012 ISBN 978-88-06-21017-5 <small>(DVD: ISBN 978-88-06-21241-4)</small> [{{cita web|url=http://www.einaudi.it/libri/libro/marco-paolini/ausmerzen/978880621241]|titolo=}}
* Robert Domes: ''Nebel im August. Die Lebensgeschichte des Ernst Lossa'', mit Vorwort von Michael von Cranach, cbt-Verlag München 2008, ISBN 978-3-570-30475-4, ISBN 3-570-30475-2 [{{cita web|url=http://www.robertdomes.com/nebel-im-august/]|titolo=}}
* Michael von Cranach, L&L, Autoren und Künstler: ''IN MEMORIAM (Lossa, Ernst)''. Ausstellung in Gedenken an die Opfer des nationalsozialistischen Euthanasieprogramms aus Anlass des XI. Weltkongresses für Psychiatrie in Hamburg. 1999. Ausstellungskatalog deutsch english. Bezirkskrankenhaus D-87600 Kaufbeuren. [{{cita web|url=http://sciencev1.orf.at/sciencev1.orf.at/science/news/124418.html]|titolo=}}
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* [{{cita web|url=https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/geronimo/Storia/Ladri-di-bambini-7396712.html |titolo=Ladri di bambini - intervista di Claudio Visentin alla Rete due della Radiotelevisione Svizzera sulla tragedia dei bambini jenisch]}}
* [{{cita web|url=https://web.archive.org/web/20120710102336/http://www.coe.int/AboutCoe/media/interface/publications/roms_it.pdf |titolo=Documento del Consiglio d'Europa]}}
* {{cita web|url=http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it|titolo=Sito della Confederazione Svizzera|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140302184146/http://www.bak.admin.ch/kulturschaffen/04265/04267/04269/index.html?lang=it|dataarchivio=2 marzo 2014}}
* {{cita web | 1url = http://www.mariellamehr.com/riepilogo.htm | 2titolo = Una tesi italiana di laurea sulla scrittrice jenisch Mariella Mehr | accesso = 26 giugno 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110403060132/http://www.mariellamehr.com/riepilogo.htm | dataarchivio = 3 aprile 2011 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.violettanet.it/poesiealtro_autori/MEHR.htm|titolo=Biografia, Poesie e Bibliografia di Mariella Mehr}}
* {{cita web | 1url = http://www.mariellamehr.com/pagina_italiana.htm | 2titolo = Il sito in lingua italiana di Mariella Mehr | accesso = 27 marzo 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130330114846/http://www.mariellamehr.com/pagina_italiana.htm | dataarchivio = 30 marzo 2013 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1url = http://www.albertomelis.it/lacio%20jenisch.htm | 2titolo = Caccia agli zingari in Svizzera | accesso = 30 marzo 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150511030246/http://www.albertomelis.it/lacio%20jenisch.htm | dataarchivio = 11 maggio 2015 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|1url=http://www.yenisch-suisse.ch/|2titolo=L'associazione Jenisch svizzera|lingua=de|accesso=9 aprile 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120101214615/http://www.yenisch-suisse.ch/|dataarchivio=1º gennaio 2012|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.radgenossenschaft.ch/|titolo=Sito svizzero sugli Jenisch|lingua=de}}
* {{cita web|url=http://jenische.info/homesite/cms/public/index.php?cmd=smarty&id=33_lde/|titolo=Gli Jenisch in Germania ed Europa|lingua=de|accesso=6 febbraio 2022|dataarchivio=3 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303203504/http://jenische.info/homesite/cms/public/index.php?cmd=smarty&id=33_lde%2F|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1url=http://www.sifaz.org/Engelbert_Wittich_jenische_Sprache.pdf|2titolo=Una delle poche opere sugli Jenisch datata 1915|lingua=de|accesso=22 marzo 2013|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304000106/http://www.sifaz.org/Engelbert_Wittich_jenische_Sprache.pdf|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1url=http://www.jenischpower.net/|2titolo=Sito tedesco Jenisch|lingua=de|accesso=22 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130308113546/http://jenischpower.net/|dataarchivio=8 marzo 2013|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1url=http://members.aon.at/jenisch.at/|2titolo=Associazione Austriaca degli Jenisch|lingua=de|accesso=22 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050205073423/http://members.aon.at/jenisch.at/|dataarchivio=5 febbraio 2005|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1url=http://home.balcab.ch/venanz.nobel/qwant/VdJSingen.htm|2titolo=Festa degli Jenisch in Germania|lingua=de|accesso=22 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050501153959/http://home.balcab.ch/venanz.nobel/qwant/VdJSingen.htm|dataarchivio=1 maggio 2005|urlmorto=sì}}
 
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