Guerra libico-ciadiana: differenze tra le versioni

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Habré iniziò la sua riconquista del nord il 2 gennaio 1987, con un attacco contro la ben difesa base per le comunicazioni libica di Fada: contro le truppe libiche il generale ciadiano [[Hassan Djamous]] condusse una serie di rapidi movimenti a tenaglia, avvolgendo le posizioni nemiche e schiacciandole con improvvisi attacchi da tutti i lati. Questa strategia fu poi replicata in marzo durante nuovi assalti ciadiani a B'ir Kora e Ouadi Doum, infliggendo pesanti perdite alle forze libiche e spingendo Gheddafi a ordinare di evacuare tutto il nord del Ciad<ref>{{cita|Pollack 2002|pp. 391-394}}.</ref>.
 
Il crollo libico coinvolse anche le posizioni nella striscia di Aouzou, con la stessa Aouzou che cadde in mano alle FANT in agosto solo per venire poi rioccupata nel corso di una travolgente controffensiva libica poco dopo, favorita anche dal rifiuto della Francia di fornire supporto aereo ai ciadiani. Per tutta risposta Habré organizzò per il 5 settembre un'incursione all'interno della stessa Libia, [[battaglia di Maatan as-Sarra|attaccando con successo]] la strategica [[base aerea di [[Maatan as-Sarra]] a più di 95 chilometri a nord del confine libico-ciadiano: le FANT distrussero al suolo 26 aerei da combattimento oltre a 70 carri armati e 30 veicoli corazzati, uccidendo più di un migliaio di libici e prendendone prigionieri altri 300 subendo di converso poche perdite<ref>{{cita|Pollack 2002|pp. 396-397}}.</ref>.
 
L'azione doveva essere solo il preludio a un'offensiva verso Aouzou, ora privata della copertura aerea, ma questo attacco non ebbe mai luogo: la dimensione della vittoria a Maaten al-Sarra rese timorosa la Francia di una possibile massiccia invasione ciadiana della stessa Libia, un'eventualità che il governo francese non aveva alcuna intenzione di tollerare. Soggetto a forti pressioni sia interne che internazionali, Gheddafi dovette infine addivenire a un atteggiamento più conciliatorio, che portò alla proclamazione di un cessate il fuoco generale l'11 settembre 1987<ref>{{cita|Nolutshungu 1995|pp. 222-223}}.</ref><ref>{{cita|Pollack 2002|p. 397}}.</ref>.