Dino Buzzati: differenze tra le versioni
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Interessanti anche le esperienze come sceneggiatore, che lo videro collaborare con [[Federico Fellini]] alla stesura de ''[[Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet|Il Viaggio di G. Mastorna]]'', il progetto che il regista inseguì tutta la vita, e che non ebbe mai luce.
Sceneggiò inoltre ''Il pianeta acciaio''<ref>
=== Matrimonio e morte ===
Buzzati si sposa nel dicembre del 1966 con la giovane Almerina Antoniazzi.
Muore di tumore al pancreas
== Poetica, temi e problematiche ==
Con un tono narrativo fiabesco, Buzzati affronta temi e sentimenti quali l'[[angoscia]], la paura della [[morte]], la [[magia]] e il mistero, la ricerca dell'assoluto e del trascendente, la disperata attesa di un'occasione di riscatto da un'esistenza mediocre (''Le mura di Anagoor'', ''Il cantiniere dell'Aga Khan'', ''Il deserto dei Tartari''), l'ineluttabilità del destino (''I sette piani'') spesso accompagnata dall'illusione (''L'uomo che volle guarire'').
Il grande protagonista dell'opera buzzatiana è il [[destino]], onnipotente e imperscrutabile, spesso beffardo (come ne ''Il deserto dei Tartari''). Perfino i rapporti amorosi sono letti con quest'ottica di imperscrutabilità (''[[Un amore (romanzo)|Un amore]]'')<ref>
Momento centrale della sua narrativa è comunque ''Il deserto dei Tartari'', nel quale il protagonista Giovanni Drogo, sottotenente di prima nomina, è mandato in una fortezza sperduta ai limiti del deserto, dove egli vive una sorta di iniziazione alla morte. La Fortezza Bastiani è un avamposto ai limiti dell'impero che si colloca in un contesto caratterizzato da una surreale assenza di definizioni spazio-temporali.
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