== L'imputata Marie-Claire Chevalier ==
[[File:Tombe de Marie-Claire Chevalier à Meung-sur-Loire.jpg|sinistra|miniatura|Tomba di Marie-Claire Chevalier a Meung-sur-Loire]]
Marie-Claire ([[Meung-sur-Loire]], [[12 luglio 1955]] – [[Orléans]], [[23 gennaio 2022]]), viveva con la madre Michèle nubile, vicino a Parigi. La situazione economica della famiglia era molto precaria, in quanto a mantenerle era solamente lo stipendio della madre, bigliettaia della metro a Parigi<ref name=":5">{{Cita pubblicazione|autore=Carlo Cavicchioli|data=12 ottobre 1972|titolo=Cortei e scontri a Parigi per un'imputata d'aborto|rivista=La Stampa|volume=a. 106|numero=n. 224|p=13}}</ref>, in quanto il padre le aveva abbandonate.
Nell'autunno del 1971 accadde «che un compagno di scuola, tale Daniel P., la minaccia, la picchia e poi la costringe a un rapporto sessuale. Marie-Claire resta incinta. Si rende subito conto del problema e cerca aiuto presso la madre, con la quale ha un buon rapporto e si confida»<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Lorenza Perini|titolo=Il corpo del reato. Parigi 1972 - Padova 1973: storia di due processi per aborto|data=2014|editore=BraDypUs|città=Bologna|p=22|ISBN=9788898392148}}</ref>. Così la madre, dopo aver avuto la conferma da Marie-Claire che non avrebbe voluto tenere il bambino, la aiutò ad abortire<ref name=":6" />.
La madre Michèle decise così di rivolgersi alle proprie colleghe, due delle quali la aiutarono nella ricerca, per trovare un'''[[abortion provider]]'' (espressione utilizzata dalla storiografia anglofona, per indicare le persone, con formazione medica e non, che eseguono aborti; la formula scelta evita il ricorso a espressioni stigmatizzanti come “mammana”, “praticona”, “medicona” ecc), in quanto, a causa della propria condizione economica, non potevano permettersi un aborto sicuro in cliniche private estere dove l'interruzione di gravidanza era permessa dalla legge, in Francia, infatti, l'aborto, fino al 1975, era considerata una pratica illegale<ref name=":5" />.
A procurarle l'aborto fu [[Madame Bambuck]], la quale utilizzò la [[tecnica della sonda]]. Questa pratica, come spesso avveniva, provocò a Marie-Claire una grave emorragia, costringendola a recarsi in ospedale. Come accadeva spesso alle migliaia di donne che ricorrevano a questa tecnica abortiva, i medici non la denunciarono, in quanto i sintomi di un aborto procurato sono indistinti da quelli a seguito di un aborto spontaneo<ref>{{Cita web|url=https://it.wikipedia.org/wiki/Aborto|titolo=Aborto|accesso=2 febbraio 2025|urlarchivio=/web/20250202115359/https://it.wikipedia.org/wiki/Aborto}}</ref>. Per questo motivo, la maggior parte delle donne non vennero punite.
Marie-Claire tornò a casa «guarita e libera»<ref name=":1" />. A denunciarla fu Daniel P., il ragazzo che l'aveva violentata, poiché volle distogliere l'attenzione dal suo caso, in quanto venne accusato di aver rubato un'auto<ref name=":10" />.
Così l'11 ottobre 1972 iniziò il processo a Marie-Claire, accusata di aver abortito l'anno precedente, presso il Tribunale dei Minori a Bobigny. Vennero inoltre messe sotto accusa come «complici la mamma, le due amiche che l'hanno consegnata e aiutata e la "fabbricante di angeli" (gli ''abortion providers'' venivano definiti in francese ''[[faiseuse d'anges]]'', cioè fabbricanti di angeli) Madame Bambuck»<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=Pinuccia Bonetti|data=10 dicembre 1972|titolo=Tutta Parigi con lei|rivista=Noi Donne|volume=a. XXVII|numero=n. 49|p=23}}</ref>.
== Il processo ==
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