Cecco Angiolieri: differenze tra le versioni

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Contemporaneo di [[Dante Alighieri]] e appartenente alla storica casata [[nobile|nobiliare]] degli [[Angiolieri]], non si hanno però molte notizie certe sulla sua biografia. Si sa che ebbe una vita molto avventurosa, fu dedito al gioco e ai vizi, subì processi per disturbo della quiete pubblica e dilapidò il patrimonio che gli aveva lasciato il padre. Nelle sue poesie, circa 110 sonetti, non tutti di certa attribuzione, ci ha lasciato l'immagine di personaggio inquieto e ribelle che si accanisce contro la miseria e la sfortuna. Con i suoi modi sarcastici e dissacranti si prende gioco del [[Dolce stil novo]]; in altre poesie, più originali, esalta goliardicamente il gioco, il vino e maledice la famiglia, il mondo e la gente. Celebri sono i sonetti ''[[S'i' fosse foco]]'', ''[[Tre cose solamente mi so 'n grado]]'' e ''La mia malinconia è tanta e tale''.<ref>La Nuova Enciclopedia della Letteratura, Garzanti Editore, Milano, 1985</ref>
 
'''Cecco Angiolieri e il contesto storico'''
 
Cecco Angiolieri (1260 ca. – 1312 ca.) è un poeta toscano noto per il suo stile irriverente e la critica alla società medievale. Proveniente da una famiglia benestante di Siena, si distingue per il suo spirito ribelle e la poesia caratterizzata da ironia e sarcasmo.
 
'''La poesia comico-realistica'''
 
Nel XIII secolo, accanto allo Stilnovo, nasce la poesia comico-realistica, che usa un linguaggio diretto per descrivere la realtà in modo dissacrante. Cecco è uno dei principali esponenti di questa corrente.
 
'''“S’io fossi fuoco” e la sua rilevanza'''
 
Questo sonetto, parodia del ''plazer'' provenzale, elenca desideri distruttivi e provocatori, trasformando il piacere in vendetta. Il componimento è una forte critica alla società e alle sue ipocrisie.
 
== Biografia ==