Canis lupus familiaris: differenze tra le versioni
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Alcuni di questi "cani selvatici" sarebbero poi stati avvicinati e adottati nella comunità umana (cani del villaggio, i "[[cani pariah]]" che si trovano ancora in alcune società, "di tutto il villaggio", tollerati per il loro ruolo di spazzini e di predatori di piccoli animali nocivi), dando il via a un perfetto esempio di [[coevoluzione]]. Quasi certamente, come dimostrato anche dagli studi di [[Dmitrij Beljaev]], la naturale selezione basata sulle attitudini caratteriali al domesticamento ha provocato la comparsa di mutamenti fisici (dalla riduzione del volume cranico, all'accorciamento dei [[dente|denti]], ma anche la comparsa di caratteri quali le chiazze bianche sul mantello e le [[Coda (anatomia)|code]] arricciate).
In una ricerca pubblicata nel 2013 sulla rivista scientifica ''[[Science]]'', alcuni ricercatori dell'[[Università di Turku]] in [[Finlandia]] hanno utilizzato il [[DNA mitocondriale]],<ref name="www.dailymail.co.uk">{{Cita web | autore =
[[File:Razboinichya canid.tif|thumb|Cranio di cane addomesticato preistorico, rinvenuto in [[Siberia]], vecchio di 33.000 anni]]
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[[File:ISO 7010 W013.svg|thumb|upright|Simbolo di pericolo associato a presenza di cani da guardia, definito dalla norma internazionale [[ISO 7010]].<ref>{{en}} [https://www.iso.org/obp/ui#iso:grs:7010:W013 ISO Online Browsing Platform, ISO 7010 - W013]</ref>]]
Secondo un'analisi statistica di [[ScienceAlert]] del 28 febbraio 2018, dal titolo "''Deadliest creatures worldwide by annual number of human deaths as of 2018''", i cani sono tra gli animali che ogni anno provocano maggiori morti umane.<ref name=statsc/> Precisamente i cani si trovano al quarto posto, dopo le zanzare, gli stessi esseri umani e i serpenti.<ref name=statsc>{{cita testo|url=https://www.infodata.ilsole24ore.com/2019/09/24/gli-animali-piu-pericolosi-per-luomo/?refresh_ce=1|titolo=IlSole24Ore -
In quanto discendente del lupo, il cane tende a reagire agli stimoli seguendo l'istinto naturale derivatogli dal suo antenato. Tuttavia, differentemente dal lupo, il cane ha perso la naturale paura verso l'uomo tipica del progenitore ancestrale; perciò, quando la fonte del suo stress è di origine umana, l'animale tende ad aggredire. Al di là dei singoli casi specifici (come un conflitto con un altro cane), ogni aggressione canina apparentemente immotivata trova il suo perché nella paura che il singolo esemplare prova nei confronti degli oggetti della realtà. Alla base di questo timore vi sono quasi sempre una mancata o errata socializzazione, e una mancanza o scorretta educazione. La socializzazione e l'educazione da parte di un buon padrone riducono al minimo i rischi di attacchi da parte del cane: la socializzazione lo abitua fin da cucciolo alla diversità di stimoli e oggetti che caratterizzeranno la sua vita, facendoglieli concepire non come minacce, ma parte della sua quotidianità; e l'educazione gli permette, soprattutto nelle situazioni più stressanti, di affidarsi alla mano capace del padrone; affidandosi fedelmente a quest'ultimo, può superare quelle situazioni che altrimenti tenderebbe a risolvere in maniera "naturale" (anche se essa è stata in parte "deviata" da millenni di selezione artificiale<ref>http://www.tipresentoilcane.com/2013/01/29/quando-il-cane-ha-paura-delluomo/&ved=2ahUKEwiB-MXp5-TuAhVReMAKHRB4BvoQFjABegQIAhAB&usg=AOvVaw3AA-0t_kRi07Ww4ggn01_g</ref>).
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== Religione, mito e arte==
[[File:Casa del poeta tragico, mosaico del cave canem.jpg|miniatura|[[Cave canem]], [[Pompei (città antica)|Pompei]]]]
In molte culture, mitologie
Il Medioevo valorizzò il cane come il guardiano delle case e delle greggi, il compagno insostituibile nella caccia, anche simbolicamente, come l'immagine della fedeltà. Come incarnazione della fedeltà del [[vassallo]] al suo signore feudale, della donna al marito, esso compare nei monumenti sepolcrali cavallereschi ai piedi del defunto o della defunta. Il cane divenne un'immagine ambivalente, sia della [[virtù teologale]] della Fede, sia, negativamente, dell'invida e dell'ira.<ref>"Cane" in ''Lessico di iconografia cristiana'' di Gerd Heinz-Mohr, pagg. 84-86, Istituto di propaganda libraria, Milano, 1995.</ref>
Nella [[mitologia norrena]] è presente la figura del terribile [[Garmr]], cane infernale, e nell'ambito della mitologia e del folclore del centro-nord Europa è da menzionare anche la [[caccia selvaggia]], schiera furiosa di esseri soprannaturali, legati a [[divinità ctonie]], in cui compaiono anche i cani [[segugi]].<ref>Nella [[mitologia gallese]], associati alla Caccia selvaggia, c'erano i [[Cwn Annwn]], cani spettrali.</ref>. Va altresì evidenziato che dall'[[Europa]], all'[[America]], all'[[Asia]], nelle mitologie e nel folclore da tempi antichissimi è molto frequente la presenza del [[segugio infernale]].
Nell'arte rinascimentale il cane è simbolo della fedeltà e della fedeltà coniugale, come appare in alcune celebri opere: il ''[[Monumento funebre a Ilaria del Carretto]]'' a [[Lucca]], la ''[[Venere di Urbino]]'' e il ''[[Ritratto di Eleonora Gonzaga Della Rovere]]'' di [[Tiziano Vecellio]], il ''[[Ritratto dei coniugi Arnolfini]]'' di [[Van Dyck]].
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