Caligola: differenze tra le versioni

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|consolato = 4 volte:<ref name="Scarre36"/> nel [[37]],<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XV}}; {{AE|1987|163}}.</ref> [[39]],<ref name="CIL|6|2033">{{CIL|6|2033}}; {{AE|1952|112}}.</ref> [[40]]<ref name="CIL|10|6638">{{CIL|10|6638}}.</ref> e [[41]].<ref name="Scarre36" />
|pontificato massimo = nel [[37]]<ref name="Scarre36" />
}}
{{Bio
|Nome = Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Caligola
|PreData = {{latino|Gaius Iulius Caesar Augustus Germanicus}};<ref>{{IPA|/ˈɡaj.jʊs ˈjuː.lɪ.ʊs ˈkɐɛ̯.sar ɐʊ̯ˈɡuːs.tʊs ɡεrˈma.nɪ.kʊs/}} ([[Scrittura e pronuncia del latino#La pronuncia classica o restituta|pronuncia restituta]]), {{IPA|/ˈɡa.jus ˈju.ljus ˈtʃɛ.zar awˈɡus.tus dʒerˈma.ni.kus/}} ([[Scrittura e pronuncia del latino#La pronuncia ecclesiastica|pronuncia ecclesiastica]]).</ref> nelle [[Epigrafe|epigrafi]]: <small>C·CAESAR·AVG·GERMANICVS·[[Pontefice massimo|PON·M]]·[[Tribunicia potestas|TR·POT]]</small><ref>Testo per esteso dell'epigrafe: ''Gaius Caesar Augustus Germanicus, Pontifex Maximus, Tribunicia Potestas'' ({{AE|1952|112}}).</ref>
|Sesso = M
|LuogoNascita = Anzio
|LuogoNascitaLink = Anzio (città antica)
|LuogoNascitaAlt = <ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', VIII}}; {{cita|Nony 1988|I, 17}}.</ref>
|GiornoMeseNascita = 31 agosto
|AnnoNascita = 12
|NoteNascita = <ref name="SvCa8">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', VIII}}.</ref>
|LuogoMorte = Roma
|LuogoMorteLink = Roma (città antica)
|LuogoMorteAlt = <ref name="SvCa58">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LVIII}}.</ref>
|GiornoMeseMorte = 24 gennaio
|AnnoMorte = 41
|NoteMorte = <ref name="SvCa58" />
|Epoca = I
|Attività = imperatore
|Nazionalità = romano
|FineIncipit = , regnante con il nome di '''Gaio Cesare'''<ref>''Imperator Gaius Caesar''</ref> e meglio conosciuto con il soprannome di '''Caligola''',<ref group=N>''Caligula'', cioè "piccola [[caliga]]" ({{cita|Quidde 1894|pag. 13}}) per il tipo di calzari preferiti da adolescente ({{cita|Aurelio Vittore, ''De Caesaribus''|III, 5}}).</ref> è stato il terzo [[imperatore romano]], appartenente alla [[dinastia giulio-claudia]]. Regnò per meno di quattro anni<ref>{{cita|Tacito, ''Dialogus de oratoribus''|XVII}}.</ref> dal [[37]] al [[41]], anno della sua morte
}}
 
Le fonti storiche hanno tramandato di Caligola un'immagine di despota, sottolineandone stravaganze,<ref>{{Cita web|url=https://www.storicang.it/a/caligola-il-cesare-quale-tutto-era-permesso_15733|titolo=''Caligola, il cesare al quale tutto era permesso''|accesso=19 settembre 2023}}</ref> eccentricità e depravazione. Lo si accusa di aver dilapidato il patrimonio accumulato dal predecessore,<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXXVII}}; {{cita|Cassio Dione|LIX, 10}}.</ref> per quanto ciò avvenisse anche per ottemperare ai lasciti testamentari stabiliti da Tiberio e per offrire al popolo giochi, denaro e cibo.<ref name="Dio59.2">{{cita|Cassio Dione|LIX, 2}}.</ref> Le sue stravaganze, ispirate all'[[autocrazia]] dei monarchi orientali ellenistici<ref>{{cita|Adams 2007|pag. 156}}.</ref> e al disprezzo per la classe senatoria, non furono molto diverse dalla vendetta che Tiberio stesso mise in atto negli ultimi anni del suo principato.<ref name="Nony218">{{cita|Nony 1988|VI, 218}}.</ref>
D'altra parte ci sono aspetti che indicano che la sua amministrazione iniziale ebbe anche lati positivi, come la riduzione della tassa sulle vendite (''[[Aerarium militare|centesima rerum venalium]]'')<ref name="Dio59.9" /> e la realizzazione e ristrutturazione di alcune opere pubbliche.<ref name="SvCa21"/> Negli ultimi tempi diede segni di squilibrio mentale, tanto da indurre a credere che soffrisse di una malattia degenerativa.<ref>{{cita|Nony 1988|VI, 219}}.</ref> Fu [[omicidio|assassinato]] a 28 anni da alcuni soldati della [[guardia pretoriana]].<ref>{{cita|Aurelio Vittore, ''Epitome''|III, 10}}.</ref>
 
== Le fonti storiografiche ==
{{Vedi anche|Fonti e storiografia su Caligola}}
 
Le fonti storiografiche contemporanee di Caligola pervenuteci sono scarse e controverse, e questo fa sì che sia uno degli [[Imperatore romano|imperatori]] [[Dinastia giulio-claudia|giulio-claudi]] meno conosciuti. Suoi coevi furono [[Lucio Anneo Seneca]], che narra alcuni aneddoti dell'imperatore romano, e [[Filone di Alessandria]], che descrive le vicissitudini del [[Ebrei|popolo ebraico]] di quel periodo. Furono scritte altre opere a lui contemporanee, andate perdute, e perduta è anche la sezione degli ''[[Annales (Tacito)|Annales]]'' di [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] a lui dedicata.<ref name="Tac1.1">{{cita|Tacito, ''Annales''|I, 1}}.</ref>
 
Dunque, le superstiti fonti storiografiche di maggiore importanza sono le ''[[Vite dei Cesari]]'' di [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] e la ''[[Storia romana (Cassio Dione)|Historia romana]]'' di [[Cassio Dione]], che vissero molti anni dopo la morte di Caligola. Entrambi facevano parte della classe dirigente, avversa a questo ''princeps'', tanto che le informazioni contenute nelle loro opere vengono oggi riconsiderate alla luce della loro faziosità.<ref group=N>Nella biografia di Svetonio, solo quattordici capitoli sono dedicati a Caligola "principe", trentanove a Caligola "mostro"; {{cita|Smith 2003|pag. 319}}.</ref>
 
== Biografia ==
{{Vedi anche|Cronologia degli eventi principali riguardanti la vita di Caligola}}
 
{{citazione|Che mi odino, purché mi temano||''[[Oderint dum metuant]]''<ref>{{cita|Accio, ''Atreus''}}, in ''Tragicorum Romanorum fragmenta'' a cura di O.Ribbek, Lipsia 1897, p.203; {{cita|Seneca il giovane, ''De clementia''|I, 12, 4; Il, 2, 2}}; {{cita|Seneca il giovane, ''De ira''|I, 20, 4}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXX, 1}}: «''Egli spesso ripeteva il verso del poeta tragico: "Che odino, purché temano"''».</ref>|lingua=la}}
 
=== Origini familiari ===
{{vedi anche|Dinastia giulio-claudia}}
[[File:Caligae from side.jpg|miniatura|left|upright=1.0|Riproduzione di una [[caliga]], calzatura di [[cuoio]] utilizzata dai [[Esercito romano|militari romani]]]]
 
Caligola ("piccola [[caliga]]", la calzatura dei legionari, affettuoso soprannome datogli in giovane età dai soldati del padre,<ref name="SvCa9">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', IX}}.</ref> ma che lui non voleva che si usasse<ref name="SenCon.18">{{cita|Seneca il giovane, ''De constantia sapientis''|XVIII}}.</ref>), nato come Gaio Giulio Cesare Germanico, era il terzo figlio di [[Agrippina maggiore]] e di [[Germanico Giulio Cesare]], generale molto amato dal popolo romano.<ref name="SvCa4">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', IV}}.</ref> La madre era figlia di [[Marco Vipsanio Agrippa]] (amico fraterno di [[Augusto]]) e di [[Giulia maggiore (figlia di Augusto)|Giulia maggiore]] (figlia di primo letto di Augusto).<ref name="SvCa7">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', VII}}.</ref> Il padre era figlio di [[Druso maggiore]] (fratello di [[Tiberio]] e figlio di [[Livia Drusilla|Livia]], moglie di Augusto) e di [[Antonia minore]] (figlia di [[Marco Antonio]] e [[Ottavia minore]], sorella di Augusto).<ref name="SvCa1">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', I}}.</ref>
 
Suo padre Germanico, inoltre, era stato adottato da Tiberio su richiesta di Augusto.<ref>{{cita|Svetonio|''Augusto'', 65, 1; ''Tiberio'', 15, 2}}; {{cita|Velleio Patercolo|II, 102,3-103,2}}; {{cita|Syme 1989|p. 146}}.</ref> Questa particolare situazione familiare (che attraverso [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e il bisnonno Augusto, ne faceva un discendente di [[Venere (divinità)|Venere]]<ref>{{cita|Svetonio|''Giulio Cesare'', VI}}.</ref> ed Enea<ref>{{cita|Appiano|''Le guerre civili'', II, 68}}; {{cita|Cassio Dione|XLI, 34 e LXII, 18}}.</ref>), rendevano Caligola il più probabile successore del prozio Tiberio.<ref name="SvTi76" />
 
I suoi fratelli erano [[Nerone Cesare]], [[Druso Cesare]], [[Agrippina minore]] (la madre del futuro imperatore [[Nerone]]), [[Drusilla]] e [[Giulia Livilla (figlia di Germanico)|Giulia Livilla]]. I primi due, più anziani di lui, vennero mandati a morte da Tiberio,<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|V, 3}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XV}}; {{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 23}}.</ref> la sorella Drusilla, la più amata, morì durante il suo regno,<ref name="Dio59.10">{{cita|Cassio Dione|LIX, 10}}.</ref> mentre le altre due furono da lui esiliate e tornarono a Roma solo dopo la sua morte.<ref>{{cita|Aurelio Vittore, ''Epitome''|III, 4}}; {{cita|Cassio Dione|LIX, 22}}; {{cita|Sampoli 2003|XII, 193}}.</ref> Caligola ebbe anche altri due fratelli maschi, [[Tiberio Cesare (figlio di Germanico)|Tiberio Cesare]] (nato nel 10), [[Gaio Cesare (figlio di Germanico)|Gaio Cesare]] (nato nell'11), e una femmina (nata tra il 13 e il 14), che però morirono tutti prematuramente.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', VII-VIII}}; {{cita|Burns 2006|pag. 42}}; {{cita|Powell 2013|''Chronology'', IV-VI}}.</ref><ref group=N>Secondo alcuni storici Caligola non avrebbe avuto una sorella, ma un fratello maggiore nato nel 9, ma morto anche lui in tenera età ({{cita|Nony 1988|I, 20}}; {{cita|Powell 2015|XXXIV}}; {{cita|Sampoli 2003|XI, 171}}).</ref>
 
=== L'antica incertezza sul luogo di nascita ===
[[File:Domus rovine 6.JPG|miniatura|upright=1.0|Resti della [[Domus]] [[Nerone|Neroniana]] ad [[Anzio (città antica)|Anzio]], città natale di Gaio Cesare]]
 
[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] narra che al suo tempo il luogo di nascita di Gaio Cesare fosse incerto per la discordanza delle fonti.<ref name="SvCa8" /> Infatti secondo [[Gneo Cornelio Lentulo Getulico|Getulico]], i cui scritti sono però andati perduti, Caligola sarebbe nato a [[Tivoli]], mentre secondo [[Plinio il Vecchio]] ad ''[[Augusta Treverorum]]'' ([[Treviri]]).<ref name="SvCa8" /> Getulico sarebbe stato smentito da Plinio che lo accusò di aver mentito per mera adulazione (Tivoli è infatti una città consacrata a [[Ercole]]) e di aver perseverato nella menzogna, poiché a Tivoli era nato il fratello maggiore, morto prematuramente, anche lui di nome Gaio.<ref name="SvCa8" /> Plinio riferisce, invece, di aver individuato una lapide che recitava: "In onore del parto di Agrippina". Svetonio respinge questa tesi, sostenendo che Gaio fosse già nato quando il padre partì per le Gallie e che molto probabilmente la lapide si riferisse invece a una delle figlie.<ref name="SvCa8" /> Indica, infine, come luogo di nascita la città di [[Anzio (città antica)|Anzio]], come risulterebbe nei documenti ufficiali.<ref name="SvCa8" />
 
=== Giovinezza (12-37) ===
{{vedi anche|Età giulio-claudia}}
{{Immagine multipla
|titolo =
|allinea = left
|direzione = vertical
|larghezza = 160
|immagine1 = Bust Germanicus Massimo.jpg
|alt1 =
|didascalia1 = Busto di [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]], padre di Caligola ([[Museo Nazionale Romano]], [[Roma]])
|immagine2 = Agripina Maior (M.A.N. Madrid) 01.jpg
|alt2 =
|didascalia2 = Busto di [[Agrippina maggiore]], madre di Caligola ([[Museo archeologico nazionale di Spagna|Museo archeologico nazionale]], [[Madrid]])
}}
 
Nato ad [[Anzio (città antica)|Anzio]]<ref name="Grant1">{{cita|Grant 2012|I, 3, 1}}.</ref> il 31 agosto del [[12]], fu allevato nei primi anni di vita a Roma, tra gli affetti dello stesso [[Augusto]],<ref name="SvCa8" /> della bisnonna [[Livia Drusilla|Livia]], della nonna [[Antonia minore|Antonia]] e della madre [[Agrippina maggiore|Agrippina]].<ref name="Nony22">{{cita|Nony 1988|I, 22}}.</ref> Nell'estate del [[14]], all'età di quasi due anni, Gaio partì insieme ai genitori per il [[limes renano|fronte germanico-gallico]], dove rimase fino a quando il padre non ebbe portato a termine le [[Spedizione germanica di Germanico|spedizioni militari in Germania]] ([[14]] - [[16]]).<ref name="Nony22" /> Durante questi tre anni, rimase insieme alla madre nei pressi del Reno (ad ''[[Colonia Agrippina|Ara Ubiorum]]'', l'attuale [[Colonia (Germania)|Colonia]]), lontani dal teatro di guerra. Qui nacquero le prime due sorelle: [[Drusilla]] e [[Agrippina minore|Agrippina]].<ref>{{cita|Nony 1988|III, 42}}; {{cita|Barrett 2002|pag. XX}}.</ref>
 
Tornati a Roma nel [[17]], dopo aver assistito al [[trionfo]] paterno, partì nuovamente con la famiglia per l'Oriente.<ref name="SvCa10">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', X}}.</ref> La difficile situazione orientale aveva reso necessario un nuovo intervento romano, e Tiberio nel [[18]] aveva deciso di inviare il proprio figlio adottivo, [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]], a cui fu concesso l{{'}}''[[imperium proconsulare maius]]'' su tutte le province orientali.<ref>{{cita|Spinosa 1991|pp. 100-101}}.</ref> Il ''princeps'', tuttavia, non aveva fiducia in Germanico e decise di affiancargli un uomo di sua provata fiducia:<ref>{{cita|Spinosa 1991|pag. 104}}.</ref> la scelta cadde su [[Gneo Calpurnio Pisone]], che fu nominato governatore della [[Siria (provincia romana)|provincia di Siria]].<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|II, 43.2-6}}.</ref> Il 10 ottobre del 19 il padre morì dopo lunghe sofferenze. Prima di spirare, lo stesso Germanico confessò la propria convinzione di essere stato avvelenato da Pisone, e rivolse un'ultima preghiera ad Agrippina affinché vendicasse la sua morte.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|II, 72}}.</ref>
 
Subito si manifestò il sospetto che fosse stato Pisone a causarne la morte avvelenandolo; si diffuse anche la diceria di un coinvolgimento dello stesso Tiberio, quasi fosse il mandante del delitto di Germanico, avendo lo stesso scelto personalmente di inviare Pisone in Siria.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|III, 10; 12}}; {{cita|Scullard 1992|pag. 327}}.</ref> Quest'ultimo fu, pertanto, richiamato a Roma per essere processato e fu accusato anche di aver commesso numerosi altri reati in precedenza. L'imperatore tenne un discorso particolarmente moderato, evitando di schierarsi a favore o contro la condanna del governatore.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|III, 11}}.</ref> A Pisone non poté comunque essere imputata l'accusa di veneficio, che appariva, anche agli accusatori, impossibile da dimostrare; il governatore, tuttavia, certo di dover essere condannato per gli altri reati, preferì suicidarsi prima che venisse emesso il verdetto.<ref group=N>{{cita|Tacito, ''Annales''|III, 15}}; {{cita|Svetonio|(''Gaio Cesare'', II)}} racconta che, a causa della sospetta implicazione nella morte di Germanico, Pisone fu quasi linciato dalla folla e condannato a morte dal senato; {{cita|Barrett 2002|pag. 33}}.</ref> Le macchie sul corpo del padre, la bava nera che colava dalla bocca, il cuore rimasto indenne alla cremazione, perché, come si credeva, sembra fosse impregnato di veleno, costituirono per il piccolo Caligola i primi segni, orribili e traumatici, della fine di un'infanzia serena, ora che era stato messo di fronte alla morte paterna, agli intrighi e alle congiure di palazzo.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|II, 72, 73}}.</ref>
 
[[File:Great Cameo of France CdM Paris Bab264 white background.jpg|upright=1.0|miniatura|Nel registro centrale ci sono i membri della famiglia imperiale ancora vivi nel [[23]] e Caligola è il bambino sulla sinistra. Nel registro inferiore ci sono dei barbari prigionieri e in quello superiore importanti membri della dinastia, come [[Augusto]], [[Druso minore]], [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]] e [[Ascanio|Iulo]], mitico fondatore della dinastia ([[Gran Cammeo di Francia]], [[Musée des monnaies, médailles et antiques|Cabinet des Médailles]], [[Parigi]])]]
 
Quando Gaio e la madre tornarono a Roma, Tiberio non sembrò felice del loro rientro: il ''princeps'' e la nuora si sospettavano vicendevolmente di aver avvelenato Germanico. Frattanto [[Seiano]], il [[prefetto del pretorio]], amico e confidente dell'imperatore, iniziò ad architettare la fine di Agrippina, facendole giungere voci che la si volesse avvelenare.<ref name="Tac4.54">{{cita|Tacito, ''Annales''|IV, 54}}.</ref> Fu così che, quando durante un banchetto Tiberio le offrì del cibo, la stessa, respingendolo in modo plateale, provocò l'ira dell'imperatore<ref name="Tac4.54" /> che di lì a poco la accusò di lesa maestà in Senato, assieme al figlio [[Nerone Cesare]], imputato a sua volta di immoralità. Nel 29 Agrippina fu esiliata a [[Ventotene (isola)|Ventotene]], dove nel 33 si lasciò morire di fame, mentre il figlio Nerone, relegato a [[Ponza]], era già morto due anni prima, nel 31.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', VII}}; {{cita|Barrett 2002|pag. 55}}.</ref>
 
In seguito all'esilio della madre, Gaio andò a vivere sul [[Palatino]] dalla bisavola paterna, [[Livia Drusilla|Livia]], fino alla sua morte, quando ne pronunciò l'elogio funebre.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', X}}; {{cita|Spinosa 1991|III, 164}}.</ref> Costretto a trasferirsi nella dimora della nonna [[Antonia minore|Antonia]],<ref name="SvCa10" /> incontrò numerosi principi orientali [[regno cliente (storia romana)|vassalli di Roma]], che ne influenzarono il modo di fare politica: i tre giovani principi [[Tracia|traci]], [[Polemone II del Ponto|Polemone]] (a cui diede in seguito il [[regno del Ponto]] e del [[Regno del Bosforo Cimmerio|Bosforo]]), [[Remetalce III|Remetalce]] (a cui più tardi affidò metà dell'antico regno di [[Tracia]]) e [[Cotys IX|Cotys]] (a cui affidò quello dell'[[Armenia Minore]]).<ref>{{cita|Nony 1988|IX, 244}}.</ref> Conobbe anche [[Erode Agrippa I|Erode Agrippa]] (discendente dai [[Regno di Giuda|re di Giudea]] della [[dinastia erodiana]]), a cui rimase profondamente legato negli anni a venire da profonda amicizia,<ref>{{cita|Nony 1988|IX, 244}}; {{cita|Winterling 2011|42}}.</ref> e il cugino [[Tolomeo di Mauretania]] (figlio di [[Cleopatra VIII|Cleopatra Selene]], a sua volta figlia di [[Cleopatra]] e [[Marco Antonio]], nonché sorellastra di sua nonna Antonia).<ref name="Dunstan285">{{cita|Dunstan 2010|pag. 285}}.</ref> Come riferisce Svetonio, si dice che in questo periodo avesse deflorato la sorella [[Drusilla]] e che fosse stato sorpreso nel letto di lei dalla nonna Antonia.<ref name="A">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXIV}}.</ref>
 
Frattanto la corte imperiale andava riducendosi in numero, poiché Tiberio, temendo di essere al centro di ripetute congiure, ordinava spesso esecuzioni sommarie. Quando anche Seiano fu sospettato di voler aspirare al trono imperiale, Caligola entrò in maniera più attiva nella vita di corte.<ref name="SvCa12">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XII}}.</ref> Poco dopo la caduta di Seiano (nel 31), si riaprì la questione della successione. Fu in questa circostanza che Tiberio, ormai ritiratosi a [[Capri (Italia)|Capri]] dal [[26]], volle che a fargli compagnia fosse il nipote Caligola.<ref>{{cita|Sampoli 2003|XII, 190}}.</ref> Giunto sull'isola, Gaio ricevette la ''[[Toga|toga virilis]]'', senza che però gli fosse riservato alcun onore aggiuntivo.<ref name="SvCa10" /> Il ragazzo, durante il soggiorno sull'isola, mostrò grande autocontrollo e sembrò dimenticare tutte le crudeltà che Tiberio aveva compiuto nei confronti della sua famiglia.<ref name="SvCa10" /> In questa occasione l'oratore [[Gaio Sallustio Passieno Crispo|Passieno]] pronunciò la celebre frase: «Non c'è mai stato un servo migliore e un padrone peggiore».<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', X}}; {{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 20}}.</ref>
 
Svetonio racconta che, già in questo periodo, Gaio mostrò i primi segni della sua natura crudele e viziosa, assistendo spesso e volentieri alle esecuzioni capitali, oltre a frequentare taverne e bordelli, mascherandosi per non farsi riconoscere.<ref name="SvCa11">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XI}}.</ref> Tiberio che conosceva i vizi del nipote ne tollerava la condotta, e in lui cercava la sua vendetta personale nei confronti del popolo romano, che ormai lo odiava, tanto da fargli pronunciare la frase: «Gaio vive per la rovina sua e di tutti; io educo una vipera per il popolo romano, un [[Fetonte]] per il mondo».<ref name="SvCa11"/>
 
[[File:P1110641 Römisch-Germanisches museum Köln empereur Tibère rwk.JPG|miniatura|left|upright=0.8|Busto di [[Tiberio]], nonno adottivo di Caligola ([[Römisch-Germanisches Museum]], [[Colonia (Germania)|Colonia]])]]
 
Nel [[33]] Caligola sposò [[Giunia Claudia]],<ref>{{cita|Garzetti 1974|pag. 73}}.</ref> figlia di [[Marco Giunio Silano (console 15)|Marco Giunio Silano]], un personaggio di spicco dell'aristocrazia romana.<ref>{{cita|Barrett 1998|pag. 32}}; {{cita|Ferrill 1996|pag. 86}}; {{cita|Syme 1989|pag. 195}}.</ref> Sempre in quell'anno [[Druso Cesare]], il secondogenito di Germanico, era morto dopo essere stato condannato al confino nel [[30]] con l'accusa di aver cospirato contro Tiberio.<ref name="Spinosa_213">{{cita|Spinosa 1991|pag. 213}}.</ref> Alla morte del fratello, Gaio lo sostituì prima come [[augure]], poi come [[Pontefice (storia romana)|pontefice]].<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XII}}; {{cita|Grant 2012|I, 3, 1}}.</ref>
 
Quando Tiberio, nel [[35]], depositò il proprio testamento, potendo scegliere fra tre possibili eredi, vi incluse il nipote [[Tiberio Gemello]], figlio di Druso minore, e il nipote Gaio, figlio di Germanico.<ref name="SvTi76">{{cita|Svetonio|''Tiberio'', LXXVI}}.</ref> Restò dunque escluso il fratello dello stesso Germanico, [[Claudio]], che era considerato del tutto inadatto al ruolo di ''princeps'', in quanto debole nel fisico e di dubbia sanità mentale.<ref name="Spinosa_213" /> Il favorito nella successione apparve da subito il giovane Gaio di ventitré anni, poiché Tiberio Gemello, peraltro sospettato di essere in realtà figlio di Seiano (per le relazioni adulterine con la moglie di Druso minore, [[Claudia Livilla]]<ref>{{cita|Svetonio|''Tiberio'', LXII}}; {{cita|Spinosa 1991|pag. 214}}.</ref>), aveva dieci anni di meno: due ragioni sufficienti per non lasciargli il [[Principato (storia romana)|Principato]].<ref name="Scarre35">{{cita|Scarre 1995|pag. 35}}.</ref> Alla fine del [[36]] la moglie di Gaio, Giunia, morì di parto,<ref>{{cita|Ferrill 1996|pag. 106}}; {{cita|Nony 1988|XIX, 172}}.</ref> ma Silano, il suocero di Caligola, mantenne per il genero un affetto profondamente paterno.<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|IX, 65}}.</ref> Intanto, il [[prefetto del pretorio]] [[Quinto Nevio Cordo Sutorio Macrone|Macrone]] dimostrò da subito simpatia per Gaio, erede designato, guadagnandosene con ogni mezzo la fiducia,<ref>{{cita|Spinosa 1991|pag. 214}}.</ref> compreso il fatto di permettere che lo stesso avesse una relazione adulterina con sua moglie, [[Ennia Trasilla]].<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|IX, 65}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XII}}; {{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 45}}; {{cita|Nony 1988|XIX, 175}}; {{cita|Sampoli 2003|XII, 192}}.</ref>
 
Il 16 marzo del [[37]] le condizioni di salute di Tiberio si aggravarono, tanto che Caligola scese in piazza già acclamato imperatore dal popolo.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 50}}; {{cita|Spinosa 1991|III, 216}}.</ref> Tiberio, però, poco dopo si riprese ancora una volta, suscitando scompiglio tra coloro che avevano anzitempo acclamato il nuovo imperatore; il prefetto Macrone, tuttavia, mantenendo la necessaria lucidità, ordinò che Tiberio fosse soffocato tra le coperte.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 50}}; {{cita|Sampoli 2003|XII, 192}}; {{cita|Spinosa 1991|III, 217}}.</ref> Il vecchio imperatore, debole e incapace di reagire, spirò all'età di settantasette anni.<ref name="Scarre35" /> Secondo Svetonio fu lo stesso Caligola a uccidere Tiberio somministrandogli un veleno<ref name="SvTi73">{{cita|Svetonio|''Tiberio'', LXXIII}}.</ref> oppure soffocandolo sul letto di morte.<ref name="SvCa12" /> Secondo i contemporanei di Tiberio, però, il Principe morì per cause naturali.<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|IV, 25}}; {{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIII, 6.9}}.</ref>
 
=== Ascesa al trono (37) ===
{{Coin image box 1 double
| header = Gaio Cesare: [[dupondio]]<ref>{{cita|RIC|''Gaio Caligola'', I, 57}}.</ref>
| hbkg = #abcdef
| image = File:Germanicus Dupondius 19 2010354.jpg
| caption_left = [[Germanico Giulio Cesare|GERMANICVS CAESAR]], Caligola celebra il padre [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]] posto su una [[quadriga]] verso destra, con i pannelli decorati con la [[Vittoria (divinità)|Vittoria]]
| caption_right = SIGNIS RECEPT [[Spedizione germanica di Germanico|DEVICTIS GERMAN]], Germanico in piedi verso sinistra, solleva le armi e tiene un'[[Aquila (storia romana)|aquila]]
| width = 250
| footer = 29 mm, 16,10 g, 8 h, ([[tempio di Giunone Moneta|zecca di Roma antica]]); coniato nel [[37]]/[[41]] da Caligola in ricordo del trionfo del [[Germanico Giulio Cesare|padre]] dopo le sue [[Spedizione germanica di Germanico|imprese militari]] degli anni [[14]]-[[16]]
| position = right
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| background =
}}
 
Alla morte di [[Tiberio]],<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 50}}.</ref> gli eredi designati erano Caligola e [[Tiberio Gemello]].<ref name="Syme312">{{cita|Syme 1989|pag. 312}}.</ref> Quest'ultimo però non aveva ancora raggiunto l'età adulta (15 anni), mentre Gaio era il più amato dal popolo romano. Soldati e provinciali lo ricordavano quando, ancora bambino, aveva accompagnato il padre Germanico durante le campagne militari e la plebe romana lo acclamava come unico figlio dell'amato generale.
{{citazione|[Si avveravano] i voti del popolo romano ed anzi del genere umano, perché era il principe sognato dalla maggior parte dei provinciali, dei soldati, molti dei quali lo avevano conosciuto da bambino, e dalla plebe romana, che era commossa dal ricordo di suo padre Germanico e di tutta la sua famiglia perseguitata|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''[[Vite dei Cesari]]'', ''Gaio Cesare'', XIII; [[Sesto Aurelio Vittore|Aurelio Vittore]], ''De Caesaribus'', III, 2}}
 
Caligola tornò a Roma seguendo il corteo funebre di Tiberio e, entrato in città, ne pronunciò l'elogio funebre.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XV}}; {{cita|Sampoli 2003|XII, 192}}.</ref> Subito dopo partì per le isole di [[Isola di Ventotene|Ventotene]] e [[Ponza]], per riportare a Roma le ceneri della madre e del fratello Nerone.<ref name="SvCa15">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XV}}.</ref> Le prese con reverenza e le pose lui stesso nelle urne; poi salpò per [[Ostia (città antica)|Ostia]] e proseguì fino a Roma dove le pose nel [[mausoleo di Augusto]].<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 3.5}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XV}}.</ref> La folla al suo passaggio lo acclamò, definendolo "nostra stella" e "nostro bambino".<ref name="SvCa13">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XIII}}.</ref> Il [[Senato romano|Senato]] allora, su pressione del popolo, annullò il testamento di Tiberio, con la motivazione che l'imperatore prima di morire fosse uscito di senno, e proclamò nuovo ''[[Imperatore romano|princeps]]'' Caligola. Era il 18 marzo del [[37]].<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 1}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XIV}}; {{cita|Spinosa 1991|III, 221}}.</ref>
 
Il re dei Parti, [[Artabano II]], che da sempre aveva dichiarato il proprio odio nei confronti di Tiberio, rese omaggio al nuovo ''princeps'' offrendogli un'alleanza tra i due popoli.<ref name="SvCa14">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XIV}}.</ref> Nel periodo che seguì l'inizio del suo principato vennero spesso organizzate feste e banchetti gratuiti per l'intera cittadinanza di Roma (''[[Congiarium|congiaria]]''):<ref>{{cita|Aurelio Vittore, ''De Caesaribus''|III, 7}}.</ref> [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] aggiunge che, nei tre mesi successivi alla proclamazione di Caligola, furono sacrificati oltre {{formatnum:160000}} animali,<ref name="SvCa14" /> mentre [[Filone di Alessandria|Filone]] ricorda che durante i primi sette mesi del suo regno tutti i cittadini furono costantemente in festa.<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|II, 13}}.</ref>
 
{{citazione|Quando Gaio, dopo la morte di Tiberio Cesare, assunse il potere [...] tutto il mondo, dall'alba al tramonto del sole, tutti i paesi da questa parte ed al di là dell'Oceano, tutte le persone romane e tutta l'Italia e anche tutte le nazioni asiatiche ed europee se ne rallegrarono.|[[Filone di Alessandria]], ''De Legatione ad Gaium''}}
 
=== Il principato (37-41) ===
==== Politica interna ====
[[File:Obelisque Saint Peter's square Vatican City.jpg|upright=0.8|left|miniatura|L'[[Obelisco Vaticano|obelisco]] fatto portare da Caligola dall'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]] per abbellire il [[Circo di Nerone|circo di Gaio]] (oggi in [[piazza San Pietro]], [[Città del Vaticano]])]]
 
===== Primi atti (37) =====
Per compiacere il popolo, uno dei suoi primi atti ufficiali fu concedere l'amnistia ai condannati, agli esiliati da Tiberio e a tutti coloro che erano imputati in un processo.<ref name="SvCa15" /> Per tranquillizzare i testimoni nel processo di sua madre e dei suoi fratelli, fece portare nel Foro tutti gli incartamenti processuali e li bruciò.<ref name="SvCa15" /> Dichiarò che i pervertiti sessuali, inventori di accoppiamenti mostruosi, fossero espulsi dall'Urbe e mandati in esilio; permise di ricercare, diffondere e leggere gli scritti, un tempo banditi, di [[Tito Labieno (storico)|Tito Labieno]], [[Cassio Severo]] e [[Cremuzio Cordo]] (che denunciavano in molti casi la classe senatoria).<ref name="SvCa16" /> Attuò altre riforme per migliorare le condizioni della Repubblica, aumentare la libertà dei cittadini e combattere la corruzione.<ref name="SvCa16" />
 
Organizzò banchetti pubblici e prolungò la festività dei ''[[Saturnali]]a'' di un giorno.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 6}}; {{cita|Cassio Dione|LIX, 7}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XVII}}.</ref> Organizzò spesso spettacoli e giochi gratuiti per farsi benvolere dalla popolazione.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 7}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XVIII}}.</ref> Escogitò inoltre un nuovo tipo di spettacolo: tra [[Baia (Bacoli)|Baia]] e [[Pozzuoli]] fece costruire un ponte, lungo più di due chilometri e mezzo, composto da due file di navi ancorate e ricoperte di terra, a somiglianza della [[Via Appia]].<ref>{{cita|Aurelio Vittore, ''Epitome''|III, 9}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XIX}}.</ref> A causa dell'enorme quantità di navi utilizzate, per alcuni giorni il cibo scarseggiò in tutta Roma, poiché insufficienti erano i mezzi addetti al rifornimento della città, che lungo il Tevere conducevano le derrate alimentari dalle province al porto di Ostia e da qui all'Urbe.<ref name="SenBre.18.5">{{cita|Seneca il giovane, ''De brevitate vitae''|XVIII, 5}}.</ref> Non solo nell'Urbe organizzò questo genere di manifestazioni, ma anche in Sicilia (in particolare a [[Storia di Siracusa in epoca romana|Siracusa]]) e in [[Gallia]] (a ''[[Lugdunum]]'').<ref name="SvCa20">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XX}}.</ref>
 
Portò a termine alcune opere pubbliche, iniziate dal suo predecessore, come il [[tempio di Augusto]], oltre a ristrutturarne altre come il [[Teatro di Pompeo]].<ref name="SvCa21">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXI}}.</ref> Iniziò la costruzione dell'[[acquedotto Claudio]] (finito dal suo successore e dal quale prese il nome), dell'[[Acquedotto Anio novus]]<ref>{{cita|Plinio il Vecchio, ''Naturalis Historia''|XXXVI, 122}}; {{cita|Svetonio|''Claudio'', XX}}.</ref> e di un [[Anfiteatro di Caligola|nuovo anfiteatro]] presso il luogo in cui si tenevano le elezioni (che fu però abbandonato alla sua morte).<ref name="SvCa21" /> Ricostruì molti edifici e templi a Siracusa.<ref name="SvCa21" /> Progettò la ristrutturazione del palazzo di [[Policrate]] a [[Samo (isola)|Samo]], il Tempio di Apollo a [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]], la fondazione di una città sulle [[Alpi]] e il taglio dell'[[istmo di Corinto]].<ref>{{cita|Plinio il Vecchio, ''Naturalis Historia''|IV, 4}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXI}}.</ref> Fece portare a Roma l'[[obelisco Vaticano|obelisco]] che si trovava nel foro di [[Eliopoli]] e lo pose al centro di un [[Circo (antica Roma)|circo]] che iniziò a costruire, ma che fu portato a termine da Nerone e che prese da quest'ultimo il [[Circo di Nerone|nome]].<ref>{{cita|Plinio il Vecchio, ''Naturalis Historia''|XVI, 76}}; {{cita|Filipponi 2009|pag. 13}}.</ref> Rinnovò, infine, i porti di [[Reggio Calabria]] e della [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia]], al fine di aumentare l'importazione di grano dall'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]].<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 2.5}}; {{cita|Filipponi 2009|pag. 125}}.</ref>
 
===== Amministrazione provinciale =====
Nel [[37]], il primo anno del suo regno, Caligola dovette affrontare un disastro naturale ad [[Antiochia di Siria]]: il 9 aprile si verificò un [[terremoto]] che distrusse la città. L'imperatore, usando il denaro lasciatogli dal principato di Tiberio, provvide immediatamente a iniziare i lavori di ricostruzione e inviò a soprintendere e verificare un [[Legatus|legato]], un certo Salviano, e due [[Senato romano|senatori]], Lurio Vario e Ponzio. I tre fecero inoltre molte offerte alla città, costruendo delle [[Terme romane|terme]] e un Trinymphon per i matrimoni.<ref>{{cita|Downey 2015|pag. 89}}.</ref>
 
Nel [[38]] Caligola inviò un suo amico, [[Erode Agrippa I|Erode Agrippa]], contro il [[prefetto d'Egitto]], [[Aulo Avilio Flacco]],<ref>{{cita|Filone, ''Flaccus''|V, 26-28}}.</ref> un presunto cospiratore alla porpora imperiale che aveva legami con i separatisti egizi.<ref>{{cita|Filone, ''Flaccus''|III, 8}}; {{cita|Filone, ''Flaccus''|IV, 21}}.</ref> La popolazione greca di [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]] non vide di buon occhio Agrippa, poiché era un re [[Giudaismo|giudeo]].<ref>{{cita|Filone, ''Flaccus''|V, 29}}.</ref> Flacco allora provò a placare sia l'imperatore sia i Greci, facendo erigere sue statue nelle [[Sinagoga|sinagoghe]].<ref>{{cita|Filone, ''Flaccus''|VI, 43}}.</ref> Fu tutto inutile, poiché la rivolta scoppiò ugualmente in città;<ref>{{cita|Filone, ''Flaccus''|VII, 45}}; {{cita|Barrett 2002|pag. 67}}; {{cita|Winterling 2011|157}}.</ref> Flacco venne pertanto rimosso dal suo incarico e poco dopo fu giustiziato.<ref>{{cita|Filone, ''Flaccus''|XXI, 185}}.</ref>
 
Nel [[40]] scoppiò una nuova rivolta ad Alessandria d'Egitto, tra Greci ed Ebrei:<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XVIII, 8.1}}.</ref> questi ultimi erano accusati di empietà contro l'imperatore, poiché avevano distrutto le sue statue nei luoghi di culto.<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|XXX, 201}}; {{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XVIII, 8.1}}.</ref> La reazione di Caligola fu la decisione presa di far erigere una sua statua colossale all'interno dello stesso [[tempio di Gerusalemme]],<ref name="FilLeg30.203" /> cosa che si scontrava con la [[monoteismo|credenza monoteistica]] ebraica.<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|XVI, 115}}.</ref> Al governatore della [[Siria (provincia romana)|Siria]], Publio Petronio, fu dato l'ordine di intervenire con l'esercito,<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|XXXI, 213}}.</ref> ma Agrippa riuscì a convincerlo che non era necessario e l'imperatore acconsentì a non usare la forza contro il popolo ebraico.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XVIII, 8.1}}; {{cita|Winterling 2011|144}}.</ref>
 
===== Amministrazione economica e finanziaria =====
{{Coin image box 1 double
| header = Gaio Cesare: [[denario]]<ref>{{cita|RIC|''Gaio Caligola'', I, 18}}; [[Seconda zecca imperiale|Lyon]] 172; {{cita|RSC|2}}.</ref>
| hbkg = #abcdef
| image = File:Germanicus restitution Denarius 2120277.jpg
| caption_left = [[Germanico Giulio Cesare|GERMANICVS CAES]] P C CAES AVG GERM (Germanico Cesare Padre di Gaio Cesare Augusto Germanico), testa di [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]] padre dell'Imperatore Caligola
| caption_right = C CAESAR GERM [[Pontefice massimo|P M]] [[Tribunicia potestas|TR POT]] (Gaio Cesare Germanico, Pontefice Massimo, Potestà Tribunizia), testa laureata di Caligola verso destra
| width = 250
| footer = 18 mm, 3,58 g, 11 h, ([[seconda zecca imperiale|zecca di Lugdunum]]); coniato nel [[37]]/[[38]] da Caligola in ricordo del [[Germanico Giulio Cesare|padre]]
| position = right
| margin = 0
| background =
}}
 
Alla morte di [[Tiberio]] nelle casse del ''[[Fiscus Caesaris|fiscus]]'' romano si contavano ben {{formatnum:2700000000}} [[sesterzio|sesterzi]] che Caligola riuscì a dilapidare in meno di un anno.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 10}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXXVII}}.</ref> Questo enorme fondo che ereditò dal suo predecessore venne dilapidato tra la fine del [[38]] e l'inizio del [[39]]. Numerose furono infatti le elargizioni distribuite al popolo di Roma (''[[Congiarium|congiaria]]''), agli [[esercito romano|eserciti provinciali]] e alla [[guardia pretoriana]] (a cui conferì un [[donativo]] doppio rispetto a quello promesso da Tiberio, pari a {{formatnum:2000}} sesterzi ciascuno<ref name="Dio59.2" />), ai [[regno cliente (storia romana)|regni vassalli di Roma]] (il solo [[Antioco IV di Commagene]] ricevette {{formatnum:100000000}} di sesterzi<ref name="SvCa16"/>), oltre a spese a uso personale e della corte imperiale.<ref name="SvCa37">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXXVII}}.</ref>
 
Svetonio aggiunge che fece costruire bagni costosissimi, formati da enormi vasche con alternanza di acque calde e fredde. Faceva servire perle disciolte in aceto e cibi cosparsi d'oro in polvere, sostenendo di dover essere un uomo frugale oppure un [[Cesare (titolo)|Cesare]].<ref name="SvCa37" /> Stanziò una somma che giornalmente veniva lanciata dalla [[Basilica Giulia]] sulla folla sottostante.<ref name="SvCa37" /> Costruì navi di dimensioni spropositate, con dieci ordini di remi, decorate con gemme preziose e colori sgargianti, sulle quali erano state poste [[Terme romane|terme]], sale da pranzo, portici e [[Vigneto|piantagioni di viti]].<ref name="SvCa37" /> Si adoperò affinché i suoi architetti innalzassero immense [[Diga|dighe]], scavassero monti e producessero interramenti di vallate in tempi brevissimi.<ref name="SvCa37" />
 
In questo primo periodo, inoltre, rese noti tutti i conti dei fondi pubblici, come aveva fatto in passato anche Augusto ma non Tiberio, almeno da quando si era allontanato da Roma.<ref name="Dio59.9">{{cita|Cassio Dione|LIX, 9}}.</ref> Aiutò i [[vigiles|soldati]] a spegnere un incendio e diede assistenza a chi ebbe danni a causa di eventi naturali, oltre a sopprimere la tassa dell'1% che gravava sui beni venduti all'incanto (''[[Aerarium militare|centesima rerum venalium]]'').<ref name="Dio59.9" />
 
Terminati i fondi statali iniziò ad accumulare denaro con truffe e imbrogli.<ref name="SvCa38">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXXVIII}}.</ref> Si racconta che organizzò [[Asta (compravendita)|aste]] obbligatorie di ogni genere; modificò [[Testamento|testamenti]] per i motivi più disparati, nominandosi erede di sconosciuti; rifiutò di riconoscere la [[Cittadinanza romana|cittadinanza]] a moltissime persone, dichiarando che gli atti prima del principato di Tiberio fossero troppo antichi; incriminò chi aveva avuto una crescita del patrimonio da un censimento all'altro, processandolo e ottenendo enormi somme di denaro in pochissimo tempo;<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 14}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXXVIII}}.</ref> aumentò le tasse in modo esagerato e ne creò di totalmente nuove, come quelle sul cibo, sui processi, sulle cause, sulla prostituzione, sui matrimoni e sul gioco d'azzardo.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XL-XLI}}.</ref> Le nuove leggi non furono, infine, rese del tutto pubbliche in modo tale che, ignorandone l'esistenza, venivano violate, generando così pesanti multe che alimentavano le casse imperiali.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XLI}}.</ref>
 
===== Amministrazione giudiziaria e degli ordini =====
[[File:Caligula und Roma Kameo KHM IXa 59.jpg|miniatura|left|upright=0.8|[[Cammeo]] raffigurante Caligola e una personificazione di [[Roma (città antica)|Roma]] ([[Kunsthistorisches Museum]], [[Vienna]])]]
 
In generale la politica giudiziaria di Caligola si può dividere in due periodi: il primo, molto [[Liberalismo|liberale]] e [[Plebei|filo-popolare]], nel quale egli cercò anche il favore dell'[[Senato romano|ordine senatorio]]; il secondo, nel quale il ''[[Imperatore romano|princeps]]'' fece di tutto per accrescere il proprio potere, in una sorta di assolutismo monarchico, che egli sfruttò per accumulare ricchezze e per disporre del destino dei cittadini romani a suo piacimento.<ref name="Dio59.10" />
 
Dato che l'[[ordine equestre]] si stava riducendo di numero, convocò da tutto l'impero, anche al di fuori d'Italia, gli uomini più importanti per stirpe e ricchezza e li iscrisse all'ordine; ad alcuni di loro, per assecondare l'aspettativa di diventare senatori, concesse di vestire l'abito senatoriale ancor prima di aver assunto cariche in quelle [[magistratura (storia romana)|magistrature]] che davano accesso al Senato.<ref name="Dio59.9" /> Cercò di ristabilire, almeno formalmente, i poteri delle assemblee popolari, permettendo alla plebe di convocare nuovamente i comizi.<ref name="Dio59.9" />
 
==== Politica estera ====
[[File:Calig2en.png|thumb|right|Mappa dell'Impero romano e degli Stati confinanti sotto Caligola. Legenda: {{legend|#ff4444|Italia e provincie romane}}{{legend|#008bbb|Stati indipendenti}}{{legend|#ffb520|Stati clienti di Roma}}{{legend|#ff55ff|Regno di Mauretania, annesso all'Impero da Caligola}}{{legend|#a020a0|Tracia e Commagene, territori romani cui Caligola assegnò sovrani clienti}}]]
 
===== Occidente =====
Il fatto che Caligola appartenesse a una famiglia di importanti comandanti militari che si erano guadagnati gloria e onore con imprese belliche potrebbe aver destato in lui il desiderio di emularne le gesta. Se [[Druso maggiore]], il nonno paterno, e [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]], il padre, si erano concentrati in [[Germania Magna|Germania]], egli, per superare le loro gesta, credette di dover non solo conquistare in modo definitivo i territori compresi tra [[limes danubiano|Danubio]] e [[limes renano|Reno]], ma anche varcare l'oceano e sbarcare in [[Britannia]]. A tal scopo, per prima cosa creò due nuove [[Legione romana|legioni]], la ''[[Legio XV Primigenia|XV Primigenia]]'' e la ''[[Legio XXII Primigenia|XXII Primigenia]]''.<ref>{{cita|Keppie 1998|pag. 213}}.</ref>
 
Lasciata Roma all'inizio di settembre del [[39]],<ref>{{cita|Barrett 2002|pag. 69}}.</ref> condusse il suo esercito lungo il Reno, ammassandovi numerose legioni, insieme ai relativi [[Truppe ausiliarie dell'esercito romano|reparti ausiliari]] e un ingente quantitativo di vettovagliamenti.<ref name="SvCa43">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XLIII}}.</ref> A ottobre, dopo aver passato in rassegna le truppe, fece uccidere [[Gneo Cornelio Lentulo Getulico]], che era stato il [[Governatore provinciale romano|governatore]] della [[Germania superiore]] per dieci anni, poiché ne invidiava l'ottimo rapporto che aveva con le proprie truppe.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 22.5}}; {{cita|Barrett 2002|pag. 70}}.</ref>
 
La sua impresa risultò quasi del tutto inutile,<ref>{{cita|Tacito, ''De vita et moribus Iulii Agricolae''|XIII}}; {{cita|Grant 2012|I, 3, 2}}; {{cita|Sampoli 2003|XII, 193}}.</ref> se non per il fatto che [[Adminio]], figlio di [[Cunobelino]] re dei [[Britanni]], scacciato dal padre, giunse nell'accampamento dell'imperatore e fece atto di sottomissione.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XLIV}}; {{cita|Nony 1988|XVI, 296}}.</ref> Caligola rimase sul Reno senza però portare a termine alcuna operazione militare e rimproverò ai senatori di vivere tra i lussi mentre lui rischiava la vita in battaglia.<ref name="SvCa45">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XLV}}.</ref> Decise quindi di muovere le truppe verso l'Oceano, portando con sé numerose [[Armi d'assedio (storia romana)|macchine da guerra]].<ref name="SvCa46">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XLVI}}.</ref> Ordinò ai suoi uomini di togliersi l'elmo e raccogliere le conchiglie sulla spiaggia,<ref>{{cita|Aurelio Vittore, ''De Caesaribus''|III, 11}}.</ref> quasi fosse il [[Bottino di guerra (storia romana)|bottino di una battaglia]] vinta contro il mare.<ref name="SvCa45" /> Fece, infine, costruire in quel luogo una grande torre in memoria delle sue imprese vittoriose ed elargì ricompense ai suoi soldati.<ref name="SvCa45" />
 
Gli storici moderni hanno avanzato alcune teorie per spiegare questo genere di azioni: il viaggio verso [[la Manica]] viene interpretato come un'esercitazione, una missione di esplorazione<ref>{{cita|Bicknell 1968|pag. 469-505}}.</ref> oppure per accettare la resa del capo britannico Adminio.<ref>{{cita|Davies 1966|pag. 124–128}}; {{cita|Ghini 2013|pag. 158}}; {{cita|Malloch 2001|pag. 551-556}}.</ref> Le "conchiglie" (in latino ''conchae'') di cui racconta Svetonio potrebbero rappresentare invece una metafora dei [[Apparato genitale femminile|genitali femminili]], in quanto alle truppe fu probabilmente concesso di frequentare i [[lupanare|bordelli]] della zona; oppure di imbarcazioni britanne, che i soldati potrebbero aver catturato durante la breve spedizione.<ref>{{cita|Wardle 1994|pag. 313}}; {{cita|Woods 2000|pag. 80–87}}.</ref>
 
===== Oriente =====
[[File:Agrippa I-Herod agrippa.jpg|miniatura|left|upright=0.8|Ritratto di [[Erode Agrippa I]], amico e alleato di Caligola (''[[Promptuarii Iconum Insigniorum]]'', [[Guillaume Rouillé]])]]
 
In oriente, Caligola insediò come [[regno cliente (storia romana)|re clienti]] i tre giovani principi [[Tracia|traci]] che aveva avuto modo di frequentare in gioventù, a casa della nonna Antonia: a [[Polemone II del Ponto|Polemone II]] il [[regno del Ponto]] e del [[Regno del Bosforo Cimmerio|Bosforo]] (nel [[38]]), a [[Remetalce III]] metà dell'antico regno di [[Tracia]] e a [[Cotys IX]] l'[[Armenia Minore]].<ref name="Dio59.12">{{cita|Cassio Dione|LIX, 12}}.</ref> L'imperatore non seguì un'identica linea politica con i regni alleati orientali: si basò molto sulla simpatia e sulla fiducia personale che ogni singolo sovrano fu in grado di trasmettergli. Depose ed esiliò [[Mitridate di Armenia|Mitridate]], re d'Armenia; nominò [[Antioco IV di Commagene|Antioco]] [[re di Commagene]], regione ridotta a provincia nel [[17]], al quale regalò 100 milioni di sesterzi;<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 8}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XVI}}.</ref> elesse governatore dei territori di [[Batanea]] e [[Traconitide]] l'amico di infanzia, Erode Agrippa,<ref>{{cita|Filone, ''Flaccus''|V, 25}}; {{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XVIII, 6.10}}; {{cita|Adams 2007|pag. 259}}.</ref> donandogli in seguito anche il [[Regno di Giudea (Asmonei)|regno di Giudea]] dopo aver esiliato lo zio [[Erode Antipa]] (nel 39), accusato di volersi impadronire dei territori di Agrippa e di aver ordito una congiura contro l'imperatore, oltre alla [[Palestina]] nord-occidentale, che dalla morte di Erode Filippo II ([[34]]) era sotto il controllo diretto di Roma.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 8}}; {{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XVIII, 7.2}}.</ref>
 
===== Fronte africano =====
[[File:Ptolemy of Mauretania Louvre Ma1887.jpg|miniatura|upright=0.8|Busto di [[Tolomeo di Mauretania]], cugino di Caligola e da lui fatto uccidere ([[Museo del Louvre]], [[Parigi]])]]
 
La [[Mauretania]] era ormai da lungo tempo un regno cliente fedele a Roma, governato da [[Tolomeo di Mauretania]], discendente di [[Marco Antonio|Antonio]] e [[Cleopatra]] e cugino di secondo grado del principe.<ref>{{cita|Adams 2007|pag. 255}}.</ref> Nel [[40]] Caligola invitò Tolomeo a Roma, e «quando venne a sapere che era ricco», lo mandò a morte.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 25}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXXV}}; {{cita|Nony 1988|XII, 300}}.</ref> Dopo l'uccisione del re di Mauritania scoppiò una rivolta guidata da un suo liberto, [[Edemone]], che amministrava gli affari reali già dal [[37]], e che ebbe termine grazie all'intervento militare romano di [[Marco Licinio Crasso Frugi]] ([[41]]).<ref>{{cita|Nony 1988|XII, 301}}.</ref> La Mauretania fu quindi annessa e successivamente divisa in due province, [[Mauretania Tingitana]] e [[Mauretania Cesariensis]], separate dal fiume ''Mulucha'' (oggi [[Muluia]]).<ref>{{cita|Plinio il Vecchio, ''Naturalis Historia''|V, 2}}.</ref> Se Plinio sostiene che la divisione fu operata da Caligola, Cassio Dione al contrario afferma che solo in seguito alla rivolta del [[42]], soffocata nel sangue dalle truppe romane poste sotto il comando di [[Gaio Svetonio Paolino]] e [[Gneo Osidio Geta]], fu operata la scissione in due province indipendenti;<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 8}}.</ref> questa confusione potrebbe essere stata generata dal fatto che fu Caligola a prendere la decisione di dividere la provincia, ma che la sua realizzazione venne rinviata a causa della successiva ribellione.<ref name="Barrett118">{{cita|Barrett 1998|pag. 118}}.</ref> Il primo governatore equestre delle due province fu un certo [[Marco Fadio Celere Flaviano Massimo]] ([[44]]).<ref name="Barrett118" />
 
I dettagli della conquista della Mauritania non sono chiari sebbene Cassio Dione vi avesse dedicato un intero capitolo, purtroppo andato perduto.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 25}}.</ref> L'annessione operata da Caligola sembra avesse un movente strettamente personale, vale a dire il timore e la gelosia del cugino del ''princeps'', Tolomeo. L'espansione non sarebbe stata quindi determinata, almeno inizialmente, da esigenze economiche o strategico-militari.<ref>{{cita|Sigman 1977|pag. 415–439}}.</ref> Tuttavia la ribellione di [[Tacfarinas]] aveva mostrato quanto l'[[Africa (provincia romana)|Africa proconsolare]] fosse debole lungo i suoi confini occidentali e di come i re clienti di Mauretania fossero importanti nel fornire la loro protezione alla provincia, ed è quindi possibile che l'annessione operata da Caligola rappresentasse una risposta strategica alle potenziali minacce future.<ref name="Barrett118" />
 
==== La malattia (ottobre del 37) ====
[[File:Gaius Caligula Head.jpg|miniatura|left|upright=0.8|Busto di Caligola ([[Getty Villa]], [[Pacific Palisades]], [[California]])]]
 
Fin da giovane Caligola era soggetto a [[Lipotimia|svenimenti]] improvvisi: {{quote|Divenuto adolescente, era abbastanza resistente alle fatiche, ma qualche volta, colto da un'improvvisa debolezza, poteva a mala pena camminare, stare in piedi, e a stento poteva ritornare in sé e reggersi. Lui stesso si era accorto del suo disordine mentale e più di una volta tanto che pensò spesso di ritirarsi e curare il proprio cervello.|{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', 50}}}}
 
Nell'ottobre del [[37]] l'imperatore fu colpito da una grave malattia,<ref>{{cita|Barrett 2002|pag. 63}}.</ref> notizia che turbò profondamente il popolo romano che fece voti per la salvezza del proprio ''princeps'';<ref name="SvCa14" /> Svetonio e Cassio Dione riportano il caso di un [[Ordine equestre|cavaliere]], Atanio Secondo, che promise di combattere nell'arena come [[gladiatore]] in caso di sua guarigione: egli mantenne la promessa, combattendo, vincendo lo scontro e salvandosi la vita.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 8}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XIV}}.</ref> Al contrario, un plebeo che fece un'identica promessa, in seguito alla guarigione di Gaio, pretese di sciogliere il voto, ma venne arrestato e morì dopo essere stato gettato dalle [[mura serviane]].<ref name="Dio59.8">{{cita|Cassio Dione|LIX, 8}}.</ref>
 
Caligola si riprese dalla malattia, anche se da questo momento in poi vi fu un netto peggioramento della sua condotta morale.<ref name="Nony218" /> Sulla malattia e sulle cause gli storici non concordano, ma tutti considerano questo evento come lo spartiacque tra il suo primo periodo di governo e il successivo, caratterizzato da una condotta folle.<ref name="SvCa22">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXII}}.</ref> Osserva [[Filone di Alessandria]]:
{{citazione|[...] non passò molto tempo e l'uomo che era stato considerato benefattore e salvatore [...] si trasformò in essere selvaggio o piuttosto mise a nudo il carattere bestiale che aveva nascosto sotto una finta maschera|[[Filone di Alessandria]], ''De Legatione ad Gaium'', 22}}
 
Per Filone, Dio si servì di Caligola, trasformandolo dopo la malattia da ottimo principe e fortunato erede di Tiberio in un pazzo carnefice destinato a compiere la vendetta divina contro i giudei e i romani, quella stessa che avrebbe poi punito il suo persecutore, liberando alla fine gli stessi israeliti.<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|14, 22, 42, 59, 63, 66-73}}.</ref>
 
La malattia fu attribuita agli eccessi compiuti all'inizio del principato;<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|II, 14}}.</ref> in particolare [[Decimo Giunio Giovenale|Giovenale]] e Svetonio indicano come causa della pazzia di Caligola l'aver usato un afrodisiaco (''poculum amatorium'') a lui offerto dalla moglie Milonia Cesonia.<ref>{{cita|Giovenale, ''Satire''|VI, 615-617}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', L}}.</ref> Sono state ipotizzate dagli studiosi moderni, come cause degli sbalzi d'[[disturbi dell'umore|umore]], delle [[allucinazione|allucinazioni]], dell'[[insonnia]] e delle [[paranoia|paranoie]] di cui soffriva l'imperatore, [[disturbo mentale|disturbi mentali]] veri e propri ([[schizofrenia]], [[disturbo bipolare]] o altri<ref group=N>V. Massaro, I. Montgomery, "Gaius - Mad, Bad, Ill or All Three?" ipotizzano il [[disturbo bipolare]], altri si riferiscono a [[Disturbo di personalità|disturbi della personalità]] ([[disturbo borderline di personalità|borderline]], [[disturbo antisociale di personalità|antisociale]], ecc.)</ref>), patologie come l'[[epilessia]],<ref group=N>Malattia già attribuita a [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] e da alcuni a tre fratelli di Caligola morti molto piccoli, oltre che a [[Claudio]] e [[Tiberio Claudio Cesare Britannico|Britannico]], zio e cugino di Gaio (in particolare si veda {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', V}} per l'attribuzione di crisi epilettiche al giovanissimo Caligola)</ref> l'[[ipertiroidismo]] (es. [[tiroidite di Hashimoto]]), l'[[encefalite]] [[Herpes simplex|erpetica]],<ref name=ferreira>{{cita|Ferreira Camargo, Ghizoni Teive 2018}}.</ref> la [[neurolue]]<ref name=ferreira/><ref group=N>La neurolue (o neurosifilide) è una [[Malattia sessualmente trasmissibile|malattia venerea]], la cui presenza nell'antichità sul continente europeo è dibattuta; a favore dell'ipotesi si vedano: Henneberg M, Henneberg RJ (2002). "Reconstructing Medical Knowledge in Ancient Pompeii from the Hard Evidence of Bones and Teeth". In J Renn, G Castagnetti (eds.). Homo Faber: Studies on Nature. Technology and Science at the Time of Pompeii. Rome: "L'Erma" di Bretschneider. pp. 169–87. e Henneberg M, Henneberg RJ (1994). "Treponematosis in an Ancient Greek colony of Metaponto, Southern Italy 580–250 BCE". In O Dutour, G Palfi, J Berato, J-P Brun (eds.). The Origin of Syphilis in Europe, Before or After 1493?. Toulon-Paris: Centre Archeologique du Var, Editions Errance. pp. 92–98.</ref> e il [[saturnismo]].<ref group=N>Il saturnismo è l'intossicazione provocata dal [[diacetato di piombo]], componente dello "zucchero di Saturno", usato come dolcificante per il vino e prodotto facendo bollire e concentrare il [[mosto]] in pentoloni di piombo. Vittima dello stesso avvelenamento fu probabilmente Tiberio durante la vecchiaia. (In {{cita|Castellino, Sannolo 1994|pag. 5}}; Robert S. Katz, "The Illness of Caligula" CW 65(1972),223-25, ma smentito da M. Gwyn Morgan, "Caligula's Illness Again", CW 66(1973), 327–29.) In "Gaius Caligula's mental illness", B. Sidwell afferma l'impossibilità di stabilire una reale malattia di Caligola.</ref>
 
==== Declino (38-41) ====
[[File:Caligula - MET - 14.37.jpg|miniatura|upright=0.8|Busto di Caligola ([[Metropolitan Museum of Art]], [[New York|New York City]])]]
 
Fu in questo periodo che Gaio comprese quali fossero i rischi a cui andava incontro, poiché la carica di imperatore era ambita da molti.<ref name="Dunstan285" /> Anche se si ristabilì completamente dalla malattia, il suo modo di governare mutò profondamente.<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|IV, 22}}; {{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XVIII, 7.2}}.</ref> Le fonti antiche lo definirono «pazzo» dotato di una «follia sanguinaria».<ref>{{cita|Aurelio Vittore, ''De Caesaribus''|III, 9}}; {{cita|Montanelli 2011|''Tiberio e Caligola'', 256-257}}; {{cita|Nony 1988|VI, 218}}.</ref>
 
Il suo breve [[principato (storia romana)|principato]] fu caratterizzato, infatti, da ripetuti massacri degli oppositori, e da atti di governo che miravano a umiliare la classe senatoria e l'intera [[Nobilitas|nobiltà romana]].<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 8}}; {{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|IV, 28-29}}; {{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.1}}; {{cita|Nony 1988|VI, 218}}.</ref> Celeberrimo è l'episodio del suo amato cavallo, ''[[Incitatus]]'', che, secondo una tradizione riportata da Svetonio e Cassio Dione, Caligola si riprometteva di nominare console, un proposito estremo di scherno ai senatori al quale, però, non diede seguito nei suoi pochi anni di regno.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 28.6}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LV}}; {{cita|Winterling 2011|pp. 103-104}}.</ref> Il suo comportamento dispotico determinò numerose congiure, tutte sventate tranne l'ultima.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.2}}.</ref>
 
Caligola, subito dopo la malattia, assunse atteggiamenti autocratici e provocatori.<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|XXIX}}; {{cita|Seneca il giovane, ''De brevitate vitae''|XVIII, 5}}; {{cita|Seneca il giovane, ''De ira''|XVIII, 1}}.</ref> Fu accusato, infatti, di giacere con le mogli di importanti esponenti dell'aristocrazia romana e di vantarsene;<ref name="SenCon.18.1">{{cita|Seneca il giovane, ''De constantia sapientis''|XVIII, 1}}.</ref> di uccidere per puro divertimento;<ref name="SenIra.18.1">{{cita|Seneca il giovane, ''De ira''|XVIII, 1}}.</ref> di dilapidare deliberatamente il patrimonio statale<ref name="SenBre.18.5" /> e di aver ordinato l'erezione di una statua colossale nel [[Tempio di Gerusalemme]], sfidando le usanze religiose dei Giudei.<ref name="FilLeg30.203">{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|XXX, 203}}.</ref> Egli, d'altro canto, si rese popolarissimo con laute elargizioni alla plebe e costosi giochi circensi,<ref>{{cita|Montanelli 2011|''Tiberio e Caligola'', 256}}.</ref> ma anche il popolo gli si rivoltò contro quando alzò nuovamente le tasse.<ref>{{cita|Nony 1988|XVIII, 311}}.</ref>
 
Se gli imperatori prima di lui avevano scelto, almeno nella parte occidentale dell'impero, di mantenere i legami con le tradizioni repubblicane, egli virò sensibilmente verso Oriente: non solo aveva in mente di trasferire la capitale imperiale ad Alessandria d'Egitto<ref>{{cita|Adams 2007|pag. 290}}.</ref> (come voleva il suo bisnonno [[Marco Antonio]]),<ref>{{cita|Cambiaggio 1969|pag. 292}}.</ref> ma anche di instaurare una forma di [[Assolutismo monarchico|monarchia assoluta]], a quel tempo ancora sconosciuta in [[Italia romana|Italia]]<ref name="Grant3">{{cita|Grant 2012|I, 3, 3}}.</ref> ma che di fatto fu posta in atto da [[Domiziano]], [[Commodo]] e da tutti gli imperatori romani dal [[III secolo]] in poi. Adottò, pertanto, una politica volta a diventare un sovrano a cui si rendevano onori divini sul modello delle monarchie orientali, esasperando il noto processo di divinizzazione degli imperatori defunti.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXII}}; {{cita|Nony 1988|VI, 218}}.</ref>
 
La sua inclinazione filoellenista gli fece, infine, programmare un lungo viaggio ad Alessandria, in [[Anatolia|Asia minore]] e [[Siria (provincia romana)|Siria]].<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|XLIII, 338}}; {{cita|Adams 2007|pag. 267}}.</ref>
 
==== Caligola principe e divinità ====
Quando alcuni sovrani stranieri andarono a [[Roma (città antica)|Roma]] per rendere omaggio all'imperatore e per discutere delle loro nobili origini familiari, Caligola gridò: «Ci sia un solo capo, un solo re» e fu sul punto di restaurare seduta stante la monarchia.<ref name="SvCa22" /> Nel [[40]] Caligola iniziò una politica molto controversa di affiancamento del titolo di principe al ruolo di divinità: iniziò infatti ad apparire in pubblico vestito come [[Dio|dei]] e [[Semidio|semidei]] del [[Religione romana|pantheon romano]], quali [[Ercole]], [[Venere (divinità)|Venere]] e [[Apollo]].<ref>{{cita|Filone, ''De Legatione ad Gaium''|XI-XV}}.</ref> Iniziò a riferirsi a sé stesso come dio, facendosi chiamare ''[[Giove (divinità)|Giove]]'' nelle cerimonie pubbliche.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 26-28}}.</ref>
 
[[File:RomaForoRomanoTempioCastori.jpg|miniatura|left|upright=0.8|Rovine del [[Tempio dei Dioscuri|tempio di Castore e Polluce]], nel [[Foro Romano]]]]
 
Ossessionato dall'idea di regalità, la vedeva impersonata in Giove, il re di tutti gli dei, del quale Caligola riprese gli epiteti nei ''cognomina'': ''Optimus Maximus Caesar''.<ref name="SvCa22" /> Con Giove Capitolino l'imperatore manteneva un rapporto confidenziale, quasi di fratellanza e complicità.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1, 4}}.</ref> Riferisce Svetonio:
{{citazione|Di giorno... parlava in segreto con Giove Capitolino, ora sussurrando e porgendo a sua volta l'orecchio. Ora a alta voce e senza risparmiargli rimproveri. Infatti si sentirono le sue parole di minaccia. ''o tu elimini me o io te'', finché non si lasciò persuadere - a sentir lui - dall'invito a condividere la sede e collegò i [[palazzi imperiali del Palatino]] al Campidoglio con un ponte che passava sopra il tempio del Divino Augusto|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vite dei Cesari'', ''Gaio Cesare'', XXII}}
 
Questo, che può apparire un comportamento bizzarro, in realtà faceva parte delle consuetudini [[religione romana|religiose romane]], come riferiscono altre fonti antiche a proposito di [[Publio Cornelio Scipione|Scipione l'Africano]] che abitualmente aveva dialoghi mistici con Giove Capitolino.<ref>{{cita|Valerio Massimo|VIII, 15, 1}}.</ref> La frase blasfema di Caligola rivolta a Giove («o tu elimini me o io te»), racconta Cassio Dione, va riferita alla stizza dell'imperatore nei confronti di Giove Tonante, che con i tuoni e i fulmini, dei quali aveva peraltro paura, gli aveva impedito di assistere tranquillamente agli spettacoli dei pantomimi, e per rispondere e contrapporsi al dio
{{citazione|[Caligola] Aveva anche escogitato un'invenzione con cui rispondeva con tuoni ai tuoni e mandava lampi in risposta ai lampi: e quando cadeva un fulmine lanciava a sua volta un sasso come se fosse un dardo ripetendo ogni volta il verso d'Omero, ''o tu elimini me o io te''|[[Cassio Dione]], LIX, 28,6}}
 
Fu inaugurato un luogo sacro predisposto all'adorazione dell'imperatore a [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]], nella [[Provincia (storia romana)|provincia]] d'[[Asia (provincia romana)|Asia]], e altri due templi furono eretti a Roma.<ref name="Dio59.28">{{cita|Cassio Dione|LIX, 28}}.</ref> Il [[Tempio dei Dioscuri|tempio di Castore e Polluce]] fu annesso da Caligola al palazzo imperiale del Palatino e fu dedicato al ''princeps''.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 28}}; {{Cita pubblicazione|autore=James Sanford|titolo=Did Caligula have a God complex?|rivista=Stanford Report|data=10 settembre 2003}}</ref> Svetonio racconta come il principe arrivò a prolungare una parte del palazzo fino al Foro e trasformò il tempio di Castore e Polluce nel suo vestibolo, sedendosi spesso tra le statue dei due fratelli divini, in modo da offrirsi all'adorazione dei passanti. Inoltre fece rimuovere le teste di svariate statue di divinità e le fece rimpiazzare con la sua.<ref>{{cita|Farquhar 2001|pag. 209}}.</ref> Si diceva che volesse essere adorato come ''Neos Helios'', il "Nuovo Sole"; infatti fu rappresentato come [[Sole (divinità)|questa divinità]] sulle monete egiziane.<ref>{{cita|Ward, Yeo, Heichelheim 1999}}.</ref>
 
La politica religiosa di Caligola fu molto diversa da quella degli altri imperatori romani, infatti gli imperatori in vita erano adorati come dèi solo in Oriente, mentre a Roma si adoravano come dei solo dopo la morte.<ref name="Dio51.20">{{cita|Cassio Dione|LI, 20}}.</ref> Caligola cominciò a farsi adorare dai cittadini di Roma, compresi i senatori, come un dio vivente.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 26-28}}; {{cita|Grant 2012|I, 3, 3}}.</ref>
 
==== Vita privata ====
===== Onori alla sua famiglia =====
[[File:Eustache Le Sueur - Caligula Depositing the Ashes of his Mother and Brother in the Tomb of his Ancestors - WGA12607.jpg|miniatura|upright=0.8|''Caligola che deposita le ceneri della madre e del fratello nella tomba degli antenati'', [[Eustache Le Sueur]], [[1647]] ([[Royal Collection]], [[Castello di Windsor]])]]
 
In onore della madre Agrippina fece istituire dei nuovi giochi circensi, durante i quali una statua della donna veniva portata in processione al pari degli dèi.<ref name="Dio59.3_SvCa15">{{cita|Cassio Dione|LIX, 3}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XV}}.</ref> In memoria del padre cambiò il nome del mese di settembre in ''Germanico'',<ref name="SvCa15" /> proclamò un giorno di sacrifici annuale in onore dei fratelli.<ref name="SvCa15" /> e per [[senatoconsulto]] fece attribuire a sua nonna [[Antonia minore|Antonia]] tutti gli onori di cui aveva goduto in passato [[Livia Drusilla|Livia Augusta]].<ref name="Dio59.3_SvCa15" /> Prese suo zio [[Claudio]] come collega durante il suo primo consolato,<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XV}}; {{cita|Sampoli 2003|XIII, 213}}; {{AE|1987|163}}.</ref> adottò Tiberio Gemello il giorno che raggiunse l'età adulta e lo nominò ''Princeps Iuventutis''.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 2}}; {{cita|Cassio Dione|LIX, 8}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XV}}; {{cita|Ghini 2013|pag. 23}}.</ref> Fece includere in ogni giuramento una formula che ricordasse le sue sorelle:<ref name="Dio59.3">{{cita|Cassio Dione|LIX, 3}}.</ref> «Non avrò più cari me stesso ed i miei figli di quanto non siano Gaio Cesare e le sue sorelle», e così pure nelle relazioni tra consoli: «Per la prosperità e la fortuna di Gaio e delle sue sorelle».<ref name="SvCa15" /> Fu inoltre stabilito che il giorno in cui aveva assunto il potere fosse chiamato ''[[Parilia]]'' (21 aprile, data della [[fondazione di Roma]]), come se lo Stato fosse nato una seconda volta.<ref name="SvCa16">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XVI}}.</ref>
 
===== Rapporti con i familiari =====
{{Coin image box 1 double
| header = Gaio Cesare: [[sesterzio]]<ref>{{cita|RIC|''Gaio Cesare'', I 33}}; {{cita|BMCRE| 36}}; CBN 47, pl. XIII; {{cita|Cohen|4}}.</ref>
| hbkg = #abcdef
| image = File:Caligula sestertius RIC 33 680999.jpg
| caption_left =C CAESAR AVG GERMANICVS [[Pontefice massimo|PON M]] [[tribunicia potestas|TR POT]] (Gaio Cesare Augusto Germanico, Pontefice Massimo, Potestà Tribunizia), testa laureata verso sinistra
| caption_right = [[Agrippina minore|AGRIPPINA]], [[Drusilla|DRVSILLA]], [[Giulia Livilla (figlia di Germanico)|IVLIA]] [[Senatoconsulto|S C]], le tre sorelle di Caligola, Agrippina, Drusilla e Giulia Livilla, rappresentate come le tre dee della ''[[Securitas]]'', della [[Concordia (divinità)|Concordia]] e della [[Fortuna (divinità)|Fortuna]]<ref>{{cita|Barrett 2002|pag. 61}}.</ref>
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| footer = 27,92 g, 7 h, ([[tempio di Giunone Moneta|zecca di Roma antica]]); coniato nel [[37]]/[[38]] da Caligola in onore delle tre sorelle
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}}
 
Se Caligola all'inizio del regno rese onore ai suoi familiari, con il tempo il rapporto che ebbe con loro andò peggiorando. Svetonio racconta che preferì nascondere di essere nipote di [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]], poiché gli erano attribuite umili origini, affermando invece che sua madre fosse nata da un incesto tra [[Giulia maggiore (figlia di Augusto)|Giulia maggiore]] e [[Augusto]] stesso, gettando pertanto discredito sull'immagine del primo imperatore romano.<ref name="SvCa23">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXIII}}.</ref> Si fece spesso beffe della sua bisavola [[Livia Drusilla]], definendola un «Ulisse in gonnella» e rimproverandole che suo nonno, [[Marco Aufidio Lurcone|Alfidio Lurcone]], fosse un semplice [[decurione]] di ''[[Fondi|Fundi]]''.<ref name="SvCa23" /> L'unico suo antenato di cui avesse rispetto fu [[Marco Antonio]]:<ref name="Adams227">{{cita|Adams 2007|pag. 227}}.</ref> Cassio Dione ci tramanda che, quando i due consoli in carica festeggiarono la [[Battaglia di Azio|vittoria di Augusto su Antonio]], Caligola li rimosse dal loro incarico.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 20}}.</ref> Questo apprezzamento nei confronti di Antonio fu dovuto probabilmente ai racconti della nonna [[Antonia minore|Antonia]], figlia del [[Triumvirato|triumviro]], da cui prese anche la comune passione per l'[[ellenismo]].<ref name="Adams227" />
 
[[File:Portrait of Caligula (with traces of polychromy), AD 37-41, Ny Carlsberg Glyptotek, Copenhagen (13192024785).jpg|miniatura|upright=0.8|Busto di Caligola, con tracce di policromia ([[Ny Carlsberg Glyptotek]], [[Copenaghen]])]]
 
Preferì ricevere la nonna Antonia non in privato ma alla presenza del prefetto del pretorio Macrone; successivamente secondo alcune fonti, la fece uccidere avvelenandola.<ref name="Dio59.3_SvCa23">{{cita|Cassio Dione|LIX, 3}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXIII}}.</ref> Svetonio riporta che Antonia morì per una malattia causata dal trattamento ostile da parte di Caligola, anche se aggiunge che vi furono voci che sostennero che fosse fatta avvelenare dal nipote, mentre secondo Dione Cassio Caligola la fece suicidare perché lo rimproverava. Fece uccidere anche il cugino Tiberio Gemello accusandolo falsamente di aver attentato alla sua vita e liberandosi così di questo scomodo rivale.<ref name="Dio59.3_SvCa23" /> Obbligò anche il suocero [[Marco Giunio Silano (console 15)|Marco Giunio Silano]] a suicidarsi, accusandolo anch'egli di aver attentato alla sua vita.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXIII}}; {{cita|Barrett 1998|pag. 76}}.</ref> In quest'ultimo caso sembra che furono "comprate" alcune testimonianze, tra cui quella del senatore Giulio Grecino, il quale però alla fine si rifiutò di confessare il falso e per questo fu messo a morte.<ref>{{cita|Tacito, ''De vita et moribus Iulii Agricolae''|IV}}.</ref> Quanto allo zio [[Claudio]], lo tenne in vita solo per farne un suo zimbello e oggetto di spasso.<ref name="SvCa23" />
 
Con le tre sorelle ebbe un rapporto molto intimo, seppure complicato, in particolar modo con [[Drusilla]].<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXIV}}; {{cita|Sampoli 2003|XII, 193}}; {{cita|Syme 1989|pag. 179}}.</ref> Egli fu infatti geloso di suo marito, [[Lucio Cassio Longino]], costringendoli a divorziare; la trattò come se fosse sua moglie e quando si ammalò la nominò erede al trono imperiale.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 11}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXIV}}; {{cita|Barrett 2002|pag. 66}}.</ref> Intratteneva rapporti incestuosi con tutte e tre e non lo nascondeva pubblicamente.<ref>{{cita|Eutropio, ''Breviarium ab Urbe Condita''|VII, 12}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXIV}}.</ref>
 
Quando Drusilla morì, sospese ogni genere di attività e le organizzò dei funerali pubblici, divinizzandola il giorno 23 settembre del [[38]] con un [[senatoconsulto]].<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 11}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXIV}}; {{cita|Barrett 2002|pag. 65}}; {{cita|Nony 1988|X, 249}}.</ref> In seguito a questo lutto, il ''princeps'' rimase particolarmente addolorato tanto che le sue condizioni di salute peggiorarono.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 10}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXIV}}.</ref> Riguardo invece alle altre due sorelle, non ebbe la stessa complicità che invece tenne con Drusilla.<ref name="A" /> In occasione del processo di [[Marco Emilio Lepido (marito di Drusilla)|Marco Emilio Lepido]], al quale aveva precedentemente promesso la successione,<ref>{{cita|Syme 1989|pag. 136}}.</ref> le condannò per adulterio e le mandò in esilio sulle [[Isole Ponziane]].<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 22}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXIV}}; {{cita|Sampoli 2003|XII, 193}}; {{cita|Syme 1989|pag. 180}}.</ref>
 
===== Matrimoni =====
[[File:Milonia Caesonia.jpg|miniatura|upright=0.8|Ritratto di [[Milonia Cesonia]], quarta e ultima moglie di Caligola (''[[Promptuarii Iconum Insigniorum]]'', [[Guillaume Rouillé]])]]
 
{{citazione|Quanto ai matrimoni non è facile stabilire se sia stato più turpe nel contrarli oppure nello scioglierli o nel farli durare.|{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', 25}}.}}
 
Dopo la morte della prima moglie, avvenuta intorno al [[36]], Caligola iniziò una relazione intima con [[Ennia Trasilla]], moglie del fedele [[Prefetto del pretorio|prefetto del Pretorio]] [[Quinto Nevio Cordo Sutorio Macrone|Quinto Nevio Sutorio Macrone]].<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XII}}; {{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 45}}.</ref> Verso la fine del [[37]], durante la festa di matrimonio di [[Gaio Calpurnio Pisone (console 41)|Gaio Calpurnio Pisone]] e [[Livia Orestilla]],<ref name="SvCa25">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXV}}.</ref> ordinò al marito di ripudiare la sposa per poterla risposare il giorno stesso.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 8}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXV}}; {{cita|Ghini 2013|pag. 23}}.</ref> Accadde però che dopo pochi giorni la ripudiò a sua volta, mandandola in esilio due mesi più tardi per non permetterle di risposarsi con Pisone.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 8}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXV}}.</ref>
 
L'anno seguente (nel [[38]]), si maritò con [[Lollia Paolina]],<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 12}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXV}}; {{cita|Syme 1989|pag. 177-178}}.</ref> moglie del consolare e governatore provinciale [[Publio Memmio Regolo]]. Caligola, che aveva sentito dire che sua nonna Aurelia era stata in gioventù una donna bellissima, fece chiamare Paolina dalla provincia, la fece divorziare dal marito e la risposò.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXV}}; {{cita|Syme 1989|pag. 178}}; {{cita|Cassio Dione|LIX, 12}}.</ref> Divorziò presto anche da lei dichiarando che fosse sterile<ref name="Dio59.23">{{cita|Cassio Dione|LIX, 23}}.</ref> e la rimandò indietro, ordinandole però di non avere rapporti carnali con nessun altro.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXV}}; {{cita|Syme 1989|pag. 177}}.</ref>
 
Sempre nel 38, quando Macrone fu nominato [[Prefetto d'Egitto]],<ref>{{cita|Adams 2007|pag. 155}}; {{cita|Lightman 2007|pag. 113}}.</ref> anche Ennia fu costretta a partire insieme al marito e ai figli. Poco prima di salpare per la nuova destinazione, Caligola, evidentemente addolorato per essersi sentito abbandonato dall'amante,<ref>{{cita|Bunson1995|pag. 196}}.</ref> ordinò a lei, al marito e ai loro figli di suicidarsi.<ref>{{cita|Barrett 1998|pag. 242}}; {{cita|Bunson1995|pag. 196}}.</ref>
 
Nel [[39]], infine, iniziò una relazione con [[Milonia Cesonia]], che divenne sua concubina;<ref name="Dio59.23" /> dopo aver divorziato da Paolina, la sposò poiché era incinta.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 23}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXV}}; {{cita|Syme 1989|pag. 175}}.</ref> Milonia Cesonia non era né giovane né bella, ma Caligola provò per lei una vera passione.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXV}}; {{cita|Montanelli 2011|''Tiberio e Caligola'', 256}}.</ref> Dopo un mese di matrimonio nacque una bambina, alla quale venne dato il nome di [[Giulia Drusilla]], in ricordo della sorella scomparsa e divinizzata alla sua morte.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 28}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', XXV}}.</ref>
 
=== Morte e successione (41) ===
{{Coin image box 1 double
| header = Gaio Cesare: [[aureo]]<ref>{{cita|RIC|''Gaio Cesare'', I 25}}; {{cita|Cohen|6}}.</ref>
| hbkg = #abcdef
| image = File:Caligula&Germanicus Aureus.jpg
| caption_left =C CAESAR AUG [[Pontefice massimo|PONT M]] [[Tribunicia potestas|TR P III]] [[Console (storia romana)|COS]] (Gaio Cesare Augusto, Pontefice Massimo, Potestà Tribunizia, Console), testa laureata di Caligola verso destra
| caption_right = [[Germanico Giulio Cesare|GERMANICVS CAESAR]] P CAES AUG GERM (Germanico Cesare Padre di Cesare Augusto Germanico), testa di [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]] padre dell'Imperatore Caligola
| width = 250
| footer = 7,72 g, ([[tempio di Giunone Moneta|zecca di Roma antica]]); coniato nel [[40]] da Caligola in onore del [[Germanico Giulio Cesare|padre]]
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}}
{{citazione|Mentre tiranneggiava su tutto con la più grande avidità, licenziosità e crudeltà, fu assassinato nel Palazzo, nel ventinovesimo anno di età, nel terzo anno, decimo mese e ottavo giorno del suo regno.|[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', VII, 12|Cum adversum cunctos ingenti avaritia, libidine, crudelitate saeviret, interfectus in Palatio est anno aetatis vicesimo nono, imperii tertio, mense decimo dieque octavo|lingua=la}}
 
Svetonio riporta nella ''Vita di Gaio'' che molti eventi avevano preannunciato la morte di Caligola: alcuni fulmini si abbatterono sul Campidoglio di Capua e sul [[Tempio di Apollo Palatino]] a Roma il giorno delle idi di marzo, lo stesso dell'[[Cesaricidio|assassinio di Cesare]] e anche l'astrologo Silla gli aveva predetto di essere prossimo alla morte. Le divinità Fortune di [[Anzio (città antica)|Anzio]] lo avvertirono circa l'esistenza di un certo Cassio pronto ad assassinarlo; egli allora, credendo che si trattasse del [[proconsole]] d'[[Asia (provincia romana)|Asia]] [[Gaio Cassio Longino (console 30)|Cassio Longino]],<ref>{{cita|Cambiaggio 1969|pag. 274}}.</ref> lo fece richiamare e assassinare (secondo il racconto di Svetonio) o forse solo imprigionare (secondo quanto tramanda Cassio Dione<ref group=N>{{cita|Lenel 1889|(vol. I, coll. 109-126) che racconta che [[Gaio Cassio Longino (console 30)|Cassio Longino]], secondo, alcune fonti morì al tempo dell'imperatore [[Vespasiano]]}}.</ref>). Caligola dimenticò tuttavia che vi era un altro Cassio, il tribuno della guardia pretoriana [[Cassio Cherea]],<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 29}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LVII}}.</ref> che ebbe in effetti parte attiva nel suo omicidio.
 
[[File:Claudius MAN Napoli Inv6060.jpg|miniatura|upright=0.8|Busto di [[Claudio]], zio e successore di Caligola ([[Museo archeologico nazionale di Napoli|Museo archeologico nazionale]], [[Napoli]])]]
 
L'assassinio dell'imperatore fu organizzato principalmente da tre persone, tra cui il tribuno [[Cassio Cherea]], sebbene molti cavalieri, senatori e militari ne fossero a conoscenza,<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.10-14}}.</ref> come pure il potente consigliere imperiale [[Callisto (liberto)|Callisto]] e il [[prefetto del pretorio]].<ref name="Dio59.29">{{cita|Cassio Dione|LIX, 29}}.</ref> Cherea, in particolare, aveva ragioni politiche<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.6}}.</ref> e motivazioni personali per uccidere il suo ''princeps'': si racconta che spesso Caligola lo sbeffeggiasse a causa dei toni acuti della sua voce, sostenendo che fosse effeminato e chiamandolo "checca" (''gunnis''),<ref>{{cita|Barrett 1993|pag. 245}}.</ref> facendo gesti osceni alle sue spalle o costringendolo a utilizzare per il suo servizio parole d'ordine come "[[Priapo]]", "Amore" o "Venere".<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 29}}; {{cita|Seneca il giovane, ''De constantia sapientis''|VIII}}; {{cita|Montanelli 2011|''Tiberio e Caligola'', 257}}.</ref> Altri importanti cospiratori furono [[Lucio Annio Viniciano]], che si unì alla congiura per vendicare l'amico Lepido,<ref name="Syme181">{{cita|Syme 1989|pag. 181}}.</ref> e il senatore [[Marco Cluvio Rufo]].<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.13}}.</ref>
 
Il 24 gennaio del [[41]], durante l'annuale celebrazione dei [[Ludi|ludi palatini]],<ref group=N>Le tre principali fonti (Giuseppe, Svetonio, Dione) riferiscono concordemente che l'evento ebbe luogo durante i ludi palatini. Dal calendario del quarto secolo di [[Filocalo]] risulta che i ludi palatini avevano inizio il 17 gennaio e duravano 6 giorni, quindi Caligola doveva aver prolungato le festività se questi erano ancora in corso il 24 gennaio, giorno del suo assassinio come riportato da Svetonio.</ref> un gruppo di [[Guardia pretoriana|pretoriani]], guidati dai due tribuni Cherea e [[Cornelio Sabino]], misero in atto il loro piano per assassinare il ''princeps''.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LVIII}}; {{cita|Cambiaggio 1969|pag. 280}}; {{cita|Filipponi 2009|pag. 185}}.</ref> L'occasione era favorevole, in quanto i congiurati avrebbero potuto mescolarsi agli spettatori accorsi al teatro mobile tradizionalmente allestito di fronte al palazzo imperiale. Caligola giunse in teatro, si sedette e iniziò ad assistere allo spettacolo. Quando verso l'ora settima, o forse la nona, a seconda delle fonti, egli decise di andarsene e mentre percorreva un [[criptoportico]] che congiungeva il teatro al palazzo, si fermò a conversare con un gruppo di attori asiatici che avrebbero dovuto esibirsi a breve.<ref>{{cita|Barrett 1993|pag. 250}}.</ref> Fu a questo punto che il principe incontrò infine la sorte temuta. Al primo tumulto, accorsero in suo aiuto i portatori della lettiga, armati di bastoni, poi i germani della sua guardia che uccisero alcuni dei suoi assassini e anche qualche senatore estraneo al delitto. Durante lo scontro Caligola fu pugnalato a morte.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.15}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LVIII}}.</ref> Qualche ora dopo persero la vita anche sua moglie [[Milonia Cesonia]], pugnalata da un centurione appositamente inviato da Cherea, e la figlia piccola, [[Giulia Drusilla]], che fu scaraventata contro un muro.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LIX}}; {{cita|Montanelli 2011|''Tiberio e Caligola'', 257}}.</ref> Secondo Svetonio il principe fu colpito da oltre trenta pugnalate. Il suo cadavere fu portato negli ''[[Horti Lamiani]]'', semi-bruciato e frettolosamente ricoperto di terra; quando le sorelle tornarono dall'esilio, disseppellirono il corpo del fratello e posero le sue ceneri nel [[Mausoleo di Augusto]].<ref name="SvCa59">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LIX}}.</ref>
 
Al momento della diffusione della notizia che Caligola era morto nessuno osò festeggiare, poiché i più credevano che l'imperatore avesse messo in giro la voce per capire di chi potesse fidarsi.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LX}}; {{cita|Montanelli 2011|''Tiberio e Caligola'', 257}}.</ref> Quando questa comunicazione fu però confermata, non avendo i congiurati nominato alcun altro imperatore, il Senato si riunì e dichiarò di voler ripristinare la [[Repubblica romana|Repubblica]], cancellando di fatto il governo dei precedenti ''principes'' a partire da Augusto.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 2}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LX}}; {{cita|Pani 1992|pag. 12}}; {{cita|Syme 1989|pag. 278}}.</ref> Cherea provò a convincere l'esercito ad appoggiare i padri coscritti, ma senza successo.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 4.4}}.</ref> Alla fine i senatori si resero conto di dover nominare un nuovo successore, che [[Lucio Annio Viniciano]], importante senatore e cospiratore, indicò in [[Marco Vinicio (console 30)|Marco Vinicio]], suo parente e marito di [[Giulia Livilla (figlia di Germanico)|Giulia Livilla]].<ref name="Syme181" />
 
[[File:Mausoleo Augusto 1851.jpg|miniatura|left|upright=1.0|Simulazione grafica dell'architettura originaria dell'[[Mausoleo di Augusto|Augusteo]], luogo in cui fu tumulata la maggior parte dei membri della [[dinastia giulio-claudia]], tra cui Caligola, la madre e i fratelli ([[Luigi Canina]], ''Gli edifici di Roma antica e sua campagna'')]]
 
Alla morte di Caligola, i membri della famiglia imperiale rimasti ancora in vita erano pochi. Tra questi vi era il cinquantenne [[Claudio]]<ref name="Syme138">{{cita|Syme 1989|pag. 138}}.</ref> che, appena saputo della morte del nipote Gaio, corse a nascondersi nelle sue stanze; rintracciato da un pretoriano mentre era nascosto dietro una tenda,<ref name="SvCl10">{{cita|Svetonio|''Claudio'', X}}.</ref> fu condotto nel [[Castra Praetoria|loro accampamento]] per essere acclamato imperatore<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 2.1}}.</ref> mentre il Senato era occupato tra Foro e Campidoglio.<ref name="SvCl10" /> Claudio venne invitato a presentarsi davanti al popolo, ma prima decise di comprarsi la fedeltà della guardia pretoriana promettendo la somma di quindicimila sesterzi per ciascun pretoriano.<ref name="SvCl10" />
 
Fu così che Claudio venne elevato alla porpora imperiale e divenne il quarto imperatore di Roma. Il nuovo ''princeps'' pose, quindi, il proprio veto a quanto il Senato aveva appena deliberato: condannare Caligola alla ''[[damnatio memoriae]]''. Poi, su invito del popolo romano, fece imprigionare e condannare a morte tutti i congiurati, compreso Cassio Cherea.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.20 e 3.1}}; {{cita|Tacito, ''Annales''|XI, 1}}.</ref>
 
=== Luogo di sepoltura ===
Come detto, secondo il racconto di Svetonio, Caligola fu sepolto dapprima velocemente negli ''[[Horti Lamiani]]'' e poi in maniera definitiva nel [[Mausoleo di Augusto]], dove venne inumata la maggior parte dei membri della [[dinastia giulio-claudia]].<ref name="SvCa59" /> In tale caso, nel 410, durante il [[Sacco di Roma (410)|sacco di Roma]] da parte dei [[Visigoti]] di [[Alarico I]], l'urna funeraria contenente le sue ceneri fu prelevata dalla struttura e il suo contenuto venne disperso, così come avvenne in tale occasione per tutte le urne della dinastia. Tuttavia, secondo la storiografia moderna, è poco probabile che le ceneri di Caligola fossero state spostate dagli ''Horti Lamiani'' e ammesse all'interno del Mausoleo, anche vista la politica di ''[[damnatio memoriae]]'' nei suoi confronti promossa da Claudio; nonostante ciò, è impossibile escludere questa ipotesi vista la scarsità di fonti e ritrovamenti in merito alla questione.<ref>{{cita|Barrett 2015|p. 261}}.</ref>
 
Un'ulteriore ipotesi, ritenuta poco probabile dalla comunità accademica, vorrebbe che Caligola fosse stato sepolto a [[Nemi]], località in cui l'imperatore risiedette. Il 17 gennaio 2011, infatti, la polizia di Nemi annunciò di aver scoperto un possibile luogo di sepoltura dell'imperatore Caligola, dopo aver arrestato un ladro che cercava di portare via una statua attribuita proprio a questo imperatore.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Tom Kington|titolo=Trovata la tomba di Caligola dopo che la polizia arresta un uomo intento a rubare una statua|url=http://www.guardian.co.uk/world/2011/jan/17/caligula-tomb-found-police-statue?CMP=twt_fd|rivista=The Guardian|data=17 gennaio 2011}}</ref> La notizia, riportata principalmente dalla stampa britannica, fu però accolta con grande scetticismo dalla storica dell'[[Università di Cambridge]] Mary Beard che ritenne tale ipotesi infondata.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Mary Beard|titolo=Questa non è la tomba di Caligola|url=http://timesonline.typepad.com/dons_life/2011/01/this-isnt-caligulas-tomb.html|rivista=[[The Times]]|data=18 gennaio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110811123032/http://timesonline.typepad.com/dons_life/2011/01/this-isnt-caligulas-tomb.html|dataarchivio=11 agosto 2011}}</ref> Secondo il ''[[National Geographic Magazine|National Geographic]]'' il fatto non proverebbe che Nemi fosse il luogo di sepoltura di Caligola poiché l'oggetto del furto, la grande statua a pezzi, raffigurante Caligola seduto sul trono, potrebbe essere stata situata un tempo nella stiva delle [[navi di Nemi]] affondate nell'omonimo lago.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Tom Kington|titolo=Il giallo della statua di Caligola|url=http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2011/01/21/news/il_giallo_della_statua_di_caligola-173389/|rivista=National Geographic|data=21 gennaio 2011|accesso=12 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170213170332/http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2011/01/21/news/il_giallo_della_statua_di_caligola-173389/|dataarchivio=13 febbraio 2017|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Monetazione imperiale del periodo ==
{{Vedi anche|Monetazione dei Giulio-Claudii}}
 
== Ascendenza ==
<div align="center">
{{Ascendenza
| 1 = Imperatore Caligola
| 2 = [[Console (storia romana)|Console]] [[Germanico Giulio Cesare]]
| 4 = [[Console (storia romana)|Console]] [[Druso maggiore]]
| 8 = [[Pretore (storia romana)|Pretore]] [[Tiberio Claudio Nerone (pretore 42 a.C.)|Tiberio Claudio Nerone]]
|16 = Druso Claudio Nerone
|17 = Claudia
| 9 = [[Livia Drusilla]]
|18 = [[Pretore (storia romana)|Pretore]] [[Marco Livio Druso Claudiano]]
|19 = [[Alfidia]]
| 5 = [[Antonia minore]]
|10 = [[Console (storia romana)|Console]] [[Marco Antonio]]
|20 = [[Pretore (storia romana)|Pretore]] [[Marco Antonio Cretico]]
|21 = [[Giulia (madre di Marco Antonio)|Giulia Antonia]]
|11 = [[Ottavia minore]]
|22 = [[Pretore (storia romana)|Pretore]] [[Gaio Ottavio]]
|23 = [[Azia maggiore]]
| 3 = [[Agrippina maggiore]]
| 6 = [[Console (storia romana)|Console]] [[Marco Vipsanio Agrippa]]
|12 = Lucio Vipsanio Agrippa
| 7 = [[Giulia maggiore (figlia di Augusto)|Giulia maggiore]]
|14 = [[Imperatore romano|Imperatore]] [[Augusto]]
|28 = [[Pretore (storia romana)|Pretore]] [[Gaio Ottavio]]
|29 = [[Azia maggiore]]
|15 = [[Scribonia]]
|30 = [[Pretore (storia romana)|Pretore]] [[Lucio Scribonio Libone (pretore 80 a.C.)|Lucio Scribonio Libone]]
|31 = Sentia
}}
</div>
 
== Note ==
=== Esplicative ===
<references group=N/>
 
=== Riferimenti ===
{{Note strette}}
 
== Bibliografia ==
{{div col}}
;Fonti primarie
* {{Cita libro|autore=[[Lucio Accio|Accio]]|titolo=Atreus|url=https://la.wikisource.org/wiki/Tragoediae_(Accius)/Atreus|cid=Accio, ''Atreus''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
* {{Cita libro|autore=[[Appiano di Alessandria]]|titolo=[[Storia romana (Appiano)|Historia Romana]]|cid=Appiano|lingua=grc}} ({{en}} [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Appian/home.html The Roman History] — traduzione in inglese su [[LacusCurtius]]).
* {{Cita libro|autore=[[Sesto Aurelio Vittore|Aurelio Vittore]]|titolo=De Caesaribus|url=https://la.wikisource.org/wiki/Liber_de_Caesaribus|volume=libro III|cid=Aurelio Vittore, ''De Caesaribus''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{fr}} [https://fr.wikisource.org/wiki/Des_Césars Des Césars] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in francese di N. A. Dubois)
* {{Cita libro|autore=[[Sesto Aurelio Vittore|Aurelio Vittore]]|titolo=Epitome de Caesaribus|url=https://la.wikisource.org/wiki/Epitome_de_Caesaribus|volume=libro III|cid=Aurelio Vittore, ''Epitome''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [http://www.luc.edu/roman-emperors/epitome.htm Epitome] — traduzione in inglese di Thomas M. Banchich).
* {{Cita libro|autore=[[Cassio Dione]]|titolo=Historia Romana|url=https://el.wikisource.org/wiki/Ρωμαϊκή_Ιστορία|volume=libri LI-LIX-LXI-LXII|cid=Cassio Dione|lingua=grc}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/home.html Roman History] — traduzione in inglese su [[LacusCurtius]]).
* {{Cita libro|autore=[[Eutropio]]|titolo=Breviarium ab Urbe condita|url=https://la.wikisource.org/wiki/Breviarium_historiae_romanae|volume=libro VII|cid=Eutropio, ''Breviarium ab Urbe Condita''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/Abridgement_of_Roman_History Abridgement of Roman History] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di John S. Watson).
* {{Cita libro|autore=[[Filone di Alessandria|Filone]]|titolo=De Legatione ad Gaium|url=https://el.wikisource.org/wiki/Αρετών_πρώτον|cid=Filone, ''De Legatione ad Gaium''|lingua=grc}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/On_the_Embassy_to_Gaius On the Embassy to Gaius] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di Charles D. Yonge).
* {{Cita libro|autore=[[Filone di Alessandria|Filone]]|titolo=Flaccus|url=https://el.wikisource.org/wiki/Εις_Φλάκκον|cid=Filone, ''Flaccus''|lingua=grc}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/Flaccus Flaccus] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di Charles D. Yonge).
* {{Cita libro|autore=[[Flavio Giuseppe]]|titolo=[[Antichità giudaiche]]|volume=libri XIII-XVIII-XIX|cid=Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|lingua=grc}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/The_Antiquities_of_the_Jews The Antiquities of the Jews] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di William Whiston).
* {{Cita libro|autore=[[Decimo Giunio Giovenale|Giovenale]]|titolo=Saturae|url=https://la.wikisource.org/wiki/Saturae_(Iuvenalis)|volume=libro VI|cid=Giovenale, ''Satire''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
** {{it}} [https://it.wikisource.org/wiki/Satire_(Giovenale) Satire] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in italiano di Raffaello Vescovi;
** {{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/The_Satires_of_Juvenal Satires] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese della squadra di editori di G. G. Ramsay e John Dryden.
* {{Cita libro|autore=[[Plinio il Vecchio]]|titolo=Naturalis Historia|url=https://la.wikisource.org/wiki/Naturalis_Historia|pagine=libri IV-V-XVI-XXXVI|cid=Plinio il Vecchio, ''Naturalis Historia''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3atext%3a1999.02.0137 The Natural History] — traduzione in inglese di John Bostock).
* {{Cita libro|autore=[[Lucio Anneo Seneca|Seneca il giovane]]|titolo=De brevitate vitae|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_brevitate_vitae|cid=Seneca il giovane, ''De brevitate vitae''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/On_the_shortness_of_life On the shortness of life] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di John W. Basore).
* {{Cita libro|autore=[[Lucio Anneo Seneca|Seneca il giovane]]|titolo=De clementia|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_Clementia|cid=Seneca il giovane, ''De clementia''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/Of_Clemency Of Clemency] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di Aubrey Stewart).
* {{Cita libro|autore=[[Lucio Anneo Seneca|Seneca il giovane]]|titolo=De constantia sapientis|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_constantia_sapientis|cid=Seneca il giovane, ''De constantia sapientis''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/On_the_Firmness_of_the_Wise_Man On the Firmness of the Wise Man] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di Aubrey Stewart).
* {{Cita libro|autore=[[Lucio Anneo Seneca|Seneca il giovane]]|titolo=De ira|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_Ira|cid=Seneca il giovane, ''De ira''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/Of_Anger Of Anger] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di Aubrey Stewart).
* {{Cita libro|autore=[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]]|titolo=De Vita Caesarum|pagine=libri I-II-III-IV-V|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_vita_Caesarum_libri_VIII|cid=Svetonio}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
** {{it}} [http://www.progettovidio.it/svetonioopere.asp Vite dei Cesari] — traduzione in italiano di Progettovidio;
** {{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/The_Lives_of_the_Twelve_Caesars The Lives of the Twelve Caesars] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di John Carew Rolfe.
* {{Cita libro|autore=[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]|titolo=Annales|pagine=libri I-IV-V-VI-XI|url=https://la.wikisource.org/wiki/Ab_excessu_divi_Augusti_(Annales)|cid=Tacito, ''Annales''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
** {{it}} [http://www.progettovidio.it/tacitoopere.asp Annali] — traduzione in italiano di Progettovidio;
** {{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/The_Annals_(Tacitus) Annals] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di Alfred J. Church e William J. Brodribb.
* {{Cita libro|autore=[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]|titolo=De vita et moribus Iulii Agricolae|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_vita_et_moribus_Iulii_Agricolae|cid=Tacito, ''De vita et moribus Iulii Agricolae''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/Agricola De vita et moribus Iulii Agricolae] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di Alfred John Church e William Jackson Brodribb).
* {{Cita libro|autore=[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]|titolo=Dialogus de oratoribus|url=https://la.wikisource.org/wiki/Dialogus_de_oratoribus|cid=Tacito, ''Dialogus de oratoribus''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/Dialogue_on_Orators Dialogus de oratoribus] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di Alfred John Church e William Jackson Brodribb).
* {{Cita libro|autore=[[Valerio Massimo]]|titolo=Factorum et dictorum memorabilium libri IX|url=https://la.wikisource.org/wiki/Factorum_et_dictorum_memorabilium_libri_IX|cid=Valerio Massimo}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
* {{Cita libro|autore=[[Velleio Patercolo]]|titolo=Historiae romanae ad M. Vinicium libri duo|url=https://la.wikisource.org/wiki/Historiae_Romanae_Ad_M._Vinicium_Libri_Duo|cid=Velleio Patercolo}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/Compendium_of_the_History_of_Rome Compendium of the History of Rome] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di John Selby Watson).
 
;Fonti storiografiche moderne
;Usate nella pagina:
;in italiano
* {{Cita libro|autore=[[Alberto Angela]]|titolo=Impero. Viaggio nell'Impero di Roma seguendo una moneta|editore=Mondadori|anno=2010|isbn=978-88-04-59239-6|cid=Angela 2010}}
* {{Cita libro|autore=Anthony A. Barrett|titolo=Caligola. L'ambiguità di un tiranno|collana=Oscar Storia|editore=Mondadori||città=Milano|anno=1993|isbn=88-04-44938-1|cid=Barrett 1993}}
* {{Cita libro|autore=Giuditta Cambiaggio|titolo=Caligola. Il sadico onnipotente|editore=De Vecchi Editore|città=Milano|anno=1969|cid=Cambiaggio 1969}}
* {{Cita libro|autore=Arther Ferrill|titolo=Caligola. Imperatore di Roma|città=Torino|editore=SEI|anno=1996|isbn=88-05-05599-9|cid=Ferrill 1996}}
* {{Cita libro|autore=Angelo Filipponi|titolo=Caligola il sublime: una biografia|città=Ancona|editore=Cattedrale|anno=2009|isbn=978-88-95449-55-5|cid=Filipponi 2009}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppina Ghini|titolo=Caligola. La trasgressione al potere|editore=Gangemi|anno=2013|isbn=978-88-492-2683-6|cid=Ghini 2013}}
* {{Cita libro|autore=[[Michael Grant]]|titolo=Gli imperatori romani|editore=Newton Compton Editori|anno=2012|isbn=978-88-541-4697-6|cid=Grant 2012}}
* {{Cita libro|autore=[[Indro Montanelli]]|titolo=Storia di Roma|collana=[[Biblioteca Universale Rizzoli]]|editore=RCS MediaGroup||città=Milano|anno=2011|isbn=978-88-17-05019-7|cid=Montanelli 2011}}
* {{Cita libro|autore=Daniel Nony|traduttore=C. De Nonno|titolo=Caligola|edizione=Collana Profili|editore=Salerno Editrice|città=Roma|anno=1988|isbn=978-88-8402-001-7|cid=Nony 1988}}
* {{Cita libro|autore=Mario Pani|titolo=Potere e valori a Roma fra Augusto e Traiano|editore=Edipuglia srl|anno=1992|isbn=978-88-7228-093-5|cid=Pani 1992}}
* {{Cita libro|autore=Furio Sampoli|titolo=Le Grandi Donne di Roma Antica|città=Roma|editore=Newton & Compton|anno=2003|isbn=978-88-8289-885-4|cid=Sampoli 2003}}
* {{Cita libro|autore=H.H.Scullard|titolo=Storia del mondo romano|città=Milano|anno=1992|editore=BUR Rizzoli|isbn=978-88-17-11903-0|cid=Scullard 1992}}
* {{Cita libro|autore=[[Antonio Spinosa]]|titolo=Tiberio, l'imperatore che non amava Roma|città=Milano|editore=Mondadori|anno=1991|isbn=978-88-04-43115-2|cid=Spinosa 1991}}
 
;in inglese
* {{Cita libro|autore=Geoff W. Adams|titolo=The Roman Emperor Gaius "Caligula" and His Hellenistic Aspirations|editore=Universal-Publishers|anno=2007|isbn=978-1-59942-423-1|cid=Adams 2007}}
* {{Cita libro|autore=Anthony A. Barrett|titolo=Caligula: The Corruption of Power|editore=Yale University Press|anno=1998|isbn=978-0-300-07429-1|cid=Barrett 1998}}
* {{Cita libro|autore=Anthony A. Barrett|titolo=Agrippina: Mother of Nero|edizione=Roman Imperial Biographies|editore=Routledge|anno=2002|isbn=978-1-134-61863-7|cid=Barrett 2002}}
* {{Cita libro|autore=Anthony A. Barrett|titolo=Caligula: The Abuse of Power|editore=Taylor & Francis|anno=2015|isbn=978-1-317-53392-4|cid=Barrett 2015}}
* {{Cita pubblicazione|autore=P. Bicknell|titolo=Le attività militari dell'Imperatore Gaio nel 40|rivista=Historia|numero=17|anno=1968|cid=Bicknell 1968}}
* {{Cita libro|autore=Matthew Bunson|titolo=A Dictionary of the Roman Empire|url=https://archive.org/details/dictionaryofroma0000buns|editore=Oxford University Press|anno=1995|isbn=978-0-19-510233-8|cid=Bunson1995}}
* {{Cita libro|autore=Jasper Burns|titolo=Great Women of Imperial Rome: Mothers and Wives of the Caesars|url=https://archive.org/details/greatwomenofimpe0000burn|editore=Routledge|anno=2006|isbn=978-1-134-13185-3|cid=Burns 2006}}
* {{Cita libro|autore=Nicolò Castellino, Nicola Sannolo e Pietro Castellino|titolo=Inorganic Lead Exposure and Intoxications|editore=CRC Press|anno=1994|isbn=978-0-87371-997-1|cid=Castellino, Sannolo 1994}} ({{en}} [http://books.google.it/books?id=059oObc8X48C&pg=PA5&lpg=PA5&dq=saturnism+rome+caligula&source=bl&ots=tOBvl5AHIu&sig=nYQGSeTq2jYPSSIiycEGXTCR13A&hl=it&sa=X&ei=40_AUr987_3IA6XzgaAC&ved=0CFgQ6AEwBA#v=onepage&q=saturnism%20rome%20caligula&f=false Google books])
* {{Cita pubblicazione|autore=R.W. Davies|titolo=L'invasione fallita della Britannia di Gaio|rivista=Historia|numero=15|anno=1966|cid=Davies 1966}}
* {{Cita libro|autore=Glanville Downey|titolo=Ancient Antioch|editore=Princeton University Press|anno=2015|città=Princeton|isbn=978-1-4008-7671-6|cid=Downey 2015}}
* {{Cita libro|autore=William E. Dunstan|titolo=Ancient Rome|editore=Rowman & Littlefield Publishers|anno=2010|isbn=978-0-7425-6833-4|cid=Dunstan 2010}}
* {{Cita libro|autore=Michael Farquhar|titolo=A Treasure of Royal Scandals|editore=Penguin Books|anno=2001|città=New York|isbn=0-7394-2025-9|cid=Farquhar 2001}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Carlos Henrique Ferreira Camargo, Hélio Afonso Ghizoni Teive|titolo=Searching for neurological diseases in the Julio-Claudian dynasty of the Roman Empire (À procura de doenças neurológicas na dinastia Júlio-Claudiana do Império Romano)|url=https://www.scielo.br/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S0004-282X2018000100053|rivista=Arquivos de Neuro-Psiquiatria|issn=1678-4227|volume=76|numero=1|città=São Paulo|anno=2018|cid=Ferreira Camargo, Ghizoni Teive 2018}}
* {{Cita libro|autore=Albino Garzetti|titolo=From Tiberius to the Antonines: A History of the Roman Empire from AD 12-192|url=https://archive.org/details/fromtiberiustoan0000garz|città=Londra|editore=Methuen & Co. LTD.|anno=1974|isbn=0-416-70480-8|cid=Garzetti 1974}}
* {{Cita libro|autore=L. Keppie|titolo=The making of the roman army|url=https://archive.org/details/makingofromanarm0000kepp_a7q6|anno=1998|città=Oklahoma|isbn=0-8061-3014-8|cid=Keppie 1998}}
* {{Cita libro|autore=Marjorie Lightman|titolo=A to Z of Ancient Greek and Roman Women|editore=Facts on File|anno=2007|isbn=978-0-8160-6710-7|cid=Lightman 2007}}
* {{Cita pubblicazione|autore=S.J.V. Malloch|titolo=Gaio sulla costa della Manica|rivista=Classical Quarterly|numero=51|anno=2001|cid=Malloch 2001}}
* {{Cita libro|autore=Lindsay Powell|titolo=Germanicus: The Magnificent Life and Mysterious Death of Rome's Most Popular General|editore=Pen and Sword|anno=2013|isbn=978-1-4738-2692-2|cid=Powell 2013}}
* {{Cita libro|autore=Lindsay Powell|titolo=Marcus Agrippa: Right-hand Man of Caesar Augustus|editore=Pen and Sword|anno=2015|isbn=978-1-4738-5401-7|cid=Powell 2015}}
* {{Cita libro|autore=Chris Scarre|titolo=Chronicle of the Roman Emperors|url=https://archive.org/details/chronicleofroman00scar|città=Londra|editore=Thames & Hudson|anno=1995|isbn=0-500-05077-5|cid=Scarre 1995}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Marlene Sigman|titolo=The Romans and the Indigenous Tribes of Mauritania Tingitana|rivista=Historia|anno=1977|cid=Sigman 1977}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Philip Milnes-Smith|titolo=From Caligula to Constantine. Tyranny and Transformation in Roman Portraiture|rivista=Journal of roman studies|numero=93|anno=2003|issn=0075-4358|cid=Smith 2003}}
* {{Cita libro|autore=[[Ronald Syme]]|titolo=Augustan Aristocracy|editore=Clarendon Press|anno=1989|isbn=978-0-19-814731-2|cid=Syme 1989}}
* {{Cita libro|autore=Allen Ward, Cedric Yeo, Fritz Heichelheim|titolo=A History of the Roman People: Third Edition|url=https://archive.org/details/historyofromanpe0000ward|editore=Prentice-Hall, Inc.|anno=1999|isbn=978-0-13-896598-3|cid=Ward, Yeo, Heichelheim 1999}}
* {{Cita libro|autore=Aloys Winterling|titolo=Caligula: A Biography|url=https://archive.org/details/caligulabiograph0000wint|traduttore=Deborah L. Schneider, Glenn W. Most e Paul Psoinos|editore=University of California Press|città=Berkeley-Los Angeles|anno=2011|isbn=978-0-520-94314-8|cid=Winterling 2011}}
* {{Cita pubblicazione|autore=David Woods|titolo=Le conchiglie di Caligola|rivista=Greece and Rome|anno=2000|cid=Woods 2000}}
 
;in francese
* {{Cita libro|autore=D. Wardle|titolo=Suetonius' Life of Caligula|città=Bruxelles|editore=Latomus, Revue d'Etudes Latines|anno=1994|isbn=978-2-87031-165-3|cid=Wardle 1994}}
 
;in tedesco
* {{Cita libro|autore=[[Ludwig Quidde]]|titolo=Caligula. Eine Studie über römischen Caesarenwahnsinn (''Caligola: Uno studio sulla demenza imperiale'')|editore=Leipzig Friedrich|anno=1894|cid=Quidde 1894}} In quest'opera l'imperatore Caligola viene paragonato al [[Kaiser]] [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]].
 
;in latino
* {{Cita libro|autore=Otto Lenel|titolo=Palingenesia iuris civilis|url=https://archive.org/details/BRes1401031|editore=Bernhardi Tauchnitz|città=Lipsia|anno=1889|cid=Lenel 1889}}
 
;raccolte numismatiche
* {{Cita libro|autore=[[Harold Mattingly]]|titolo=Coins of the Roman Empire in the British Museum (BMCRE)|volume=vol. I (''Augustus to Vitellius'')|città=Londra|anno=1968-1978|cid=BMCRE}}
* {{Cita libro|autore=[[Henry Cohen]]|titolo=Description historique des Monnaies frappées sous l'Empire romain, communément appelées Médailles impériales|città=Parigi|anno=1880-1892<sup>2</sup>|volume=vol. I (''De Pompée à Domitien, 67 avant J.-C. à 96 après J.-C.'')|cid=Cohen}} ([https://web.archive.org/web/20180715052349/http://inumis.com/ressources/rome/books/cohen/vol_i/ Henry Cohen Volume I])
* {{Cita libro|autore=[[Harold Mattingly]] & [[Edward Allen Sydenham]]|titolo=[[Roman Imperial Coinage]] (RIC)|città=Londra|anno=1923-1994|volume=vol. I (''Augustus to Vitellius'')|editore=Spink & Son|cid=RIC}} ([http://www.ancientcoins.ca/RIC/index.htm Roman Imperial Coinage])
* {{Cita libro|autore=H.A. Seaby, D.R.Sear|titolo=Roman Silver Coins (RSC)|volume=vol. II|città=Londra|anno=1978|cid=RSC}}
 
;Suggerite:
;in italiano
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Antonelli|titolo=Caligola: imperatore folle o principe inadeguato al ruolo assegnatogli dalla sorte?|città=Roma|editore=Newton & Compton|anno=2001|isbn=88-8289-569-6}}
* {{Cita libro|autore=Roland Auguet|traduttore=Clara Sereni|titolo=Caligola o il potere a vent'anni|edizione=Collana Biografie|editore=Editori Riuniti|città=Roma|anno=1984, 1993}} Testo originale: {{Cita libro|autore=Roland Auguet|titolo=Caligula ou le pouvoir à vingt ans|editore=Payot|città=Parigi|anno=1975}}
* {{Cita libro|autore=[[Albert Camus]]|traduttore=e introduzione di [[Franco Cuomo]]|titolo=Caligola (un testo inedito scritto nel 1941)|città=Milano|editore=Bompiani|anno=1985|cid=Camus 1985}}
* {{Cita libro|autore=Ernst Köberlein|titolo=Caligola e i culti egizi|edizione=Collana Antichità classica e cristiana n.27|città=Brescia|editore=Paideia|anno=2000|isbn=978-88-394-0059-8}}
* {{Cita libro|autore=[[Santo Mazzarino]]|titolo=L'Impero romano|città=Roma-Bari|editore=Editori Laterza|anno=1973, 1976, 1984}}
* {{Cita libro|autore=Guglielmo Natalini|titolo=Caligola. L'imperatore in rivolta che voleva la luna|città=Anzio|editore=Ass. Culturale La Teca|anno=2008|isbn=88-89540-03-6}}
* {{Cita libro|autore=Mario Pani|titolo=Lotte per il potere e vicende dinastiche. Il principato fra Tiberio e Nerone|città=Torino|editore=Einaudi|anno=1990}}, parte dell'opera ''Storia di Roma'' a cura di [[Arnaldo Momigliano]] e [[Aldo Schiavone]].
* {{Cita libro|autore=[[Maria Grazia Siliato]]|titolo=Caligola: il mistero di due navi sepolte in un lago|città=Milano|editore=Mondadori|anno=2005|isbn=88-04-53706-X}}
{{div col end}}
 
== Voci correlate ==
* [[Caligola nell'eredità storica culturale]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|s=la:Vita Gai|s_oggetto=un'opera di [[Gaio Svetonio Tranquillo]]|s_preposizione=in [[lingua latina]]:|s_etichetta=''De vita Caesarum: Vita Gai''}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
* [https://issuu.com/Certosino/docs/folder-it-2010-194?mode=embed&layout=http%3A%2F%2Fskin.issuu.com%2Fv%2Flight%2Flayout.xml&showFlipBtn=true La villa di Caligola. Un nuovo settore degli ''Horti Lamiani'' scoperto sotto la sede dell'ENPAM a Roma] - Pubblicazione dello scavo archeologico effettuato dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma presso la residenza imperiale dell'[[Esquilino]] (2006-2009)
 
{{Box successione
|tipologia = magistrato romano
|carica = [[Imperatori romani|<span style="color:#FFA257;">Imperatore romano</span>]]
|immagine= Project Rome logo Clear.png
|periodo = [[37]] - [[41]]
|precedente = [[Tiberio]]
|successivo = [[Claudio]]
}}
{{Box successione
|tipologia = magistrato romano
|carica = [[Consoli alto imperiali romani|<span style="color:#FFA257;">Console romano</span>]]
|immagine = Consul et lictores.png
|periodo = [[37]]<br />[[Gneo Acerronio Proculo]],<ref>Suffetti: Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico I, [[Aulo Cecina Peto]].</ref><br />[[Gaio Petronio Ponzio Nigrino]]<ref>Suffetti: [[Claudio|Tiberio Claudio Nerone Germanico]] I, [[Gaio Caninio Rebilo]].</ref>
|precedente = [[Sesto Papinio Allenio]],<ref>Suffetto: [[Gaio Vettio Rufo]].</ref><br />[[Quinto Plauzio]]<ref>Suffetto: [[Marco Porcio Catone (console 36)|Marco Porcio Catone]].</ref>
|successivo = [[Marco Aquila Giuliano]],<ref name="Aquila Giuliano">Suffetto: [[Servio Asinio Celere]].</ref><br />[[Publio Nonio Asprenate]]<ref name="Nonio Asprenate">Suffetto: [[Sesto Nonio Quintiliano]].</ref>
|periodo2 = [[39]]<ref name="suff 39">Suffetti: [[Quinto Sanquinio Massimo]] II, [[Gneo Domizio Corbulone]], [[Gneo Domizio Afro]].</ref><br />con [[Lucio Apronio Cesiano]]<ref name="Apronio Cesiano">Suffetti: ''ignotus'', [[Aulo Didio Gallo]].</ref>
|precedente2 = [[Marco Aquila Giuliano]],<ref name="Aquila Giuliano" /><br />[[Publio Nonio Asprenate]]<ref name="Nonio Asprenate" />
|successivo2 = Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico III<ref name="suff 40">Suffetti: [[Gaio Lecanio Basso]], [[Quinto Terenzio Culleone]], [[Lucio Annio Viniciano]], [[Gaio Ummidio Durmio Quadrato]].</ref>
|periodo3 = [[40]]<br />''senza collega''<ref name="suff 40" />
|precedente3 = Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico II,<ref name="suff 39" /><br />[[Lucio Apronio Cesiano]]<ref name="Apronio Cesiano" />
|successivo3 = Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico IV,<ref name="suff 41">Suffetti: [[Gneo Senzio Saturnino (console 41)|Gneo Senzio Saturnino]], [[Quinto Fuzio Lusio Saturnino]], [[Marco Lurio Varo]], [[Publio Suillio Rufo]].</ref><br />[[Gneo Senzio Saturnino (console 41)|Gneo Senzio Saturnino]]<ref name="Senzio Saturnino">Suffetti: [[Publio Pomponio Secondo]], [[Marco Seio Varano]], [[Publio Anteio Rufo]], [[Quinto Ostorio Scapula]].</ref>
|periodo4 = [[41]]<ref name="suff 41" /><br />con [[Gneo Senzio Saturnino (console 41)|Gneo Senzio Saturnino]]<ref name="Senzio Saturnino" />
|precedente4 = Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico III<ref name="suff 40" />
|successivo4 = [[Claudio|Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico]] II,<ref>Suffetto: [[Gaio Cecina Largo]].</ref><br />[[Gaio Cecina Largo]]<ref>Suffetti: [[Gaio Cestio Gallo]], [[Cornelio Lupo]], [[Gaio Svetonio Paolino]].</ref>
|note = {{note strette}}
}}
{{Caligola}}
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{{Imperatori romani}}
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{{Portale|antica Roma|biografie|storia}}
{{Vetrina|valutazione=Wikipedia:Riconoscimenti di qualità/Segnalazioni/Caligola/2|arg=biografie|arg2=storia|giorno=29|mese=01|anno=2016}}
 
[[Categoria:Imperatori romani]]
[[Categoria:Dinastia giulio-claudia|Giulio Cesare Augusto Germanico, Gaio]]