Libro Quinto della Metafisica: differenze tra le versioni
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*cap.30 - '''accidente''' (''symbebekos'')
=== Principio (''archè'') ===
Nel primo capitolo di questo libro [[Aristotele]] definisce cose sia il ''principio''. Per farlo specifica una serie di definizioni:
*È la parte di una cosa dalla quale si prendono le mosse per muoversi;
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Riassumendo queste definizioni, si può dire che ''il principio è il primo termine dal quale trae inizio l'essere, il divenire o il conoscere''.
=== Causa (''aìtion'') ===
Aristotele sostiene che ci siano quattro tipi di cause:
*Ciò che sta in una cosa e da cui quella cosa nasce (''causa materiale'')
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L'esempio classico che si trova ovunque per spiegare meglio le quattro cause è quello della statua. Perché esista la statua deve esserci del materiale con cui farla, per esempio il bronzo (''causa materiale''). Poi serve un'Idea di statua (''causa formale'', cioè che riguarda la forma della statua), alla quale lo scultore si ispira per scolpirla. Inoltre deve esserci una forza che agisce sul bronzo, seguendo le direttive della causa formale, per renderla un lavoro finito. Questa forza (''causa efficiente'') nel nostro caso è lo scultore. Infine c'è uno scopo per il quale l'artista trasforma il bronzo in statua, che può essere divertimento, fama, denaro, ecc... (''causa finale'').
=== Elemento (''stoicheion'') ===
Anche di ''elemento'' Aristotele dà una serie di definizioni che nascono dall'opinione comune:
*È il componente primo di una cosa, che inerisce a quella cosa, ed è indivisibile per specie;
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Da queste definizioni, Aristotele ricava la defginizione generale: ''elemento è il primo componente interno di una cosa''.
=== Natura (''physis'') ===
Allo stesso modo delle definizioni precedenti, Aristotele propone una serie di significati:
*È la nascita delle cose che crescono;
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Dalle cose che abbiamo detto, risulta che la natura nel senso originario e principale è [1] la sostanza delle cose che hanno in se stesse il principio del movimento, in quanto sono quelle che sono; [2] la materia si dice natura in quanto accoglie quel principio, [3] i processi di nascita e crescita si dicono natura perché sono movimenti che traggono inizio da quel principio. [4] La natura è il principio del movimento delle cose naturali, e in qualche modo è in esse, o in potenza o in atto.
=== Necessario (''anankaion'') ===
Anche qui Aristotele dà alcune definizioni sommarie, prima di arrivare a quella principale:
*È ciò che costituisce una causa ausiliaria, senza la quale non è possibile vivere;
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La definizione che coglie meglio il senso di "''necessario''", per Aristotele è ''ciò che è semplice, perché non può essere in più modi.
=== Uno (''hen'') ===
L'uno viene inteso da Aristotele in due modi: ''per [[accidente (filosofia)|accidente]]'' e ''di per sé''.
Nel primo caso, lo Stagirita sostiene che siano unità accidentali quelle:
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Questi quattro tipi di unità implicano sempre le successive, ma non viceversa: l'unità di specie implica che ci sia un'unità di genere, ma non implica che ci sia unità di numero.
=== Essere (''òn'') ===
L'essere si considera:
*'''per [[accidente (filosofia)|accidente]]''', quando si tratta di caratteristiche che ''non'' riguardano l'essenza di una cosa. Per esempio i capelli biondi non fanno parte dell'"essenza" dell'uomo, ma sono una caratteristica transitoria, un ''accidente'' perlappunto.
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*'''secondo atto e potenza'''. Con questi due ternmini, Aristotele risolve il problema del divenire. Alcuni filosofi precedenti negavano i divenire perché lo consideravano un passaggio dall'essere al non-essere, che in quanto non è, non può esistere. Indirizzato da Platone, Aristotele sostiene che il divenire sia il passaggio da un tipo di essere ad un altro. L'esempio clssico è quello del vedente: un uomo che ha gli occhi chiusi ''vede in potenza'', cioè significa che non sta vedendo ma potrebbe vedere. Se quest'uomo apre gli occhi, allora ''vede in atto'', cioè utilizza gli occhi per il loro vero scopo, vedere.
=== Sostanza (''ousia'') ===
Aristotele dà delle definizioni molto sommarie del termine "sostanza", perché ne parlerà in maniera più approfondita nei cosiddetti ''libri della sostanza'' (cioè i libri [[Libro Settimo della Metafisica|settimo]], [[Libro Ottavo della Metafisica|ottavo]] e [[Libro Nono della Metafisica|nono]]). Sono sostanze:
*i corpi semplici, come le terra, il fuoco e l'acqua, e tutte le altre cose di questo genere, e, in generale, i corpi e le cose formate da essi;
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*come un qualcosa di determinato che può sussistere separatamente dalle altre cose, in altre parole la '''forma'''
=== Identico (''tauton''), Diverso (''heteron''), Differente (''diaphoron''), Simile (''homoion'') ===
Le cose si dicono '''identiche''' in due sensi:
*''accidentalmente''; per esempio "bianco" e "musico" sono identici perché sono [[accidente (filosofia)|accidenti]] dello stesso soggetto;
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Infine si dicono '''simili''' le cose che hanno proprietà del tutto uguali, le cose che hanno proprietà più uguali che diverse o quelle di cui è unica la qualità.
=== Opposto (''antikeimeon''), Contrario (''enantion''), Differente per specie (''heteron to eidei'') ===
Per descrivere i tre termini analizzati in questo capitoletto, Aristotele dà una lunga lista di esempi. Infatti, sono '''opposti''':
*i termini che sono contraddittori;
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