Isola Ferdinandea: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Ripristino manuale Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
A.rasulo (discussione | contributi)
Etichette: Annullato Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 80:
Come gli inglesi, anche i francesi approdarono sull'isola senza chiedere alcun permesso a [[Re di Sicilia|re]] [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]], nonostante l'isola fosse sorta entro acque prossime alle coste siciliane. Anzi i francesi la ribattezzarono "''Iulia''" in riferimento alla sua comparsa avvenuta nel mese di luglio, poi posero una targa a futura memoria con la seguente iscrizione: "''Isola Iulia – i sigg. Constant Prévost, professore di geologia all'Università di Parigi – Edmond Joinville, pittore 27, 28, 29 settembre 1831''" e in segno di possesso venne innalzata sul punto più alto la [[Bandiera della Francia|bandiera francese]].
 
Il re [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]], constatando l'interesse internazionale che l'isoletta aveva suscitato, inviò sul posto la [[corvetta]] [[Bombarda (nave)|bombardiera]] ''Etna'' al comando del capitano Corrao il quale, sceso sull'isola, piantò la bandiera borbonica battezzando l'isola "''Ferdinandea''" in onore del sovrano. Sembrava che l'evento non suscitasse altro clamore, invece giunse sul posto il capitano Jenhouse con una potente [[Fregata (nave)|fregata]] [[Marina inglese|inglese]] e il Corrao, grazie alla mediazione del capitano Douglas, ottenne di rimettere la questione ai rispettivi governi. L'isola avrebbe goduto, all'epoca, dello stato di ''[[insula in mari nata]]'', cioè, in quanto emersa dal mare, la prima nazione o persona a mettervi piede avrebbe potuto rivendicarla legittimamente (in questo caso gli Inglesi).<ref>Jean-François Gerkens, Insula quae in mari nascitur occupantis fit: nullius enim esse creditur''! Le cas de Ferdinandea vu par un romaniste'', in Cosimo Cascione e Carla Masi Doria (a cura di), ''Fides Humanitas Ius. Studii in onore di Luigi Labruna'', IV, Editoriale Scientifica, Napoli 2007, pp. 2177-2188.</ref><ref>Fabio Caffio, ''La disputa virtuale sull'isola Ferdinandea'', in ''Rivista Marittima'' 133.6 (2000), pp. 119-124.</ref><ref>Tullio Scovazzi, ''Un{{'}}effimera isola e un ipotetico quesito'', in ''Rivista di diritto internazionale'' 85.4 (2002), pp. 946-953.</ref><ref>{{Senza fonte|Il diritto internazionale odierno, a differenza di quello ottocentesco, si basa sul concetto di "piattaforma continentale", che riconosce allo stato costiero più vicino il diritto di esercitare la propria sovranità anche sui fondali marini che costituiscono il suo naturale prolungamento. Perciò l'Italia, subentrata al Regno delle Due Sicilie come entità statuale, eserciterebbee la propria giurisdizione sull'isola senza bisogno di alcuna proclamazione.}}</ref>
Scovazzi, Elementi di diritto internazionale del mare
Caffio, La disputa virtuale sull'Isola Ferdinandea.
ALLOTTA, 'Ferdinandea'. L'`isola che non c'è, Lega Navale Agrigento, 2000
</ref>
 
Con atto sovrano del 17 agosto 1831, Ferdinando II di Borbone rivendicò l'isola come parte del regno delle Due Sicilie, dandole ufficialmente il nome di isola Ferdinandea. Verso la fine d'ottobre dello stesso anno il governo borbonico inviò ai governi di [[Gran Bretagna]] e [[Francia]] una memoria con la quale dette loro notizia dell'evento, ricordando che {{Senza fonte|a norma del diritto internazionale}} {{chiarire| |Quale trattato e quale articolo}} la nuova terra apparteneva alla [[Sicilia]]. Tuttavia, a quanto sembra i due governi non risposero e fra le due nazioni, entrambe interessate a favorire le loro posizioni strategiche nel Mediterraneo, iniziarono le rivalità.