Sant'Agostino (Terre del Reno): differenze tra le versioni

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Nel 1567 Margherita Bianchetti, figlia di Giovanni Battista, ultima figlia femmina di quel ramo familiare si sposa con Rinaldo [[Ariosti]] cedendo a tale seconda famiglia bolognese il diritto di giuspatronato; il potere civile passa quindi a questa dinastia familiare e la dimora dei giuspatroni nelle mappe prende il nome di ''Palazzo Ariosti''. Gli avvicendamenti locali proseguono nei secoli successivi attraverso l'avvicendarsi dei parroci e delle confraternite (tra le quali si possono ricordare le Compagnie dei ''Cinturati'', del ''Santissimo'' e dei ''Sacchi'') e le diverse rotte del fiume Reno, che periodicamente ricopriva di acque i territori del bolognese e del ferrarese.
 
Tra le vicende fluviali di maggior rilievo vi fu la ''[[Rotta Panfilia]]'' <ref>[http://www.pianurareno.org/?q=node/3843]</ref> del 1750 che causò un cambio di corso al fiume e ricoprì di acque l'intero territorio santagostinese; in quell'occasione gli abitanti decisero di trasferire la sede parrocchiale in un luogo più alto e sicuro, in ''ghiara di Reno,'' sfruttando un oratorio in costruzione per la Compagnia dei Sacchi; si iniziò a celebrare nella nuova chiesa dal 1769.
 
Nel 1788 giunse a Sant'Agostino don Giuseppe Serra, che avviò un importante corso di rinnovamenti strutturali rinnovando prima il cimitero, poi la chiesa parrocchiale terminata nel 1992, la canonica e infine il campanile eretto nel 1820. Per i manufatti furono interpellati nomi di rilievo del panorama artistico bolognese come l'architetto [[Giuseppe Tubertini]] per la sagrestia, il pittore [[Jacopo Alessandro Calvi]] autore della pala d'altare, la madonna di stucco attribuita a [[Petronio Tadolini]], il grande crocifisso ligneo recentemente attribuito a [[Giulio Cesare Conventi]], ed altri artisti. la chiesa conserva anche un organo antico di Francesco [[Traeri]] del 1714. La parrocchia di Sant'Agostino aveva anche due sussidiali, San Carlo e Mirabello separatesi dalla matrice rispettivamente nel 1916 e nel 1840.
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=== Simboli ===
Lo stemma dell’ex comune di Sant'Agostino risale al 1838. {{citazione|Troncato: nel 1°ª [[campo di cielo]], al libro dalle sacre scritture aperto d'argento, con effigiato, a piena pagina di destra, un cuore infiammato di rosso, seguito, su quella a sinistra, da una grafia di nero; il libro è [[Timbro (araldica)|timbrato]] da una [[Mitra (araldica)|mitra vescovile]] d'oro, con ricamata una croce d'argento, le infule, svolazzanti [[in fascia]] d'argento, con bordi e frange d'oro, ognuna adorna, in ricamo, di una crocetta del medesimo; l'insieme è accollato da una [[Croce astile|croce processionale]] trifogliata posta [[in banda]] d'oro e da una [[Pastorale (araldica)|pastorale]] [[in sbarra]] del medesimo, con il ricciolo volto a sinistra, passati in croce di S. Andrea; il tutto sormonta una giogaia di montagne d'azzurro, movente dai fianchi dello scudo e dal tratto della troncatura ed attraversata, sulla destra, da quattro pioppi appressati di verde, fuoriuscenti dalla partizione; nel 2° di verde, al fiume Reno in raffigurazione allegorica di un vecchio ignudo di [[carnagione]], parzialmente coperto di un manto di rosso, coricato con il busto in maestà, le gambe allungate ed incrociate, crinito e barbuto d'argento, la testa cinta da una corona fogliata di verde, vista di prospetto ed attraversante la partizione e la giogaia di montagne; la vegliarda figura è compiuta da tre anfore di coccio caricate e versanti acque, il tutto al naturale; la prima anfora è trattenuta dalla mano destra e posata sul ginocchio destro ed imbellita da uno scudo recante l’arma gentilizia dei [[Lambertini (famiglia)|Lambertini]] (''d’oro, a tre pali di rosso''), la seconda anfora è riversa tra i piedi e la terza funge da appoggio all'avambraccio sinistro; al piano d’argento, carico di una stella a sei raggi d’oro.}}
Il cuore infiammato e il Vangelo sono il simboli dell'[[Ordine di Sant'Agostino]]. Vi è poi la personificazione del fiume Reno, accanto a tre anfore: una rotta, che rappresenta il tratto di fiume abbandonato dopo la “rotta” del 1750; la seconda è decorata con lo stemma di [[Papa Benedetto XIV|papa Benedetto XIV Lambertini]], sotto il cui pontificato fu scavato il canale artificiale chiamato [[Cavo Benedettino]]; la terza rappresenta il [[Cavo Napoleonico]], canale che si immette nel fiume Po. Sullo sfondo, l'Appennino dove il fiume ha la sua sorgente. In punta è posta una stella d’oro, elemento che viene ripreso nel nuovo [[Terre del Reno#Simboli|emblema di Terre del Reno]].<ref>{{cita web|url= https://www.araldicacivica.it/zona-municipale/sant%c2%92agostino/ |titolo=Sant'Agostino}}</ref>