Winston Churchill: differenze tra le versioni
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Nel dibattito che seguì la sconfitta in [[Norvegia]], le forze ostili a Chamberlain in Parlamento, prima di tutto i laburisti, ma anche i liberali guidati da [[Archibald Sinclair]], amico di vecchia data di Churchill, presero la parola. Parlò anche l'anziano [[David Lloyd George|Lloyd George]], che chiese le dimissioni di Chamberlain. [[Leo Amery|Leopold "Leo" Amery]], amico di Churchill sin dai tempi di [[Harrow School|Harrow]] e deputato conservatore, citò le celebri parole di [[Oliver Cromwell]]: «Siete rimasto seduto troppo a lungo, quale che sia il bene che avete fatto. Andatevene, vi dico, e liberateci dalla vostra presenza. In nome di Dio andatevene!»<ref name="Gilbert290">{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 290}}.</ref>. Churchill tuttavia, in qualità di ministro responsabile, difese il governo, in segno di lealtà verso Chamberlain<ref name="Gilbert290" />. Alla votazione che seguì Chamberlain poteva contare su una maggioranza ridotta a soli 81 voti. Quando uscì dall'aula fu sommerso da urla "Vattene! Vattene!"<ref name="GIlbert291">{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 291}}.</ref>. Chamberlain tuttavia non presentò subito le dimissioni. Comunicò a [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]] che intendeva formare un governo di coalizione che comprendesse anche i laburisti. In ogni caso, lui e il re avrebbero voluto che a succedergli fosse [[Edward Wood, I conte di Halifax|Lord Halifax]], non Churchill<ref name="GIlbert291"/>.
Quando la notizia trapelò, il 9 maggio, i deputati conservatori vicini a Churchill mostrarono irritazione. Questi erano guidati dalla potente famiglia [[Marchese di Salisbury|Cecil]], una delle più influenti del partito e da sempre alleata dei Churchill<ref>{{Cita|Ian Kershaw| 2005 p. 342}}.</ref>. Il principale esponente della famiglia, [[James Gascoyne-Cecil, IV marchese di Salisbury|Lord Salisbury]], disse: «Nel corso della giornata bisogna nominare Winston Primo ministro.»<ref name="Gilbert292">{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 292}}.</ref>. Quella mattina Halifax, che era considerato il primo in lizza per la successione a Chamberlain, disse a quest'ultimo che non avrebbe potuto accettare l'incarico perché, essendo membro della [[Camera dei lord]], non avrebbe potuto partecipare ai dibattiti ai Comuni. Nel pomeriggio giunse notizia che [[Clement Attlee]] aveva negato qualsiasi supporto laburista a un governo Chamberlain. Churchill, inizialmente, fu restio a candidarsi al premierato, sebbene fosse il nome più popolare nel Paese, poiché riteneva, a ragione, di non avere sufficiente supporto dai partiti della coalizione<ref name="Roberts91618">A. Roberts ''Churchill. La biografia'' Torino 2020 pp. 916-18</ref>. La sua idea iniziale era quella di assumere il Ministero della Difesa e la carica di [[Leader della Camera dei comuni]] in un governo Halifax che, essendo quest'ultimo confinato alla Camera de lord, gli avrebbe conferito il premierato in pectore<ref name="Roberts91618"/>, analogamente a quanto era avvenuto a [[William Pitt il Vecchio]] durante la [[guerra dei sette anni]]. Fu invece un suo fedelissimo, [[Brendan Bracken]], a convincerlo a candidarsi e a negoziare con Attlee e i laburisti l'accettazione di Churchill come premier al posto di Halifax<ref name="Roberts91618"/>.
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Il 26 dicembre 1941, poco dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti d'America, Churchill tenne un discorso alle camere riunite del [[Congresso degli Stati Uniti|Congresso]], nel quale rimarcò le sue origini statunitensi:
{{citazione|Vorrei che mia madre, della quale conservo preziosa memoria, fosse qui per vedere. Non posso fare a meno di pensare che se mio padre fosse stato statunitense e mia madre inglese, invece del contrario, ora potrei stare qui per mio conto.<ref>{{en}}http://www.ibiblio.org/pha/policy/1941/
[[File:Winston Churchill Address the US Congress.PNG|miniatura|sinistra|Churchill parla al [[Congresso degli Stati Uniti d'America]], 1941]]
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Il 22 gennaio 1949, quando erano in corso le trattative per il cessate il fuoco tra i Paesi arabi e il neonato Stato ebraico, uscito vincitore dalla [[Guerra arabo-israeliana del 1948|guerra dell'anno precedente]], Churchill, in qualità di capo dell'opposizione, tenne un abile e deciso intervento nel quale attaccò duramente il governo laburista e in particolare il ministro degli Esteri [[Ernest Bevin]]. Nell'intervento furono formulati innanzitutto argomenti di ''Realpolitik'', quali quello secondo il quale, stante il riconoscimento del nuovo Stato da parte di Stati Uniti e Unione Sovietica, il Regno Unito avrebbe rischiato di rimanere isolato nel contesto internazionale e di perdere un appoggio in Medio Oriente<ref name="Gilbertjews">M. Gilbert, ''Churchill and the Jews'' 2007 pp. 432-434</ref>. Con toni maggiormente emotivi, pose poi l'accento sulla natura straordinaria dell'evento, definendo la nascita di uno Stato nazionale ebraico dopo duemila anni di diaspora "un evento senza precedenti nella storia mondiale"<ref name="Gilbertjews" />. Non dimenticò tuttavia gli impegni verso gli Arabi, facendo leva sugli stessi per attaccare l'operato del Governo: "Subito dopo la guerra avremmo potuto ottenere uno schema di partizione molto più favorevole agli Arabi rispetto a quello che otterranno ora dopo il loro fallimentare ricorso alle armi."<ref name="Gilbertjews" /> A conclusione, rivendicò la giustezza della linea da lui intrapresa sin dal 1922:
{{citazione|Sin d'allora, la popolazione ebraica è raddoppiata e più che raddoppiata, e così quella araba. Allorché gli ebrei rivendicarono la loro terra [...] 400 o 500
L'intervento di Churchill fu pienamente efficace: dopo la fine del dibattito il Governo laburista, in evidente difficoltà, annunciò che il Regno Unito avrebbe riconosciuto lo Stato di Israele, atto compiuto formalmente nove giorni dopo<ref name="Gilbertjews"/>.
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{{citazione|Prima di incarnarsi nell’Umanità, il Weltgeist hegeliano, che ha abbandonato le nazioni, risiede negli imperi [...] Questo è il momento degli imperi, cioè di unità politiche transnazionali, ma formate da nazioni apparentate[...] Ed è ancora con la comprensione della realtà imperiale che si manifesta il genio politico dei governanti dello Stato inglese, e in particolar modo quello di Churchill. Già prima della guerra questo Stato aveva una struttura «imperiale», e cioè transnazionale e internazionale, nella forma del British Commonwealth, dell’unione dei Dominion. Ma anche questo «impero» ancora troppo «nazionale» si è dimostrato insufficiente per ottenere un’affermazione politica nelle condizioni create dalla guerra attuale. È l’impero anglosassone, e cioè il blocco politico-economico angloamericano, a rappresentare oggi la realtà politica efficace e concreta. E il genio politico dell’Inghilterra si manifesta nell’averlo capito, e nell’averne tratto e sopportato le conseguenze.<ref>A. Kojève "Progetto di una dottrina politica francese" 27 agosto 1945 ripubblicato in Limes n. 4/2021</ref>}}
== Media ==
* ''[[Gli anni dell'avventura]]'' (''Young Winston'') - film del 1972 diretto da [[Richard Attenborough]]. Churchill è interpretato da [[Simon Ward]].
* ''[[Le sconfitte di un vincitore: Winston Churchill 1928-1939]]''
* ''[[Guerra imminente]]'' (''The Gathering Storm'') - film TV del 2002 diretto da [[Richard Loncraine]]. Churchill è interpretato da [[Albert Finney]].
* ''[[Into the Storm - La guerra di Churchill]]'' (''Into the Storm'') - film TV del 2009 diretto da [[Thaddeus O'Sullivan]]. Churchill è interpretato da [[Brendan Gleeson]].
* ''[[Il discorso del re]]''
* ''[[The Crown (serie televisiva)|The Crown]]'' - serie TV (2016-2019). Churchill è interpretato da [[John Lithgow]].
* ''[[L'ora più buia]]'' (''Darkest Hour'') - film del 2017 diretto da [[Joe Wright]]. Churchill è interpretato da [[Gary Oldman]].
* ''[[Churchill (film)|Churchill]]'' – film del 2017 diretto da [[Jonathan Teplitzky]]. Churchill è interpretato da [[Brian Cox]].
== Opere ==
; In italiano
*''Gli anni dell'avventura'', Bompiani, 1997
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