Alarico I: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 53:
In uno dei suoi panegirici, Claudiano allude a una rivolta di Alarico antecedente al 395, nel corso della quale tese un'imboscata all'imperatore Teodosio sul [[Evros (fiume)|fiume Maritza]].<ref>Claudiano, ''La guerra gotica'', 524.</ref> La [[Maria Cesa|Cesa]] colloca questi avvenimenti nel 391/392, nel contesto di una rivolta generale degli alleati Goti, sia quelli insediati in Macedonia che quelli insediati in Tracia. Alarico sarebbe stato a capo dei ribelli Goti di Tracia e avrebbe teso un'imboscata all'Imperatore Teodosio sulla Maritza dopo che quest'ultimo aveva represso con successo la rivolta dei Goti di Macedonia narrata da [[Zosimo (storico)|Zosimo]].<ref>{{cita|Cesa|p. 57.}}</ref> L'esercito di Alarico fu ulteriormente rinforzato dall'alleanza con invasori barbari transdanubiani, tra cui i [[Bastarni]] che avrebbero poi ucciso il [[magister militum]] [[Promoto]] in un'imboscata. Alla fine però Alarico fu messo in difficoltà dalla controffensiva romana condotta dal ''magister militum'' di origini vandaliche [[Stilicone]], e fu indotto dai parziali rovesci subiti a più miti propositi: fu firmato un nuovo trattato tra i Goti di Tracia guidati da Alarico e l'Impero, in cui ai Goti fu rinnovato il permesso di insediarsi nelle province settentrionali della Tracia in cambio dell'impegno di servire in contingenti alleati l'esercito di Teodosio nella imminente campagna militare contro l'usurpatore d'Occidente [[Flavio Eugenio|Eugenio]].<ref>{{cita|Cesa|p. 58.}}</ref>
I Goti di Alarico, posti sotto la supervisione del generale romano (seppur di origini gotiche) [[Gainas]], furono schierati da Teodosio in prima linea nel corso della [[
Durante il loro viaggio di ritorno nelle loro terre di insediamento in Tracia Settentrionale, il loro malcontento nei confronti dell'Impero cominciò a crescere. Essi temevano che l'imperatore Teodosio li avesse schierati in prima linea al solo fine di indebolirli in maniera da approfittarne revocando loro l'autonomia acquisita in virtù delle sconfitte inflitte all'esercito romano, prima di tutte quella di [[Battaglia di Adrianopoli (378)|Adrianopoli]] del 378. Avendo perso 10.000 dei loro soldati al Frigido, i Goti intendevano rivoltarsi in modo da mettere al sicuro la loro autonomia all'interno dei confini dell'Impero, prima che i Romani ne potessero approfittare. A dire di [[Zosimo (storico)|Zosimo]], lo stesso Alarico era scontento per il fatto che non gli fosse stata assegnata da Teodosio una carica militare romana (Alarico verosimilmente ambiva a quella di ''[[magister militum]]'').<ref name=ZosV5>Zosimo, V,5.</ref> Arrivati in Tracia, i Goti decisero di rivoltarsi apertamente. Fu forse in quel momento che Alarico fu nominato loro re; di certo, al di là del titolo regale o meno, era il loro capo militare.<ref>La questione è in realtà controversa. Stando al racconto dello storico del [[VI secolo]] Giordane (''Getica'', 146), il quale è però pieno di grossolani errori, Alarico sarebbe stato eletto re dei Goti solo intorno al 400. Secondo lo scrittore del [[VII secolo]] Isidoro di Siviglia, Alarico era già re dei Goti sotto il regno di Teodosio I, mentre secondo il cronista del VI secolo Marcellino Comes (''Chronicon'', s.a. 395) avrebbe assunto tale titolo a partire dal 395. Alcuni studiosi hanno addirittura messo in dubbio che Alarico detenesse effettivamente il titolo di ''rex Gothorum'', facendo notare che le fonti coeve agli avvenimenti non gli attribuiscono mai siffatto titolo ma semmai quello di comandante militare dei Goti. Per esempio, per quanto riguarda le fonti greche, Alarico viene definito {{polytonic|ό τών Γότθοι φύλαρχος}} (filarca dei Goti) da Olimpiodoro (frammento 3 Muller), {{polytonic|ό τών Γότθοι ἡγούμενος}} (governatore dei Goti) da Sozomeno (''Storia Ecclesiastica'', IX,4), ma non viene mai definito da essi un {{polytonic|βασιλεύς}} (re). Invece i latini Tirannio Rufino, Agostino (''De civitate dei'', I,2) e Prospero Tirone lo definiscono ''dux gothorum'' (sempre condottiero dei Goti). Le fonti che lo definiscono ''rex'' sono Agostino (''Retract.'', II,43.1), Merobaude (''Panegirici'', II, 134 e 138), Marcellino Comes (s.a. 395), Giordane (''Getica'', 146 e 157), Cassiodoro (''Variae'', XII,20 e ''Chronicon'', s.a. 400). Cfr. {{cita|Halsall|pp. 202-206.}}</ref>
=== Rivolta e invasione della Grecia ===
[[File:Alaric entering Athens.jpg|miniatura|x290px|sinistra|Alarico entra ad [[Atene]], rappresentato in un'[[illustrazione]] degli [[Anni 1920|anni venti]] (XX sec.).]]
All'inizio del 395 i Goti di Alarico, in rivolta, marciarono minacciosamente su [[Costantinopoli]], devastandone le campagne circostanti ma astenendosi dal saccheggiare le tenute di [[Flavio Rufino]], prefetto del pretorio d’Oriente e reggente del nuovo
[[Zosimo (storico)|Zosimo]], a riguardo di questo incontro, insinua che Rufino avrebbe indotto Alarico a invadere la Grecia, assicurandogli che si sarebbe insignorito agevolmente dell'intera provincia; nel seguito della narrazione, riferisce poi che il [[proconsole]] dell'[[Acaia (provincia romana)|Acaia]] Antioco e il comandante della guarnigione delle [[Termopili]] Geronzio avrebbero ricevuto l'ordine da parte di Rufino di appoggiare Alarico non opponendogli resistenza e in questo modo spiega il perché i Goti avessero potuto passare le Termopili, un passo facilmente difendibile, senza trovare resistenza da parte della sua guarnigione.<ref name=ZosV5/> Secondo Zosimo e altri storici antichi, Rufino intendeva permettere ai Barbari di devastare le province dell'Impero al fine di approfittare dell'indebolimento conseguente dello stato per detronizzare Arcadio con un colpo di Stato e diventare Imperatore.<ref name=ZosV7>Zosimo, V,7.</ref>
|