Alarico I: differenze tra le versioni
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Nel novembre 401, i [[Visigoti]] di Alarico, abbandonando l'Illirico, [[Guerra gotica (402-403)|invasero improvvisamente l'Italia]].<ref>Due sono le date fornite dalle fonti antiche. Secondo la Cronaca di Prospero Tirone, Alarico e Radagaiso invasero l'Italia nell'anno 400, data confermata anche da Giordane. Secondo invece i ''Fasti Vindobonenses'', Alarico entrò in Italia il quattordicesimo giorno prima delle calende di dicembre (18 novembre) dell'anno 401. La data corretta è quest'ultima in quanto Claudiano accenna a delle eclissi alla vigilia dell’invasione, e due eclissi avvennero nel 401 (più precisamente il 21 giugno e il 6 dicembre), ma non nel 400.</ref> Le laconiche fonti antiche non chiariscono i motivi di questa invasione. I panegirici di [[Claudiano]] sostengono che Alarico avrebbe invaso l'Italia unicamente spinto dal desiderio di "penetrare nell'Urbe" rimasta inviolata fin dai tempi di [[Brenno]], e raggiungere così fama perpetua presso i posteri. In passato, diversi studiosi moderni, come Demougeot e Stein, avevano congetturato che Alarico sarebbe stato istigato dalla corte di [[Arcadio]] a invadere l'Italia, al duplice fine di liberarsi della loro scomoda presenza e al contempo danneggiare [[Stilicone]], con il quale la ''pars orientis'' era in cattivi rapporti.<ref>{{cita|Ravegnani|p. 49.}}</ref>
Più recentemente, studiosi come Cesa e Cameron hanno respinto questa congettura, facendo notare che tra il 401 e il 403 i rapporti tra le due ''partes'' migliorarono decisamente, per cui appare effettivamente improbabile che la ''pars orientis'' avesse istigato Alarico a invadere l'Italia. Essi invece sostengono la tesi che i Goti di Alarico fossero stati attaccati dai nuovi alleati di Arcadio, gli [[Unni]] di re [[Uldino]], venendo costretti da questi attacchi a spostarsi più a Occidente. Spesso gli studiosi moderni hanno cercato di collegare con una relazione di causa-effetto l'[[Rivolta di Gainas|
In ogni modo, Alarico nel novembre 401 invase la provincia di ''[[Venetia et Histria]]'', occupandola rapidamente, e avanzando verso la capitale Milano, dove aveva sede l'imperatore [[Onorio (imperatore)|Onorio]], che assediò. Le legioni di Stilicone erano impegnate in quel momento nella difesa della [[Rezia (provincia romana)|Rezia]] dai Barbari che l'avevano invasa. Stilicone, dopo aver vinto gli invasori della Rezia in battaglia e averli spinti in parte a reclutarsi nell'[[esercito romano]] in modo da rinforzarlo, mandò ordini alle [[legione (storia romana)|legioni]] [[limes renano|a difesa del Reno]] e della [[Britannia (provincia romana)|Britannia]] affinché lo raggiungessero in Italia per assisterlo nella guerra contro Alarico, dopodiché marciò in direzione della capitale assediata. Dopo aver attraversato l'Adda nonostante i ponti fossero caduti in mano nemica, Stilicone riuscì a liberare Milano dall'assedio di Alarico. Quest'ultimo, battendo in ritirata, tentò invano di espugnare [[Asti]] per poi tentare di invadere la Gallia. Fu però costretto a scontrarsi con l'armata di Stilicone nella [[battaglia di Pollenzo]], combattuta il giorno di Pasqua del 402.<ref>Orosio, VII,37.</ref> Dopo una battaglia dall'esito incerto, interrotta dall'arrivo della notte, i Goti di Alarico batterono in ritirata verso gli Appennini. Stilicone, nel corso della battaglia, aveva catturato tuttavia numerosi preziosi ostaggi goti, tra cui la moglie e i famigliari dello stesso Alarico.
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