Alarico I: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 85:
Alarico, per riottenere indietro i suoi parenti, fu costretto a negoziare con Stilicone e alla fine fu raggiunto il seguente accordo: Stilicone avrebbe liberato gli ostaggi, ma in cambio Alarico si sarebbe ritirato dall'Italia e sarebbe tornato nell'Illirico. Tuttavia, durante la ritirata dei Visigoti verso le Alpi, Alarico non rispettò almeno in parte i patti, e una [[Battaglia di Verona (403)|nuova battaglia]] con Stilicone ebbe luogo nei pressi di Verona, probabilmente nel 403.<ref>Claudiano, ''Sul sesto consolato di Onorio'', 210 sgg.</ref> Nuovamente sconfitto da Stilicone, Alarico batté ancora una volta in ritirata, sfuggendo a stento alla cattura. Nel corso della sua ritirata verso le Alpi, Alarico assistette alla diserzione di interi ranghi del suo esercito in favore di Stilicone. Il suo esercito fu inoltre decimato ulteriormente dalla fame. Claudiano omette gli avvenimenti successivi della ritirata. Dalla sua descrizione, sembra quasi che Stilicone avesse l’opportunità propizia per annientare definitivamente i Visigoti, eppure si accontentò semplicemente della loro ritirata. Molti studiosi moderni ritengono che Stilicone avrebbe graziato Alarico perché lo riteneva un potenziale alleato contro l'Impero d'Oriente, con il quale era in conflitto, come del resto sembrerebbero confermare gli avvenimenti successivi.
I Goti tornarono nell'Illirico. [[Sozomeno]] ambiguamente afferma che nel 405 i Goti di Alarico erano insediati nella «regione dei Barbari ai confini di Dalmazia e Pannonia» e che Alarico aveva ricevuto dal suo alleato Stilicone una carica militare romana.<ref name=SozIX4>Sozomeno, IX,4.</ref> La maggior parte degli studiosi ha identificato questa «regione dei Barbari» con i distretti di frontiera a cavallo tra [[Dalmazia (provincia romana)|Dalmazia]] e [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]], quindi con province romano-occidentali, supponendo che in seguito alla battaglia di Verona del 403 Stilicone avesse concesso ad Alarico di insediarsi in quei territori in cambio del suo appoggio contro l'Impero d'Oriente, al quale intendeva sottrarre l'Illirico Orientale; la carica militare romana concessa ad Alarico, secondo questa ipotesi, sarebbe stata quindi quella di ''[[Comes Illyrici]]''.<ref>{{cita|Burns|p. 193.}}</ref> Altri autori invece sostengono che Alarico firmò un'alleanza con Stilicone solo nel 405, e identificano la «regione dei Barbari» di Sozomeno con province romano-orientali (''[[Praevalitana]]'' e ''[[Moesia I]]'') ai confini con la ''pars occidentis''.<ref name=Cesa98-99>{{cita|Cesa|pp. 98-99.}}</ref> Nel 403 Stilicone si sarebbe limitato unicamente a garantire ad Alarico un salvacondotto, e i Goti sarebbero tornati nell'Illirico Orientale.<ref name=Cesa98-99/> A confermare questo ritorno di Alarico nelle province sotto la giurisdizione di Arcadio sarebbe una lettera di Onorio del 404 indirizzata al fratello e collega Arcadio, in cui l'imperatore d'Occidente deplorava lo stato delle province
[[File:AD 0401 Pressure on the Roman borders EN.png|upright=1.8|miniatura|L'[[Impero romano d'Occidente]] agli inizi del [[V secolo]] e le [[invasioni barbariche]] che lo colpirono in quel periodo.]]
Nel 405 Alarico fu contattato da Stilicone, e stipulò con lui un trattato di alleanza contro la ''pars orientis'', suggellato da uno scambio di ostaggi. Secondo Zosimo, già nel 405 Alarico, istigato da Stilicone, avrebbe invaso l'Epiro, provincia sotto la giurisdizione di Costantinopoli, con l'intento di assistere Stilicone nella conquista militare dell'Illirico Orientale; Stilicone aveva promesso ad Alarico di raggiungerlo presto in Epiro con le truppe dell'esercito regolare per portare a termine insieme la conquista di quei territori ai danni della ''pars orientis'', ma sarebbe stato trattenuto in Italia dapprima dall'invasione di [[Radagaiso]] e poi dall'usurpazione in Gallia di [[Costantino III (usurpatore)|Costantino III]].<ref>Zosimo, V,26.</ref> Ci sono però forti dubbi sull'accuratezza di Zosimo in questo frangente, e molti autori collocano
Secondo alcuni studiosi, come Heather, Stilicone, a corto di soldati, intendeva assicurarsi l'alleanza militare con i Goti di Alarico in modo da poterli impiegare contro le altre minacce (come i Barbari e gli usurpatori nelle province galliche); Alarico, tuttavia, chiedeva in cambio la concessione di terre di insediamento per il suo popolo, ma Stilicone non intendeva trasferirli in un territorio romano-occidentale perché ciò avrebbe comportato problemi con i proprietari terrieri, a cui avrebbe dovuto confiscare parte delle proprietà per concederle ai Goti; Stilicone allora propose ad Alarico di assisterlo nella conquista dell'Illirico
Contrariato di ciò senza che il suo esercito avesse ricevuto alcuna ricompensa per i servigi prestati alla ''pars occidentis'', nel 408 Alarico abbandonò l'Epiro e marciò minacciosamente in Norico, ai confini con l'Italia.<ref name=ZosV29>Zosimo, V,29.</ref> Inviò quindi ambasciatori a Ravenna presso Stilicone, richiedendo il pagamento di {{formatnum:4000}} libbre d'oro per i servigi resi, e minacciando l'invasione dell'Italia nel caso questa richiesta non fosse stata soddisfatta.<ref name=ZosV29/> Stilicone si recò allora a Roma per consultarsi con l'Imperatore e con il senato romano e alla fine riuscì a convincerli a pagare ad Alarico le {{formatnum:4000}} libbre d'oro richieste.<ref name=ZosV29/> Alarico ricevette la somma richiesta, ma rimase in Norico. Nel frattempo, Stilicone suggerì a Onorio di inviare gli alleati Visigoti di Alarico in Gallia insieme alle legioni romane per impiegarli nella guerra contro l'usurpatore Costantino III.<ref name=ZosV31>Zosimo, V,31.</ref> Onorio scrisse una lettera ad Alarico per informarlo del suo nuovo incarico al servizio dei Romani, ma Alarico non la ricevette mai.<ref name=ZosV31/> Infatti Onorio, convinto da cortigiani intriganti che Stilicone tramasse il tradimento, lo fece giustiziare alcuni giorni dopo.<ref name=SozIX4/><ref>Zosimo, V,34.</ref> In seguito alla decapitazione di Stilicone, avvenuta il 22 o 23 agosto 408, prese il potere a Ravenna il partito antibarbarico, che rifiutò la negoziazione con Alarico.
|