Doclea: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 53:
|classi sociali =
}}
La '''Doclea''' ({{montenegrinoin [[Lingua serbo-croata|serbo-croato]]: Дукља|/Duklja}}) era uno stato slavo medievale, localizzato tra l'attuale [[Montenegro]] e l'[[Albania]]. Comprendeva territori lungo il corso del [[Zeta (fiume)|fiume Zeta]], intorno al [[Lago di Scutari]] e alle [[Bocche di Cattaro]], e si estendeva in parte dell'attuale [[Erzegovina]].
 
Il suo nome deriva da una antica [[Doclea (città)|città omonima]], i cui resti si trovano vicino a [[Podgorica]], nella [[Provincia (storia romana)|provincia romana]] ''Praevalitana'', abitata dalla popolazione [[illiri]]ca dei ''Docleatae''.
Riga 61:
Nel [[IV secolo a.C.]] le popolazioni [[illiri]]che che vivevano nei [[Penisola balcanica|Balcani]] costituirono un regno con capitale nella città di [[Scutari]]. Tra i villaggi che costruirono, alla confluenza tra i fiumi Zeta e [[Morača]], fondarono ''[[Doclea (città)|Dioclea]]'', nei pressi dell'attuale [[Podgorica]]. Nel [[168 a.C.]], [[Repubblica Romana|Roma]] portò a termine la campagna di conquista dell'[[Illiria]] e pose fine alla sua indipendenza. Con la conquista romana iniziò una campagna di latinizzazione delle popolazioni autoctone. Dopo il crollo dell'[[Impero Romano d'Occidente]], l'area, che dal [[395]] era divisa tra [[Roma]] e [[Costantinopoli]], rientrò tutta nei possedimenti dell'[[Impero bizantino]].
 
Nel [[VI secolo]], alcune [[tribù]] [[Slavi|slave]] si spostarono nei Balcani:, tribùtra slavei diterritori originecostieri dell'[[BielorussiaMare Adriatico|bielorussaAdriatico]] sie stanziaronol'entroterra. neiLa territoriDoclea costierivenne invasa dalle tribù slave, sia dell'[[MareCroati|croate]] Adriaticoche [[Serbi|Adriaticoserbe]], mentrele tribùquali disi stirpeandarono montenegrinaa provenientimescolare dallacon zona del[[illiri]], [[ElbaCiviltà (fiume)romana|fiumeromani]], Elba[[albanesi]] sie stabilirono nell'entroterra[[valacchi]].<ref>[{{Cita web|lingua=cnr|url=http://www.newmontenegro.eu/cultura/etnogenesi.aspx|titolo=New http://Montenegro.eu - Arte e Cultura - Storia e Mitopoiesi - Etnogenesi|sito=www.newmontenegro.eu/cultura/etnogenesi.aspx]|accesso=2025-02-09}}</ref>
 
Il ''[[De administrando imperio]]'' riporta che l'[[Illiria]] (provincia [[Praevalitana]]) fu invasa dagli [[Avari]]. L'imperatore [[Eraclio I]] chiese aiuto contro di loro ai [[Serbia bianca|Serbi bianchi]] della [[Lusazia]], guidati dall'"[[Arconte sconosciuto]]".<ref name="Serbi bianchi" >[[Constantino VII Porfirogenito]], ''[[De Administrando Imperio]]'', Cap. XXXII</ref> Attorno al 629-630 gli slavi occuparono le terre invase dagli Avari, liberandole e l'imperatore come ricompensa concesse l'autorizzazione formale a insediarsi nella [[Tessaglia]], per poi migrare più a nord.<ref name="Curta">{{Cita libro|cognome=Curta|nome=Florin|linkautorecognome=Florin Curta|titolo=The Making of the Slavs: History and Archaeology of the Lower Danube Region, c. 500–700|anno=2001|editore=Cambridge University Press|url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&id=Y0NBxG9Id58C&pg=PA43#v=onepage&q&f=false|anno=2001|editore=Cambridge University Press|lingua=eng|linkautore=Florin Curta}}</ref>.
 
Tuttavia già in precedenza, nel 615, tutti i Balcani erano considerati ''Sklavinia'' – abitati o sotto il controllo degli slavi<ref>{{Cita libro|cognome=Jenkins|nome=Romilly James Heald|cognome=Jenkins|titolo=Byzantium: The Imperial Centuries, AD 610-1071|url=https://books.google.com/books?id=O5JqH_NXQBsC&pg=PA45|data=1987|editore=University of Toronto Press|lingua=eng|p=45|isbn=978-0-8020-6667-1|p=45}}</ref> e l'imperatore [[Eraclio I]] nel 622 aveva già costituito una confederazione di [[protettorato|protettorati]], tra cui la Doclea, quali [[Stato cuscinetto|stati-cuscinetto]] da contrapporre alle scorrerie delle popolazioni più a nord in territorio bizantino.
Questo tipo di entità statale (in latino medievale ''comitatus'') fu poi nota come "giuppania" (in [[Lingua montenegrinaserbo-croata|montenegrinoserbo-croato]] ''župa'', ossia governate da uno ''[[Zupano|župan]]'').
Tradotte a volte come contee o principati, erano formalmente sotto la sovranità bizantina, ma di fatto si autogovernavano.
 
Riga 77:
 
Oltre a promuovere l'evangelizzazione, l'imperatore fece sì che la Doclea divenisse vassallo del Gran principato di [[Rascia]], retto dalla famiglia dei [[Vlastimirović]] (Властимировићи), mantenendo, comunque, una certa autonomia.
Sotto il regno dello župan di Rascia [[Vlastimir]] (Властимир, [[825]]-[[850]]), i Serbiserbi si ribellarono al potere bizantino e a quello dei religiosi cristiani: i pochi mercenari di [[Costantinopoli]] furono scacciati insieme al clero greco. Sotto il regno di [[Mutimir]] (Мутимир, [[860]] - [[891]]), invece, dopo la vittoria contro i [[Primo impero bulgaro|Bulgari]] che avevano aggredito i principati serbi, per acquistare alleati tra gli stati cristiani, si decise la conversione al Cristianesimo anche degli ultimi pagani presenti nelle terre della Doclea.
 
Il principe [[Časlav Klonimirović]] (Часлав Клонимировић, [[927]]-[[950]]) unificò i principati di [[Zaclumia]], [[Pagania]], [[Travunia]], Doclea e [[Rascia]], Croazia e [[Bosnia]] in un unico Stato che, però si dissolse appena dopo la sua morte. Tra i principati serbi, allora, la Doclea iniziò ad assumere una posizione sempre più di prestigio: suoi emissari governavano anche le enclavi bizantine di [[Cattaro]], [[Antivari]] e [[Dulcigno]] che furono obbligate a versare tributi al sovrano di Doclea.
Riga 87:
== L'XI secolo ==
[[File:Srpski kralj Mihajlo.jpg|thumb|Mihailo Vojisavljević]]
L'[[XI secolo]] fu per la regione un periodo di grandi conflitti tra gli stati slavi e con [[Impero bizantino|Bisanzio]]. L'inizio del secolo fu caratterizzato dall'anarchia seguita alla ribellione del popolo di [[Cattaro]] contro Dragomir che nel [[1018]] fu linciato dalla folla. Il figlio di Dragomir, [[Stefano Vojislav|Vojislav]] (Војислав), anche chiamato Dobroslav, per un certo tempo non ebbe alcun potere e visse in povertà, ma si adoperò per sollevare il popolo contro l'Imperatore. Nel [[1034]] fu nominato capo di un movimento per la liberazione delle terre costiere dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]]. Nonostante questo, considerato controparte affidabile da Costantinopoli, assicurò la fedeltà della sua gente all'Impero, fu insignito del titolo di ''Stefano'' (Стефан, dal [[Lingua greca|greco]] Στέφανος che significa ''corona''), ossia ''incoronato'', quindi, legittimo vassallo di Bisanzio, e si proclamò ''arconte'' dei Serbiserbi. Acquistato pienamente il potere, nel [[1035]] guidò una sommossa. Le armate serbe furono sconfitte e Stefano Vojislav arrestato nell'estate del [[1036]]. L'imperatore mandò uno stratega a governare in suo nome le terre di Doclea. Fuggito dalla prigione, tornò a guidare la rivolta che, nel [[1038]] riuscì. Lo stratega fu cacciato e Vojislav creò uno Stato serbo che si estendeva dal [[Lago di Scutari]] ai monti Hum. Portò aiuto anche a tutte le rivolte slave che stavano sorgendo nei Balcani da [[Belgrado]] a [[Skopje]].
 
Nel [[1040]] emissari di Vojislav andarono nella baia di Doclea a rubare il carico d'oro che una nave bizantina aveva perduto in un naufragio. Quest'azione portò una grande ricchezza nelle casse del sovrano, ma indispettì l'imperatore che inviò un'armata per recuperare l'oro e punire i Serbiserbi. I bizantini furono battuti. Poiché, nel frattempo si sollevò, anche la [[Primo impero bulgaro|Bulgaria]], impegnando le forze militari bizantine, Costantinopoli non reagì ulteriormente.
 
[[File:Istanbul.Hagia Sophia072.Monomuhos.jpg|thumb|upright=0.7|left|Costantino Monomaco]]
Riga 114:
È in questo periodo che il nome di Doclea viene ufficialmente cambiato in [[Principato di Zeta]].
 
[[Stefano Prvovenčani|Stefano II]] nel [[1217]] assunse il titolo di re dei Serbiserbi. Da quel momento la Doclea, benché titolare di una certa autonomia, sarà parte integrante della Serbia e sottoposta ad un'adesione forzata alla fede ortodossa e ad un processo di assimilazione culturale serbo voluto dai sovrani della [[dinastia Nemanjić]].
 
== Note ==