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* Antica chiesa di San Silvestro: la più antica chiesa di cui si hanno notizie in Farnetta è quella di [[San Silvestro]], oggi non più esistente, citata nei libri delle decime già dal XIII secolo. Con molta probabilità questa chiesa è stata per molti secoli la chiesa più importante di Farnetta, finché nel XV secolo venne costruita la nuova chiesa di S. Nicolò. Dove si trovasse con precisione questa chiesa non è noto; tuttavia, non lontano da Farnetta, vicino al vocabolo Zappa, esiste un campo di proprietà di una vecchia famiglia di Farnetta, chiamato San Silvestro. Questa toponomastica è riportata anche nel Catasto Gregoriano della prima metà del XIX secolo e molti farnettani sostengono che su quell'area, in antico, vi sia stato un cimitero. Sta di fatto che ancora oggi è possibile trovare su questo campo resti di tegole e terracotta insieme a ossa. È significativo osservare che, nei pressi di San Silvestro, esiste il toponimo "Vocabolo Castelvecchio", che sembra confermare l'ipotesi della presenza di un abitato con una chiesa in questa parte del territorio di Farnetta.
 
* Chiesa di [[San Nicola di Bari|San Nicolò]] (XV secolo-XIX secolo), artisticamente illuminata di notte. La chiesa di S. Nicolò di Farnetta è più recente rispetto a quella di S. Silvestro ed è stata eretta dopo il 1467. Nella nuova chiesa di S. Nicolò fu trasportata un'immagine di San Silvestro, che vi rimase fino al XVIII secolo. Per tutto il XV, XVI e XVII secolo la chiesa di Farnetta era riportata sotto il titolo di San Silvestro e San. Nicolò.<ref>Chiese moderne ed introdotte dopo il 1467: S. Nicolò a Farnetta. Si pone questa chiesa lasciata addietro tra l'altre chiese (le chiese moderne sono riportate nell'ultimo capitolo del libro) della quale nella visita apostolica si trova Rettore-Parroco Bartoluccio di Antonio da Viepri (G. B. Alvi, 1546).</ref> In chiesa, alla parete destra, è una tela con l{{'}}''Ultima Cena'' di [[Andrea Polinori]].<ref>Liliana Barroero, ''Andrea Polinori, Presentazione di Maria al tempio'', in Liliana Barroero, Vittorio Casale, Giorgio Falcidia, Fiorella Pansecchi, Giovanna Sapori e Bruno Toscano (a cura di), ''Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria'', catalogo di mostra, Venezia, 1989, pag. 195.</ref>
 
* Palazzo Nevi (XVIII secolo), con l'annessa ''cappella gentilizia''.
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* Mura medioevali del Castello di Farnetta
 
===== Antica chiesa di San Silvestro =====
La più antica chiesa di cui si hanno notizie in Farnetta è quella di [[San Silvestro]], oggi non più esistente, citata nei libri delle decime già dal [[XIII secolo]]. Con molta probabilità questa chiesa è stata per molti secoli la chiesa più importante di Farnetta, finché nel [[XV secolo]] venne costruita la nuova chiesa di S. Nicolò. Dove si trovasse con precisione questa chiesa non è noto; tuttavia, non lontano da Farnetta, vicino al vocabolo Zappa, esiste un campo di proprietà di una vecchia famiglia di Farnetta, chiamato San Silvestro. Questa toponomastica è riportata anche nel Catasto Gregoriano della prima metà del [[XIX secolo]] e molti farnettani sostengono che su quell'area, in antico, vi sia stato un cimitero. Sta di fatto che ancora oggi è possibile trovare su questo campo resti di tegole e terracotta insieme a ossa. È significativo osservare che, nei pressi di San Silvestro, esiste il toponimo "Vocabolo Castelvecchio", che sembra confermare l'ipotesi della presenza di un abitato con una chiesa in questa parte del territorio di Farnetta.
 
===== Foresta fossile di Dunarobba =====
Su un terreno un tempo di proprietà della famiglia Nevi a 3&nbsp;km da Farnetta sono venuti alla luce a seguito dell'asportazione dell'argilla del terreno per la produzione di laterizi enormi tronchi fossili di lignite databili tra i due i tre milioni di anni fa. La cosiddetta foresta fossile di [[Dunarobba]] rappresenta un esempio unico di una foresta pietrificata con i tronchi ancora posti in verticale. I numerosi tronchi fossili, tutti monospecifici, sono stati classificati come Taxodioxylon gypsaceum (Biondi & Brugiapaglia 1991). Questa specie, secondo i due studiosi, presenta caratteristiche anatomiche molto simili all'attuale Sequoia sempervirens.