Giosuè Carducci: differenze tra le versioni

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=== Dopo San Miniato: la collaborazione con l'editore Barbera e i primi lutti ===
Così, senza lavoro, in una situazione familiare che continuava ada essere attanagliata dalla precarietà economica, ai primi d'ottobre il giovane poeta propose a [[Gaspero Barbera]] un'edizione di tutte le opere italiane di [[Angelo Poliziano]]. Il Barbera aveva recentemente fondato una casa editrice, destinata poi a gran fama, e cercava qualcuno che curasse le proprie edizioni di opere letterarie. Oltre ad accettare il lavoro polizianeo, offrì al Carducci cento lire toscane per ogni volume di cui avesse curato la parte filogicafilologica e tipografica. Giosuè accettò con entusiasmo, e lavorò brillantemente alle ''Satire e poesie minori di Vittorio Alfieri'' e a ''[[La secchia rapita]]'' del [[Alessandro Tassoni|Tassoni]].<ref>{{Cita|Chiarini|pp. 113-114}}.</ref>
 
La tragedia, però, era dietro l'angolo. Il fratello Dante era ancora senza lavoro e la sua vita era sempre più dissipata. La sera del 4 novembre [[1857]], a Santa Maria a Monte, Dante arrivò in ritardo per cena, con al collo una sciarpa non sua. Al padre disse di averla ricevuta da una donna che aveva fama di facili costumi, e pare che Michele, irritato, sia uscito dalla stanza seguito dalla moglie, che cercava di calmarlo. L'attimo fu fatale, e rientrando trovarono il figlio che si era inferto una ferita mortale al petto.<ref>P. Bargellini, pp.106-107</ref>