Papa Leone I: differenze tra le versioni
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Quando, per esempio, fu resa pubblica la lamentela che Celidonio, [[Arcidiocesi di Besançon|vescovo di Besançon]], era stato consacrato in violazione del canone (si diceva che, come laico, avesse sposato una vedova e, come pubblico ufficiale, avesse dato il suo assenso ad una sentenza di morte), Ilario lo depose, e consacrò Importuno quale suo successore. Celidonio si recò di persona a Roma e si appellò al Papa. Contemporaneamente Ilario, come se la sede interessata fosse stata vacante, consacrò un altro vescovo per prendere il posto di un certo Projectus che era malato e che, a sua volta, si appellò al Papa contro le azioni del vescovo di Arles. Ilario fu chiamato a Roma per giustificarsi di fronte ad un sinodo (circa 445); poiché le lagnanze portate contro Celidonio non poterono essere provate, Leone lo reinsediò nella sua sede. E anche Projectus ricevette nuovamente la sua diocesi. Ilario tornò ad Arles prima che il sinodo finisse, ma il papa lo privò della giurisdizione sulle altre province galliche e dei diritti metropolitani sulla [[Arcidiocesi di Lione|provincia di Vienne]], lasciandogli solo la diocesi di Arles.
Leone comunicò le decisioni del sinodo ai vescovi della Provincia di [[arcidiocesi di Vienne|Vienne]] attraverso una lettera<ref>Ep. X.</ref>, inviando loro contemporaneamente anche un editto di Valentiniano III datato 8 luglio 445 in cui venivano appoggiate le misure prese dal Papa nei confronti di Ilario e veniva solennemente riconosciuto il primato del vescovo di Roma sull'intera Chiesa<ref>''Epist. Leonis'', ed. Ballerini, I 642.</ref>.
L'editto affermava infine che il primato del vescovo di Roma traeva origine dall'unicità dell'Urbe e dal [[Simbolo niceno-costantinopolitano|Credo di Nicea]]. Al ritorno nella sua diocesi, Ilario immediatamente cercò e probabilmente ottenne una riconciliazione con il papa, visto che tra di essi non si verificarono ulteriori problemi. Anzi, dopo la morte del vescovo, avvenuta nel 449, Leone dichiarò Ilario di ''beatae memoriae''. Nello stesso anno Leone I indirizzò lettere cordialissime per l'elezione del nuovo metropolita<ref>Epp. XL, XLI.</ref> sia al vescovo Ravennio, successore di Ilario nella sede di Arles, che agli altri vescovi della provincia. Quando però, poco tempo dopo, Ravennio consacrò un nuovo vescovo per succedere a quello di [[diocesi di Vaison|Vaison]], l'[[arcidiocesi di Vienne|arcivescovo di Vienne]], che si trovava a Roma, si oppose a questa consacrazione.
I vescovi della provincia di Arles, quindi, tutti insieme, scrissero una lettera al Papa, con la quale lo imploravano di rendere a Ravennio i diritti di cui era stato privato il suo predecessore Ilario<ref>Ep. LXV ''inter ep. Leonis''.</ref>. Nella sua risposta, datata 5 maggio 450<ref>Ep. LXVI.</ref>, Leone accondiscese alla loro richiesta. L'arcivescovo di Vienne doveva avere quali [[Diocesi suffraganea|suffraganee]] solamente le [[diocesi di Valence]], [[Arcidiocesi di Chambéry, San Giovanni di Moriana e Tarantasia|Tarantasia]], [[diocesi di Ginevra|Ginevra]], e [[Diocesi di Grenoble-Vienne|Grenoble]]; tutte le altre sedi insistenti nella provincia di Vienne divennero soggette all'arcivescovo di Arles, che tornò nuovamente mediatore tra la [[Santa Sede]] e l'intero episcopato gallico. Il vicariato di Arles esercitò per molto tempo i privilegi che Leone gli aveva concesso.
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