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Al di là del problema dei diritti fondamentali dell'uomo<ref>Molti filosofi ed economisti europei valutano per esempio con preoccupazione il modello capitalistico americano, dove il denaro rappresenterebbe il "diritto ad avere diritti", cioè il mezzo grazie al quale il singolo individuo acquista i propri diritti fondamentali: «Dopo tutto, cosa offre il denaro nella società di mercato se non la capacità di acquistare libertà, di permettersi cure mediche, un'alimentazione adeguata, un'abitazione, la sicurezza di non dover lavorare dopo la pensione, un'assicurazione contro gli incidenti o la disoccupazione?», Raj Patel, ''Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo'', p.116.</ref>, la crisi economica odierna, la cui diffusione è globale, sarebbe la dimostrazione del fallimento del pensiero neoliberista, oltre che un valido motivo per non proseguire secondo le logiche di mercati ai quali è stata lasciata troppa libertà d'azione e che hanno sempre sfruttato in modo gratuito le risorse del pianeta, sottovalutando sistematicamente i servizi degli ecosistemi che lo tengono in vita<ref>si vedano per esempio gli articoli scientifici e i numerosi libri di Herman Daly, uno dei pionieri dell'economia ecologica. Fra i tanti, si possono ricordare ''Ecological Economics and the Ecology of Economics'' (1999); ''Ecological Economics: Principies and Applications'' (2003), scritto con Joshua Farley.</ref>.<br />Come per altri filosofi<ref>In ''Hegemonie, Identität und Emanzipation'', (p.278) il filosofo Alfred Köhler (1936-2009) afferma: «L'amore scaturisce dall'agire condividendo, vera via verso la pace. Quando in ogni settore le tendenze etiche passeranno con sincerità dall'egoismo preponderante all'altruismo, da quel momento le acque pure della conoscenza e della profonda consolazione scaturiranno nel cuore degli uomini e il loro fluire sarà costante e ininterrotto».</ref>, i temi del [[dono]], della solidarietà e di uno stile di vita sobrio, caratterizzato da meno consumi materiali e più ricchezza interiore, giocano un ruolo chiave nel pensiero di Braggio, il quale crea le premesse per una [[filosofia della condivisione]]<ref>L'economista Raj Patel è attualmente riconosciuto come il più autorevole rappresentante di tale corrente di pensiero. Ha lavorato per la Banca mondiale e per il Wto prima di impegnarsi in campagne internazionali contro queste stesse organizzazioni. Studioso delle politiche alimentari, si è formato nelle università di Oxford e Cornell e alla London School of Economics.</ref> che rivaluta l'uomo in quanto essere spirituale, capace di andare oltre il proprio ego e di dare un senso alla propria vita prendendosi cura degli altri. Tale indagine affronta il problema dell'essere felici in una società dominata dalla tendenza sempre più marcata a considerare l'uomo un semplice consumatore, poco solidale verso i suoi simili e molto ripiegato in se stesso, ingranaggio di un sistema di libero mercato nel quale lo scambio di beni e servizi è guidato non dai bisogni, ma dal profitto. La felicità e la serenità sono invece condizioni possibili nel momento in cui l'uomo soddisfa i bisogni primari<ref>A livello internazionale, uno degli studi più importanti su denaro e felicità è noto come il paradosso di Easterlin, dal nome dell'economista che per primo lo ha evidenziato. In un saggio del 1974, Richard Easterlin scoprì che gli individui con redditi superiori alla media si dichiaravano più felici dei loro omologhi più poveri. Fin qui nulla di sorprendente; ma Easterlin scoprì anche che quando un paese superava il livello di reddito al quale venivano soddisfatti i bisogni primari di alloggio, cibo, acqua ed energia, il livello medio di felicità non aumentava. Il paradosso, in altre parole, è che oltre una certa soglia l'avere più denaro non renderebbe più felici.</ref> e, superando le proprie paure e il proprio egoismo, si apre generosamente agli altri, svolgendo una forma particolare di servizio grazie al quale dà vita a relazioni pacifiche e costruttive e mette a frutto le proprie capacità per il benessere collettivo. Ciò che dunque lo contraddistingue è il fatto che il suo desiderio di felicità include la felicità degli altri. Nella società attuale, invece, l'individuo è spinto costantemente a pensare prima a se stesso e a soddisfare una vasta gamma di desideri inutili. Egli si ritroverebbe imprigionato in un "ingranaggio edonico" (''hedonic treadmill'') nel quale la felicità consisterebbe nell'ottenere dei livelli di consumi sempre più elevati, nell'illusione che il sovrappiù e il superfluo possano davvero appagarlo.
{{citazione|La società economica della crescita e del benessere non realizza l'obiettivo proclamato della modernità, vale a dire la massima felicità possibile per il massimo numero di individui. Una Ong britannica, la New Economics Foundation, elabora da diversi anni, sulla base di inchieste, un indice della felicità (happy placet index) che ribalta l’ordine classico del Pil pro capite e anche quello dell’indice si sviluppo umano (Isu). Per il 2009 la classifica stabilita dalla Ong vede in testa la Costa Rica, seguita dalla Repubblica Dominicana, dalla Giamaica e dal Guatemala. Gli Stati Uniti vengono soltanto al 114
[[File:Serge Latouche.jpg|thumb|upright=0.7|[[Serge Latouche]]]]
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