Rodolfo III di Borgogna: differenze tra le versioni

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Nel [[1024]], alla morte dell'imperatore Enrico II, Rodolfo venne spinto dai nobili del regno a revocare l'impegno preso con il medesimo<ref>Rodolfo riteneva che l'impegno di nominare erede e suo successore Enrico decadeva con la sua morte, ma il nuovo re di Germania [[Corrado II|Corrado il Salico]], futuro imperatore, al contrario sosteneva che l'impegno era con l'imperatore e quindi era da mantenere a prescindere dalla persona dell'imperatore.</ref>, otto anni prima e riconfermato sei anni prima<ref name=Halph/>. In questa circostanza il conte [[Oddone II di Blois]] e di Troyes, figlio di [[Oddone I di Blois]] e di [[Berta di Borgogna]], sorella di Rodolfo, con l'appoggio del [[re di Francia]], [[Roberto il Pio]] e del [[duca d'Aquitania]], [[Guglielmo V di Aquitania|Guglielmo il Grande]] avanzò le sue pretese al trono, dopo la morte di Rodolfo che, al momento, pur essendo ancora senza eredi, rifiutò di riconoscere Oddone come suo successore<ref name=Halph/>.
 
Nel [[1025]], il nuovo re di Germania [[Corrado II|Corrado il Salico]], marito di sua nipote [[Gisella di Svevia]]<ref>Gisella era la figlia di Gerberga, sorella di Rodolfo III</ref>, occupò [[Basilea]] per forzarlo a confermargli la successione<ref name=Halph/>; Rodolfo si sottomise e, nel [[1027]], come un vassallo, si recò a [[Roma]] e assistette all'incoronazione imperiale di [[Corrado II il Salico|Corrado II]]<ref name=Halph/>. All'incoronazione di [[Corrado II|Corrado il Salico]], da parte di [[papa Giovanni XIX]], era presente, oltre a Rodolfo, anche il [[re di Danimarca]] e [[Inghilterra]], [[Canuto il Grande|Canuto]]<ref name=Holthouse>Edwin H. Holthouse, "L'imperatore Corrado II", pag. 182</ref>. Corrado, dato che il conte di Borgogna, Ottone Guglielmo, era morto l'anno prima, non aveva che da attendere la morte di Rodolfo e poi prendere possesso del regno di Arles.
 
Nel ([[1027]]), a [[Muttenz]], Corrado aveva ricevuto le insegne reali, la corona e la lancia di san Maurizio, ed era stato riconosciuto ufficialmente erede<ref name=Holthous>Edwin H. Holthouse, "L'imperatore Corrado II", pag. 176</ref>.