Basilica di San Pietro in Vaticano: differenze tra le versioni
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Non mancarono le critiche, avanzate con forza dai sostenitori del modello di Sangallo, primo fra tutti [[Nanni di Baccio Bigio]] (a sua volta aspirante alla direzione dei lavori), secondo le quali Michelangelo avrebbe speso più in demolizioni che in costruzioni. Al fine di prevenire il rischio che dopo la sua morte qualcuno alterasse il suo disegno, Michelangelo avviò il cantiere in diversi punti della basilica (con l'esclusione della facciata, sulla cui area sorgeva la parte anteriore della basilica paleocristiana, ancora utilizzata per il culto), così da obbligare i suoi successori a continuare la costruzione secondo la sua concezione.
Quindi, all'equilibrio rinascimentale egli contrappose la forza e la drammaticità che derivavano dal suo genio: innanzitutto, sul lato orientale disegnò una facciata porticata sormontata da un [[Attico (architettura)|attico]], dando quindi una direzione principale all'intero edificio; poi, volendo creare unità stilistica tra interno ed esterno, demolì il deambulatorio previsto dal Sangallo all'estremità delle absidi, e uniformò le superfici con un ordine gigante corinzio, rafforzando ancora le strutture portanti a sostegno della cupola. Alla pianta di Bramante, con una croce maggiore affiancata da quattro croci minori, Michelangelo sostituì una croce centrata su un [[Ambulacro (architettura)|ambulacro]] quadrato, semplificando quindi la concezione dello spazio interno. In questo modo il fulcro del nuovo progetto sarebbe stata la cupola, ispirata nella concezione della doppia calotta a quella progettata da [[Filippo Brunelleschi]] per la cattedrale fiorentina di [[Cupola del Brunelleschi|Santa Maria del Fiore]].
Ciononostante, i sostenitori del progetto di Sangallo avanzarono ancora critiche sull'operato di Michelangelo, senza perdere occasione per mettere in cattiva luce il maestro. Nel [[1551]] un crollo dovuto a un errore tecnico del [[capomastro]] di fiducia di Michelangelo non fece altro che gettare benzina sul fuoco, e i lavori subirono un'interruzione. Michelangelo presentò le sue dimissioni nel [[1562]], allorquando il suo rivale Nanni di Baccio divenne, invischiato com'era nelle speculazioni relative al cantiere, consulente della commissione.
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