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La zona del foro, quasi del tutto interrata, non segue il tradizionale schema delle piazze rettangolari romane: si tratta di un'area, interdetta all'accesso dei carri, divisa in due da un arco rivestito in marmo e affreschi e ornato con statue: nella sua parte orientale si svolgevano le attività civiche, mentre in quella occidentale le attività economiche<ref>{{Cita|Maiuri, 1955|p. 50}}.</ref>.
La [[basilica Noniana]], costruita durante il periodo augusteo e restaurata dopo il terremoto del 62 per volere di Marco Nonio Balbo, è ancora quasi completamente interrata, e l'unica porzione riportata alla luce è un tratto del muro perimetrale lungo il cardo III: ha una pianta rettangolare, con un'esedra sul fondo e un doppio ordine di semicolonne lungo il perimetro<ref name="Sirano2021p106">{{Cita|Sirano, 2021|p. 106}}.</ref>; al suo interno sono stati rinvenute numerose statue, alcune di tipo equestri, raffiguranti la famiglia di Balbo<ref>{{Cita|Esposito e Camardo|pp. 225-230}}.</ref>, una testa in marmo con resti di colorazione ai capelli e agli occhi
Costruita, secondo un'epigrafe, da Marcus Nonius Balbus, la [[Basilica (Ercolano)|basilica]] fu esplorata fra il 1739 e il 1761 tramite cunicoli ed è ancora interrata: molto simile all'[[edificio di Eumachia]] di Pompei, presenta due portici laterali e un'abside sul fondo, affrescata con raffigurazioni di ''Eracle e Telefo'', ''Teseo vincitore sul Minotauro'' e ''Achille e Chirone'', staccati e conservati al museo archeologico nazionale di Napoli<ref>{{Cita|Maiuri, 1932|p. 37}}.</ref>, così come due statue equestri in marmo, ritraenti Marco Nonio Balbo, e una in bronzo; sia i portici che il ''chalcidicum'' avevano una pavimentazione in ''opus sectile'': quest'ultimo ambiente è visibile e l'arco di ingresso presenta degli stucchi in quarto stile, tra cui un satiro sdraiato, mentre all'interno si notano tre basi rivestite in marmo, le quali ospitavano altrettante statue<ref>{{Cita|De Vos|pp. 303-305}}.</ref>.
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