Federico Barbarossa: differenze tra le versioni
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→Morte di Corrado e ascesa al trono di Federico: sposto img |
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Dopo i giuramenti di Francoforte, Federico raccolse alcuni uomini fidati e si diresse immediatamente ad [[Aquisgrana]], imbarcandosi sul [[Meno (fiume)|Meno]] e poi sul Reno, giungendo a [[Sinzig]], a nord di [[Coblenza]]. Da lì proseguì a cavallo fino ad Aquisgrana. Nel complesso, in soli tre giorni Federico e il suo seguito coprirono una distanza di più di 300 chilometri. Il duca di Svevia fu accompagnato alla [[cappella di Carlo Magno]] e lì, il 9 marzo 1152, fu incoronato dall'arcivescovo [[Arnoldo di Wied]], già cancelliere di Corrado, assumendo il nome di Federico I. Aveva circa trent'anni.<ref name=freed61/><ref name=schwarzmaier/>
[[File:Henry the Lion (cropped).jpg|min|[[Enrico il Leone]] ritratto nel cosiddetta ''[[Evangeliario di Enrico il Leone]]''. La restituzione del [[ducato di Baviera]] ad Enrico, dopo che [[Corrado III]] l'aveva sottratto ad [[Enrico il Superbo]] (padre del Leone), fu uno dei problemi che Barbarossa ereditò dal predecessore al momento di salire al trono.]]▼
Ottone (''Gesta'', 2.3) attesta lo stupore destato dal fatto che un così grande numero di principi fosse stato in grado di radunarsi ad Aquisgrana con così poco preavviso, alcuni persino dalla [[Gallia]] occidentale, dove notizia della prossima incoronazione si supponeva non fosse ancora giunta. Mentre non esiste documentazione relativa ai giuramenti di Francoforte, tra il 9 e il 14 marzo il nuovo re emise quattro privilegi, i cui testimoni sono forse anche coloro che presenziarono all'incoronazione.<ref name=freed61/> Tra i principi che firmarono i primi privilegi fredericiani sono alcuni principi occidentali (presumibilmente il contingente della Gallia occidentale menzionato da Ottone): [[Goffredo III di Lovanio]] ed [[Enrico II di Limburgo]] (i due si contendevano il [[ducato della Bassa Lorena]]); Gerardo (fratello di Enrico di Limburgo); [[Enrico di Namur]] (il Cieco); il [[vescovo di Liegi]] Enrico (Henri van der Leyen); [[Wibaldo di Stavelot]]; Corrado di Dalhem. Figurano poi i vescovi che assistettero Arnoldo di Wied all'incoronazione: il [[vescovo di Treviri]] Hillin di Falmagne, lo stesso Ottone di Frisinga, il [[vescovo di Münster]] Federico di Are, il [[vescovo di Basilea]] Ortlieb di Froburg, il [[vescovo di Costanza]] Ermanno di Arbon, il [[vescovo di Bamberga]] Eberardo di Otelingen. Ancora, figurano i membri del seguito di Federico: Guelfo di Ravensburg (da identificare con [[Guelfo VI]]), Enrico il Leone, [[Mattia I di Lorena]] (marito di [[Berta di Hohenstaufen]], sorella del Barbarossa), [[Alberto l'Orso]] (indicato come [[margravio di Brandeburgo]], anche se fu solo nel 1157 che ottenne effettivo controllo dell'area). Spicca l'assenza di [[Enrico Jasomirgott]].<ref>{{cita|Freed|pp. 61-62}}.</ref>
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La stessa tenera età di [[Federico di Rothenburg|Federico]], il figlio di Corrado III, non spiega l'esclusione: [[Ottone II]] fu eletto quando aveva cinque anni, [[Ottone III]] quando ne aveva tre, [[Enrico III il Nero|Enrico III]] quando ne aveva nove, [[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]] quando ne aveva tre, [[Corrado III|Corrado]] quando ne aveva tredici, [[Enrico Berengario]] (il mancato Enrico VI) quando ne aveva dieci. Lo stesso figlio del Barbarossa, [[Enrico il Crudele]], sarà eletto a sei anni.<ref name=freed63>{{cita|Freed|p. 63}}.</ref> Ciò che distingue questi re è il fatto che furono eletti mentre il padre era in vita, potendo così assicurare la successione. Federico di Rothenburg sarà l'unico tra gli eredi al trono germanico o francese a non ottenere la successione in tutto l'arco dell'Alto Medioevo. La versione di Ottone ha quindi sapore apologetico di fronte ad un'autentica ingiustizia: per questo il cronista, osserva lo storico John Freed, insiste sul fatto che sarebbe stato lo stesso Corrado a scegliere il Barbarossa, sull'elettività della carica e sull'utilità generale della scelta per il duca di Svevia.<ref name=freed63/>
▲[[File:Henry the Lion (cropped).jpg|min|[[Enrico il Leone]] ritratto nel cosiddetta ''[[Evangeliario di Enrico il Leone]]''. La restituzione del [[ducato di Baviera]] ad Enrico, dopo che [[Corrado III]] l'aveva sottratto ad [[Enrico il Superbo]] (padre del Leone), fu uno dei problemi che Barbarossa ereditò dal predecessore al momento di salire al trono.]]
Altrettanto sospetto è il fatto che l'elezione di Federico al trono fu raccontata in modi diversi all'Imperatore d'Oriente e al Papa. In una sua lettera del 1153 a Manuele Comneno, stilata da Wibaldo di Stavelot, Barbarossa dichiara di essere stato indicato come nuovo re da Corrado III. Sicuramente il Barbarossa doveva proporre questa versione alla corte bizantina, dove l'imperatrice Irene ([[Berta di Sulzbach]], figlia adottiva di Corrado) doveva nutrire sospetti sull'esclusione di Federico di Rothenburg. Lo stesso Wibaldo, invece, nelle lettere ufficiali e private destinate a [[papa Eugenio III]], descrisse un'elezione in cui Corrado non aveva alcun ruolo e tutto era stato fatto sulla base dell'unanime scelta dei principi.<ref name=freed63/> È poi possibile che la scelta di seppellire Corrado a Bamberga invece che a Lorch dipendesse proprio dalla fretta che Federico aveva di sistemare la propria posizione. È stata anche avanzata l'idea che l'incontro a Francoforte fosse già stato organizzato dallo stesso Corrado per stabilire la successione del figlio Federico, in preparazione del viaggio a Roma per l'incoronazione imperiale. Francoforte, del resto, non era mai stato luogo di elezione reale se non per [[Enrico Berengario]] nel 1147.<ref name=freed65>{{cita|Freed|p. 65}}.</ref> Persino la data del 9 marzo, il giorno dell'elezione del Barbarossa, una domenica, era forse il giorno scelto da Corrado per l'elezione di Enrico Berengario. Tutto ciò spiegherebbe come tanti principi fossero stati in grado di raccogliersi a Francoforte e poi ad Aquisgrana nonostante il breve preavviso. Può anche essere che Corrado, al corrente delle intenzioni del nipote, si arrendesse ai suoi piani per proteggere il figlio. Questa ipotesi però non spiega l'assenza di legati papali alla prospettata elezione.<ref name=freed65/>
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