Giotto: differenze tra le versioni
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|Attività2 = architetto
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Cinque maestri del rinascimento fiorentino, XVI sec, giotto.JPG
|Didascalia = Ritratto di ''Giotto'' nel ciclo d'affreschi: ''Cinque maestri del rinascimento fiorentino'' al [[Museo del Louvre|Louvre]] di Parigi; opera di un autore anonimo del [[XVI secolo]]
}}
[[File:Uffizi Giotto.jpg|miniatura|Statua ottocentesca rappresentante ''Giotto'', agli [[Galleria degli Uffizi|Uffizi]] di Firenze]]
== Biografia ==
=== Origini ===
[[File:GiottoPierre2.jpg|miniatura|sinistra|Targa sulla casa natale di Giotto a Vespignano]]
Giotto nacque a Colle di Vespignano, un borgo situato nella valle del [[Mugello]] (oggi una [[Frazione (geografia)|frazione]] del [[Città metropolitana di Firenze|comune fiorentino]] chiamato [[Vicchio]]), con ogni probabilità nel [[1267]],<ref>Pur non essendoci pervenuta una qualche forma di documentazione che ne attesti inequivocabilmente la data di nascita, l'anno è nondimeno desumibile da una verseggiatura del poeta [[Antonio Pucci (poeta)|Antonio Pucci]] sulla ''Cronica'' di [[Giovanni Villani]], da ritenersi a parer degli esperti piuttosto attendibile. Un'ipotesi alternativa, per quanto abbastanza minoritaria tra gli studiosi, ne colloca i natali nel [[1276]], assecondando la cronologia che, nella seconda metà del [[XVI secolo]], offrì il [[Vasari]] nella sua biografia dedicata all'artista, la quale però sarebbe da ritenere inattendibile qualora si dia per assodato il fatto che Giotto era almeno ventenne attorno al [[1290]], quando dipinse le sue prime opere.</ref>
I primi anni del pittore sono stati oggetto di credenze quasi leggendarie fin da quando egli era in vita. [[Giorgio Vasari]] racconta che Giotto fosse capace di disegnare una perfetta circonferenza senza bisogno del compasso, la famosa "O" di Giotto. Si narra inoltre che [[Cimabue]] avesse scoperto la bravura di Giotto mentre disegnava delle pecore con del carbone su un sasso, aneddoto riportato da [[Lorenzo Ghiberti]] e da [[Giorgio Vasari]]. Altrettanto leggendario è l'episodio di uno scherzo fatto da Giotto a Cimabue dipingendo su una tavola una mosca: essa sarebbe stata così realistica che Cimabue tornando a lavorare sulla tavola avrebbe cercato di scacciarla. Le novelle raccontano verosimilmente soprattutto la grande capacità tecnica e la naturalezza dell'arte di Giotto.
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==== Le ''Storie di Isacco'' ====
I primi affreschi nella [[Basilica superiore di San Francesco d'Assisi|Chiesa Superiore]] vennero realizzati nel transetto da [[Maestro Oltremontano|pittori oltremontani]] e poi dalla bottega di [[Cimabue]], dove probabilmente doveva trovarsi anche il giovane Giotto (1288-1292 circa). L'intervento diretto di Giotto è stato insistentemente ravvisato da molti studiosi in due scene nella parte alta della navata destra con le ''Storie di Isacco'' (''[[Benedizione di Isacco a Giacobbe]]'' e ''[[Esaù respinto da Isacco]]'' che si trovano nella terza [[campata]] all'altezza della finestra). Il pittore di queste due scene aveva una particolare predisposizione alla resa volumetrica dei corpi, tramite un accentuato chiaroscuro, ed era capace di ambientare le proprie scene in un ambiente architettonico fittizio, disegnato secondo una [[prospettiva]] ed uno [[scorcio]] laterale.<ref>Studi matematico-prospettici erano tra le attività speculative che [[Witelo]], scienziato presente a Viterbo, alla corte pontificia dopo la metà del XIII secolo, aveva appreso dalla scienza araba.</ref>
==== Le ''Storie di san Francesco'' ====
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[[File:Giotto. the-crucifix-1290-1300 Florence, Santa Maria Novella.jpg|min|''[[Crocifisso di Santa Maria Novella]]'' (1290-1300)]]
Il primo capolavoro fiorentino è il grande ''[[Crocifisso di Santa Maria Novella]]'', citato come opera giottesca in un documento del [[1312]] da tale Ricuccio di Puccio del Mugnaio e anche da [[Lorenzo Ghiberti|Ghiberti]], ma probabilmente databile attorno al [[1290]] contemporaneo, quindi, alle ''Storie di San Francesco'' della [[Basilica superiore]].<ref>Da segnalare che comunque per la critica di matrice anglosassone, l'opera non apparterrebbe a Giotto, ma ad una anonima figura che Offner denominò "Santa Maria Novella Master" (R. Offner, ''Giotto non-Giotto'', 1939).</ref>
È il primo soggetto che Giotto affronta in maniera rivoluzionaria, in contrasto con l'iconografia ormai canonizzata da [[Giunta Pisano]] del ''Christus patiens'' inarcato sinuosamente a sinistra (per l'osservatore). Giotto invece dipinse il corpo morto in maniera verticale, con le gambe piegate che ne fanno intuire tutto il peso. La forma non più nobilitata dai consueti stilemi divenne così assolutamente umana e popolare.
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=== Le ''Stigmate di san Francesco'' ===
{{vedi anche|Stigmate di san Francesco (Giotto)}}
[[File:Giotto di Bondone 002.jpg|
Di precoce datazione è considerata anche la tavola firmata proveniente da [[Pisa]] e conservata al [[Louvre]] di [[Parigi]], raffigurante le ''[[Stigmate di san Francesco (Giotto)|Stigmate di san Francesco]]'' in cui le storie della predella sono direttamente riprese dalle scene assisiati: questo da taluni viene considerato motivo a sostegno della attribuzione del ''Ciclo francescano'' a Giotto.
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[[File:Giotto di Bondone 084.jpg|min|verticale|sinistra|Il [[crocifisso di Rimini]].]]
L'attività riminese del maestro fiorentino dovrebbe attestarsi intorno al [[1299]]; ciò è suggerito da una miniatura di [[Neri da Rimini]] conservata alla [[Fondazione Cini]] di [[Venezia]] (inv. 2030), firmata e datata [[1300]], che nella figura del ''Cristo Benedicente'' mostra una evidentissima similitudine col Redentore raffigurato nella Cimasa originale della croce (ritrovata da [[Federico Zeri]] nel [[1957]] nella collezione Jeckyll di [[Londra]] - non si hanno notizie dei terminali laterali raffiguranti i dolenti). Essa viene ricordata in fonti scritte contemporanee ed è testimoniata dalla precoce fioritura di una scuola riminese, chiaramente ispirata all'esempio giottesco.<ref>{{Cita libro |autore=Luciano Bellosi
A [[Rimini]], come ad Assisi, lavorò in un contesto [[Ordine francescano|francescano]], nella chiesa già di san Francesco, oggi nota come [[Tempio Malatestiano]], dove dipinse un ciclo di affreschi perduto, mentre resta ancora nell'abside la ''[[Crocifisso di Rimini|Croce]]''.
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=== Padova ===
La documentazione relativa alla costruzione e consacrazione della [[Cappella degli Scrovegni]] a Padova, interamente affrescata da Giotto, permettono di stabilire con certezza che Giotto fu a Padova tra il [[1303]] e il [[1305]]. Per la loro importanza e influenza nella pittura murale del tempo, questi affreschi nel 2021 sono stati dichiarati [[Patrimonio UNESCO]] come parte di ''Padova Urbs Picta'', ovvero dei [[Cicli di affreschi del XIV secolo a Padova]].<ref>{{cita web|url=https://www.padovaurbspicta.org/|titolo=
Del soggiorno padovano sono perduti gli affreschi del [[Palazzo della Ragione (Padova)|Palazzo della Ragione]] e gran parte degli affreschi della [[Basilica di Sant'Antonio di Padova|Basilica di Sant'Antonio]]. Di quest'ultimi rimangono solo alcuni busti di sante nella Cappella delle Benedizioni e alcune scene nella Sala Capitolare (''Stigmate di San Francesco'', ''Martirio di Francescani a Ceuta'', ''Crocifissione'' e ''Teste di Profeti'').
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