Primavera araba: differenze tra le versioni
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|Data = 17 dicembre [[2010]] - dicembre [[2012]]
|Luogo = {{bandiera|Lega Araba}} [[Mondo arabo]], [[Africa Occidentale]]
|Casus = [[Corruzione]], [[povertà]], [[fame]], assenza di [[libertà individuali]], violazione di [[diritti umani]], [[disoccupazione]], aumento del prezzo dei generi alimentari, malcontento popolare, desiderio di rinnovamento del regime politico,
|Mutamenti_territoriali =
|Esito =
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== I fattori scatenanti ==
Le proteste hanno colpito non solo [[paesi arabi]], ma anche alcuni Stati non arabi, come nel caso della [[Repubblica Islamica dell'Iran]], che ha in un certo senso anticipato la primavera araba con le proteste post-elettorali del 2009-2010; i due casi hanno in comune l'uso di tecniche di resistenza civile, come scioperi, manifestazioni, marce e cortei e talvolta anche atti estremi come suicidi, divenuti noti tra i media come [[autoimmolazioni]], e l'[[autolesionismo]]. Anche l'utilizzo di social network come [[Facebook]] e [[Twitter]] per organizzare, comunicare e divulgare determinati eventi è stato molto diffuso, a dispetto dei tentativi di repressione statale. La Primavera araba ha avuto lo scopo di portare o riportare le tradizioni del mondo arabo al potere.<ref>{{Cita news |lingua = en |autore = Lawrence Pintak |url = http://articles.cnn.com/2011-01-29/opinion/pintak.arab.media_1_arab-media-egyptians-arabic?_s=PM:OPINION |titolo = Arab media revolution spreading change |pubblicazione = CNN |giorno = 29 |mese = 01 |anno = 2011 |accesso = 20 febbraio 2011 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110218091830/http://articles.cnn.com/2011-01-29/opinion/pintak.arab.media_1_arab-media-egyptians-arabic?_s=PM:OPINION }}</ref><ref>{{Cita news |url = http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Algeria-tre-disoccupati-si-danno-fuoco-seguendo-esempio-tunisini_311550540081.html |titolo =Algeria: tre disoccupati si danno fuoco seguendo esempio tunisini |pubblicazione = Adnkronos/Aki |giorno = 16 title=Proteste_nel_Nordafrica_e_Medio_Oriente_del_2010-2011
I fattori che hanno portato alle proteste iniziali sono numerosi e comprendono la [[corruzione]], l'assenza di [[libertà individuali]], la violazione dei [[diritti umani]] e la mancanza di interesse per le condizioni di vita, molto dure, che in molti casi rasentano la [[povertà]] estrema.<ref>[[Andrey Korotayev|Korotayev]] A., Zinkina J. [http://cliodynamics.ru/index.php?option=com_content&task=view&id=276&Itemid=70 Egyptian Revolution: A Demographic Structural Analysis. ''Entelequia. Revista Interdisciplinar'' 13 (2011): 139–65.]</ref> Delle rivolte hanno poi cercato di approfittarne movimenti estremisti e terroristici di matrice islamica, come i [[Fratelli Musulmani]] che con trucchi, intimidazioni e corruzioni, sono riusciti anche a prendere il potere in alcuni Stati, riportando in vigore leggi (spesso di matrice tradizionale o religiosa) ancora più opprimenti e antiquate di quelle in vigore prima della rivolta. Anche la crescita del prezzo dei generi alimentari e la [[fame]] sono da considerarsi tra le principali ragioni del malcontento; questi fattori hanno colpito larghe fasce della popolazione nei Paesi più poveri nei quali si sono svolte le proteste, portando quasi a una crisi paragonabile a quella osservata nella [[crisi alimentare]] mondiale nel [[2007]]-[[2008]].<ref>{{Cita news |url = http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-01-07/rivolta-couscous-algeria-violenti-183942.shtml#continue |titolo = Rivolta del couscous in Algeria. Violenti scontri nella capitale per i rincari sui generi alimentari |pubblicazione = ilsole24ore |giorno = 07 |mese = 01 |anno = 2011 |accesso = 4 marzo 2011}}</ref><ref>{{cita web |autore=Carlo Giorgi|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-02-01/poverta-corruzione-clima-insostenibile-063738.shtml?uuid=AaRdhl4C |titolo=«Povertà e corruzione: il clima era insostenibile» |accesso=12 febbraio 2011 |editore=Il sole240re |data=1º febbraio 2011 }}</ref><ref>{{cita web |autore=Mark John |url=https://af.reuters.com/article/egyptNews/idAFLDE71B0A820110212 |titolo=INTERVIEW-Arab protests show hunger threat to world-economist |accesso=20 febbraio 2011 |lingua=en |editore=Reuters |data=12 febbraio 2011 |dataarchivio=16 febbraio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110216022347/http://af.reuters.com/article/egyptNews/idAFLDE71B0A820110212 |urlmorto=sì }}</ref> Tra le cause dell'aumento dei costi, secondo Abdolreza Abbassian, capo economista alla [[FAO]], vi fu la "siccità in [[Russia]] e [[Kazakistan]], accompagnata dalle inondazioni in [[Europa]], [[Canada]] e [[Australia]], associate a incertezza sulla produzione in [[Argentina]]", a causa della quale i governi dei Paesi del [[Maghreb]], costretti ad [[importazione|importare]] i generi commestibili, decisero per l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari di largo consumo.<ref name="scoppprotalger">{{Cita news |autore =Vittorio Da Rold |url = http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-01-06/scoppiano-algeria-proteste-couscous-225722.shtml#continue |titolo = Scoppiano in Algeria le proteste del couscous |pubblicazione = [[Il Sole 24 Ore]] |giorno = 07 |mese = 01 |anno = 2011 |accesso = 4 marzo 2011}}</ref> Altri analisti hanno messo in risalto il ruolo della [[speculazione finanziaria]] nel determinare la crescita del prezzo dei generi alimentari in tutto il mondo.<ref>Pietro Longo, Daniele Scalea, ''Capire le rivolte arabe'', IsAG/Avatar, 2011, pp. 41-45</ref> Prezzi più alti si registrarono anche in [[Asia]] e in particolare in [[India]], dove vi furono rialzi nell'ordine del 18%, e in [[Cina]], con aumento dell'11,7% in un anno.<ref name="scoppprotalger" />
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Il 25 gennaio 2011, in seguito ai diversi casi di protesta estrema, in cui diverse persone si erano date fuoco, violenti scontri si svilupparono al centro del [[Cairo]], con feriti ed arresti, durante le manifestazioni della giornata della collera, convocata da opposizione e società civile contro la carenza di lavoro e le misure repressive.<ref>{{Cita news|autore =|url =http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/01/25/visualizza_new.html_1616318125.html|titolo= Egitto, scontri al centro del Cairo|pubblicazione = ANSA|giorno = 25|mese = 01|anno = 2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref> Il fulcro delle manifestazioni è [[piazza Tahrir]], che si trova al centro della metropoli e rappresenta un punto nevralgico della capitale egiziana, ospitando importanti edifici amministrativi, hotel di lusso, l'università americana (AUC) e il [[Museo egizio (Il Cairo)|Museo delle antichità egizie]]. {{Senza fonte|I manifestanti contrari al regime di Mubarak invocano la liberazione dei detenuti politici, la liberalizzazione dei media, e sostengono la rivolta contro la corruzione e i privilegi dell'oligarchia.}}
Il 29 gennaio il presidente [[Hosni Mubarak]] licenziò il governo e nominò come suo vice l'ex capo dell'intelligence, [[Omar Suleiman|ʿOmar Sulaymān]]. Tuttavia gli scontri e le manifestazioni continuarono nelle città egiziane.<ref>{{Cita news|autore =Redazione|url =http://www.ilgiornale.it/egitto/le_tappe_rivolta/egitto-mubarak-fratelli_musulmani-islam-integralismo-rivolta-guerra_civile-dimissioni-esercito-manifestazioni/11-02-2011/articolo-id=505348-page=0-comments=1|titolo= Le tappe della rivolta|pubblicazione = ilGiornale|giorno = 11|mese = 02|anno = 2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref> Il 5 febbraio intanto si dimise l'esecutivo del [[Partito Nazionale Democratico (Egitto)|Partito nazionale democratico]] di Mubarak, mentre il [[Raʾīs|rais]] alcuni giorni dopo delegò tutti i suoi poteri a Sulaymān.<ref>{{Cita news|autore =Redazione|url =http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/11/egitto-le-tappe-della-protesta/91492/|titolo= Egitto, le tappe della protesta|pubblicazione = IlFattoQuotidiano|giorno = 11|mese = 02|anno = 2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref> L'11 febbraio il vice presidente annunciò le dimissioni di Mubarak mentre oltre un milione di persone continuavano a manifestare nel Paese.<ref>{{Cita news|autore =Redazione online|url =http://www.corriere.it/esteri/11_febbraio_11/egitto-timori-colpo-stato-consiglio-supremo-forze-armate-ahmadinejad_cea8292a-35be-11e0-9a90-00144f486ba6.shtml|titolo= Mubarak si è dimesso, la piazza in festa|pubblicazione = Corriere della Sera|giorno = 11|mese = 02|anno = 2011|accesso=11 febbraio 2011}}</ref> L'Egitto fu lasciato nelle mani di una giunta militare, presieduta dal feldmaresciallo [[Mohamed Hussein Tantawi]], in attesa che venisse emendata la costituzione e che fosse predisposta la convocazione di nuove elezioni.<ref>{{Cita news|autore =|url =http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/13/visualizza_new.html_1588611343.html|titolo= Egitto: militari, gestione per sei mesi|pubblicazione = ANSA|giorno = 13|mese = 02|anno = 2011|accesso=16 febbraio 2011}}</ref><ref>{{Cita news|autore =Niccolò Locatelli|url =http://temi.repubblica.it/limes/egitto-anno-zero/20218|titolo= Egitto anno zero|pubblicazione = Limes|giorno = 14|mese = 02|anno = 2011|accesso=16 febbraio 2011}}</ref> Le [[Elezioni presidenziali in Egitto del 2012|elezioni presidenziali del 2012]] furono vinte da [[Mohamed Morsi]], sostenuto dal movimento [[islamista]] dei [[Fratelli Musulmani]], il quale, a sua volta, venne rovesciato dal [[Colpo di Stato in Egitto del 2013|colpo di
=== Libia ===
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