Trullo: differenze tra le versioni

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Il territorio in cui più importante è la presenza dei trulli si identifica geograficamente con la [[Valle d'Itria]], dove sono chiamati ''casìdde'' (dal latino ''casella'', piccola casupola, [[capanna]]). Qui la città di [[Alberobello]] ([[Città metropolitana di Bari]]), avendo un intero quartiere, coincidente con il centro storico cittadino, edificato integralmente con queste costruzioni, rappresenta a tutti gli effetti la "capitale dei trulli". Sino agli anni cinquanta del [[XX secolo]], anche il comune di [[Villa Castelli]] ([[provincia di Brindisi]]) era costituito prevalentemente da trulli, e attualmente non ne esistono più perché sia nel comune che nel suo compensorio vennero quasi tutti demoliti dal decennio successivo. Altre aree in cui particolarmente diffuso è questo tipo di costruzione sono le zone rurali e/o periferiche delle cittadine limitrofe [[Locorotondo]], [[Castellana Grotte]], [[Conversano]], [[Noci (Italia)|Noci]], [[Putignano]] e [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] e lo stesso agro del comune di [[Bari]] nella [[Città metropolitana di Bari]]; [[Martina Franca]], [[Mottola]], [[Crispiano]], e più limitatamente [[Grottaglie]], [[Massafra]]<nowiki/>e gli stessi agri delle città di [[Taranto]] e [[Statte]] in [[provincia di Taranto]]; [[Cisternino]], [[Ostuni]], [[Fasano]], [[Selva di Fasano]], [[Ceglie Messapica]] e limitatamente nel piccolo comune di [[San Michele Salentino]]<ref>{{Cita|Clavica e Jurlaro|p. 32.}}</ref> in [[provincia di Brindisi]], che costituiscono la cosiddetta "[[Murgia]] dei trulli", ossia un territorio omogeneo per la diffusione dei trulli, la popolazione sparsa nelle campagne e la polverizzazione fondiaria.
Qualche trullo e’è inoltre presente nel territorio comunale di [[Latiano]], ai confini con San Michele Salentino.
Nelle campagne circostanti a questi centri urbani negli ultimi decenni del [[XX secolo]] si è ampiamente diffusa la cultura del recupero e riuso dei manufatti antichi che connotano tale area, tanto da renderli appetibili ad un turismo stanziale ad alto livello che ha portato investitori stranieri, per lo più [[Inghilterra|inglesi]] ad acquistare tenute di dimensioni considerevoli e spesso a trasferirvisi anche per diversi mesi all'anno.[[File:Alberobello BW 2016-10-16 12-24-29.jpg|thumb|Chiesa di Sant'Antonio ad [[Alberobello]], costruita nel [[XX secolo]] da uno degli ultimi "mastri trullari" ancora attivi nella cittadina. È definita "a trullo", perché ottenuta dalla sovrapposizione e dalla congiunzione delle strutture architettoniche proprie del trullo. Il frontespizio è coronato da tre quinte, abbellito da un [[rosone]] e da due finestre a tutto sesto come la porta d'ingresso. La [[cupola]] è ''"a trullo"'' (19,80 m); al di sopra un [[lucernario]] si eleva per altri 3,20 m. Il [[campanile]] è sormontato da un cupolino (18,90 m). L'interno è a [[croce greca]].]]Costruzioni simili sono presenti anche nella zona costiera dell'[[altopiano della Murgia]] [[Puglia|pugliese]], a partire dai territori di [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] e [[Polignano a Mare]] fino all'incirca a [[Barletta]] - rimanendo lungo la costa - e fino ad addentrarsi nell'entroterra dei Comuni della Murgia nord-occidentale ([[Provincia di Bari|Bari]]); tali costruzioni più vicine al mare e utilizzate per altri scopi, presentano evidenti particolari architettonici differenti da quelli dei trulli propriamente detti, primo fra tutti la forma costruttiva della [[Volta (architettura)|volta]] che è [[centinatura|centinata]] e non più costituita dal conoide autoportante caratteristico del trullo.