Lugo (Italia): differenze tra le versioni

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=== Medioevo ===
[[File:Lugo Pilastrino via Paurosa.jpg|thumb|Pilastrino di via Paurosa. Questo pilastrino votivo indica il luogo dove nell'XI secolo sorgeva l'abitato della ''massa sancti Hilari''.]]
Nell'Italia bizantina il territorio era organizzato in "fondi" (dal [[lingua latina|latino]] ''fundus'', podere = appezzamento di circa 60 ettari). Un insieme di ''fundi'' (poderi), tutti dello stesso proprietario, con almeno una chiesa, costituiva una ''massa''. Nella zona a sud delledella direttrice via Villa-via Cento vi era un agglomerato di fondi denominato ''massa sancti Hilari'' (o ''Ilarii''). È importante spiegare da dove viene la dedicazione, perché è connessa con l'origine di Lugo. Nel VI secolo [[Ellero di Galeata|Sant'Ilaro]] (Ellero) fondò un monastero a [[Galeata]], località dell'[[Appennino forlivese]]. Dopo la sua morte il monastero divenne una stazione di sosta nel cammino indei direzionepellegrini delladiretti alla [[valle del Tevere]] (e quindi dia Roma), tanto che in paese fu allestito un ospizio per pellegrini. Si può dedurre, quindi, l'esistenza di un percorso nord-sud (parallelo e alternativo rispetto alla via Romea ravennate) le cui tappe erano: [[Ferrara]], [[Argenta]], il porto vallivo di ''Lyba'', le vie Quarantola e Felisio, la [[via Emilia]] sino a [[Forlì]], poi il superamento degli Appennini attraverso la [[valle del Bidente]], lungo la quale si trova Galeata<ref>AA. VV., ''Le Vie dei Romei nella Regione Emilia-Romagna'', Bologna 1997, Regione Emilia-Romagna. Assessorato Turismo.</ref>. Lugo fu fondata su questo percorso.
 
La maggior parte dei ''fundi'' che componevano la ''massa sancti Hilari'' era di proprietà dei monasteri dell'[[arcidiocesi di Ravenna-Cervia|arcidiocesi di Ravenna]]<ref>I monasteri di San Martino Confessore, Sant'Andrea Maggiore e Santa Maria in Cereseo.</ref>, pur ricadendo nella [[diocesi di Imola]]. Nel territorio non vi era una fonte battesimale: esercitavano la loro giurisdizione le pievi di [[Barbiano (Cotignola)|Barbiano]]<ref>Il più antico documento che attesta la giurisdizione di Barbiano è datato 1037.</ref> e di Bagnacavallo ([[Pieve di San Pietro in Sylvis|San Pietro ''in Sylvis'']]).
 
Appartenevano alla pieve di S. Stefano in Barbiano i fondi<ref>{{cita|A. Vasina|p. 178.|Vasina, 1995}}</ref>:
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[[File:Lugo-disegno rocca.jpg|thumb|upright=0.9|Disegno (di anonimo) della rocca estense (XV secolo)]]
[[File:Statuti Lugo.jpg|thumb|upright=0.9|Frontespizio degli Statuti della comunità lughese (1493)]]
Nel [[1037]] è citato per la prima volta nei documenti un ''castrum'' (fortificazione)<ref>{{cita|A. Vasina|p. 179.|Vasina, 1995}}</ref>. Attorno al ''castrum sancti Hilari'' iniziarono a formarsi dei ''burgus'', ovvero i primi nuclei di abitazioni. Un piccolo borgo è documentato nel 1115. Durante la lotta tra Papato e Impero (1154-1183) nel [[1161]] i [[conti di Cunio]], alleati di [[Federico I Barbarossa]], strapparono la ''massa sancti Hilari'' alla Chiesa ravennate<ref>{{cita|M. Martelli|p. 47|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel [[1198]] il legato di [[papa Innocenzo III]] ottenne la sua restituzione e nel [[1202]] l'arcivescovo di Ravenna, Alberto Oselletti, iniziò la costruzione di un nuovo ''castrum'' posto 1,5&nbsp;km a nord della massa.
 
Nel [[1218]] il ''castrum'' fu conquistato e distrutto dai Faentini (guidati dal podestà Talamaccio di Cremona), cui si allearono i conti di Cunio. I lughesi dovettero accettare le condizioni del vincitore per ottenere la pace: smantellamento della fortificazione, pagamento di un riscatto per gli ostaggi e trasferimento di molti abitanti nel contado faentino, su terre che necessitavano di nuove braccia da lavoro. Negli anni immediatamente successivi il livello di vita dei lughesi peggiorò notevolmente. Nei documenti dell'epoca l'abitato è definito semplicemente come ''villa''. Risale al [[1224]] il primo documento nel quale appare l'antico nome di Lugo: è una [[bolla pontificia|bolla]] di [[papa Onorio III]] in cui il pontefice conferma a Simeone, arcivescovo di Ravenna, i possedimenti dell'arcidiocesi ravennate. Vi si legge ''villam Luci cum curtibus''<ref>Si veda la ricostruzione etimologica fatta nel XVIII secolo da [[Francesco Leopoldo Bertoldi]]: ''Notizie istoriche dell'antica selva di Lugo''. Faenza: Rinaldi, 1794.</ref>, che in testi cronologicamente successivi diventa ''villa lugi''. La pronuncia gutturale della "g" determinò poi il toponimo.