Montefalcone di Val Fortore: differenze tra le versioni

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Il paese è ubicato al confine con la [[provincia di Foggia]] (e quindi con la [[Puglia]]), in un territorio ricco di sorgenti ed aree boschive. Il livello di altitudine minimo è di 411 m., quello massimo è di 981 metri [[s.l.m.]]. È posizionato sul declivio orientale di un alto colle di roccia calcarea dal quale si gode un'ampia vista che spazia fino alle montagne dell'[[Abruzzo]] e della [[Basilicata]]. Il clima è continentale: le precipitazioni nevose e la predominanza di venti [[bora|boreali]] rendono gli inverni piuttosto rigidi e lunghi.
 
Il territorio comunale è prevalentemente costituito da pascoli e da boschi. Il bosco principale è quello ubicato in località Toppo Pagliano-Monte, esteso su 230 [[ettaro|ettari]]. La vegetazione prevalente è quella di cerro e quercia, comune anche al bosco della contrada Macchio dell'Abate. In contrada Cavecchia, invece, è presente una pineta estesa 90 ettari. Altre pinete sono presenti anche nelle località Lago Mignatta, Fontaniella, Gallizzi, Marraniero, Perrazzeta, Scomunicata. Fra gli animali selvatici che vivono nei boschi di Montefalcone si segnalano: la [[gazza ladra]], il [[colombaccio]], il [[corvo]], il [[meles meles|tasso]], il [[cinghiale]], la [[beccaccia]], la [[volpe]].<ref name=autogenerated3>{{cita|Appunti|p. 77.}}</ref>
 
Nel territorio comunale, in località Trivolicchio, nasce il fiume [[Fortore]]<ref name=autogenerated3 />, mentre sul versante sud scorre il torrente [[Ginestra (torrente)|Ginestra]], affluente del fiume [[Miscano]].
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In epoca preromana il territorio dell'attuale Montefalcone doveva trovarsi presso il margine settentrionale del territorio della tribù [[sanniti]]ca degli [[Irpini]]<ref>{{cita testo|autore=[[Domenico Romanelli]]|titolo=Antica topografia istorica del regno di Napoli|anno=1818|vol=2|p=308}}</ref>. La zona in cui sorge il centro abitato è infatti sede di antichi insediamenti come hanno testimoniato alcuni ritrovamenti archeologici che hanno portato alla luce, in particolar modo, resti di tombe arcaiche. Nei pressi del castello è stato rinvenuto anche del vasellame datato al IV secolo a.C., attualmente custodito nel museo civico.<ref>{{cita web | 1 = http://www.prolocomontefalcone.it/museo-civico-montefalcone_2624784.html | 2 = Museo Civico di Montefalcone | 3 = 30-09-2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130922064229/http://www.prolocomontefalcone.it/museo-civico-montefalcone_2624784.html | dataarchivio = 22 settembre 2013 | urlmorto = sì }}</ref>
 
Montefalcone nei documenti viene citato per la prima volta in [[conquista normanna dell'Italia meridionale|epoca normanna]] con il nome di ''Mons Falconis''. Il nome deriverebbe dalla casata dei Falcone che per prima resse il feudo. Passata la dominazione normanna il paese conobbe una lunga serie di feudatari iniziata con Matteo di Lecto al quale seguirono il casato dei Mansella di Salerno, quello dei [[Caracciolo]] e, successivamente, la famiglia [[Loffredo (famiglia)|Loffredo]]. Nel 1439, durante la signoria di Giannotto di Montefalcone, il castello ospitò re [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]]. Nell'XI secolo dai Caracciolo passò ai Piccolomini, poi ai Loffredo marchesi di [[Trevico]] che, nel 1621, cedettero il possedimento ad Andrea [[Martino (famiglia)|de Martino]] e a suo figlio Scipione il quale, però, morì senza lasciare figli. Pertanto il feudo fu confiscato dalla Regia Corte che lo vendette nel 1645 a Francesco di Montefuscoli. Da questi passo ai De Sanctis, poi di nuovo alla Regia Corte e quindi ai [[Di Sangro]] e al principe di Rocella che lo tenne sino all'[[eversione della feudalità]] (1806).<ref name=autogenerated1>{{cita|Appunti|p. 76.}}</ref><ref>{{cita|T. Vitale|pp. 329-330}}.</ref>
 
Da un punto di vista amministrativo il comune nel quadriennio 1743-46 fu soggetto alla competenza territoriale del ''[[regio consolato di commercio]]'' di [[Ariano Irpino|Ariano]] nell'ambito della provincia di [[Principato Ultra]]<ref>{{cita|T. Vitale|p. 174}}.</ref>, cui appartenne fino al [[1811]]; in seguito fece parte del [[distretto di Bovino]] nella [[Capitanata]] per passare infine, nel 1861, alla nuova provincia di Benevento. Il 22 gennaio 1863 con regio decreto sono state aggiunte le parole "di Val Fortore" al nome del comune, per distinguerlo dagli altri comuni omonimi sparsi per l'Italia.<ref name=autogenerated1 />
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Il centro storico conserva ancora la sua impostazione medievale nonostante i danni patiti dai terremoti [[terremoto dell'Irpinia del 1962|del 1962]] e [[terremoto dell'Irpinia del 1980|del 1980]]. Si sviluppa intorno al castello di cui restano solo pochi ruderi. Il possente maniero aveva una pianta [[rombo (geometria)|romboidale]] avente nel mezzo un cortile dotato di ampia e profonda cisterna, atta ad immagazzinare l'acqua piovana utilizzata durante gli eventuali assedi. Dal cortile partivano anche due cunicoli, lunghi circa 2&nbsp;km ciascuno, utilizzati come vie di fuga in caso di attacco. [[terremoto dell'Appennino centro-meridionale del 1349|Nel 1349]] e [[terremoto del Molise del 1805|nel 1805]] subì gravi danni a causa di due terremoti ma ben presto fu riparato. Nel 1809 fu raso al suolo perché divenuto rifugio di banditi.<ref name=autogenerated2>{{cita|Touring|p. 366.}}</ref>
 
Il [[Santuario della Madonna del Carmine (Montefalcone di Val Fortore)|santuario della Madonna del Carmine]], iniziato nel 1604, è meta di pellegrinaggi ed è oggetto di particolare venerazione. L'aspetto attuale dell'edificio è dovuto ai numerosi interventi di ristrutturazione e di ampliamento susseguitisi nel corso del [[XX secolo]]. Degne di rilievo sono la statua settecentesca della Madonna e le vetrate istoriate, di fattura contemporanea.