Mergozzo: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Originariamente abitato dai [[Leponzi]], per l'epoca dell'Imperatore Augusto era entrato a far parte dell'Impero Romano. I pochi reperti ritrovati non permettono di ricostruire come si presentasse all'epoca il villaggio, ma probabilmente sorgeva in corrispondenza dell'attuale centro storico<ref>{{Cita|Braganti e Poletti Ecclesia|pp. 67-68}}.</ref>. Sono state identificate due necropoli: quella della Cappella situata lungo la via diretta verso il [[Lago Maggiore]] e quella di Praviaccio lungo la via diretta verso l'[[Val d'Ossola|Ossola]], una fornace per laterizi in località Rubianco nonché un complesso sacro e un grande edificio in località Candoglia<ref name="Braganti-Ecclesia">{{Cita|Braganti e Poletti Ecclesia|ppp. 68}}.</ref>. Il centro abitato era collegato alla viabilità principale della zona sia in direzione sud est verso il Lago Maggiore che verso [[Gravellona Toce]] e [[Ornavasso]] nord est, collegandosi così alla [[Via Mediolanum-Verbannus|strada romana dell'Ossola]] che si dirigeva al [[passo del Sempione]]<ref name="Braganti-Ecclesia" />.
 
Il 15 settembre 1943 anche Mergozzo fu interessato dai rastrellamenti di ebrei che portarono all'[[eccidio del Lago Maggiore]], del quale alla fine si conteranno 57 vittime. Furono 3 le persone arrestate e uccise a Mergozzo in un campo poco lontano dal paese.<ref>Mario Abramo Covo, anni 66; Alberto Abramo Arditi, età presunta 55; Matilde David, età presunta 50. Cfr. M. Nozza, ''Hotel Meina. La prima strage di ebrei in Italia'', Mondadori, Milano 1993.</ref>