Vittoria del Regno Unito: differenze tra le versioni
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A quei tempi non c'erano particolari restrizioni ad avere un monarca bambino, per cui Vittoria avrebbe potuto essere incoronata come un adulto. Per evitare uno scenario di questo tipo, il Parlamento promulgò il ''[[Regency Act]] 1831'' ("Atto per la Reggenza 1831"), in cui si prevedeva che, in caso di premorienza del Re e ascesa al trono di Vittoria, sua madre, la duchessa di Kent e Strathearn, sarebbe stata reggente fino alla sua maggiore età<ref>{{Cita|Hibbert|p. 31}}.</ref>: ignorando i precedenti, il Parlamento non previde un consiglio per limitare i poteri del reggente sebbene lo stesso sovrano, Guglielmo IV, non apprezzasse le capacità della cognata al punto da dichiarare pubblicamente (nel 1836) che avrebbe cercato di vivere finché la nipote avesse avuto 18 anni, pur di evitare una reggenza<ref>{{Cita|Hibbert|p. 46}}.</ref><ref>{{Cita|Longford|p. 54}}.</ref>.
In ogni caso, nonostante il suo futuro ruolo pubblico, la principessa passò una giovinezza da lei stessa descritta "alquanto malinconica"<ref>{{Cita|Hibbert|p. 19}}.</ref><ref>{{Cita|Marshall|p. 25}}.</ref>: la madre, infatti, estremamente protettiva, teneva la figlia isolata dagli altri coetanei al palazzo di Kensington, sede di una vera e propria corte parallela, completamente dominata dalla figura di Sir [[John Conroy]], da molti ritenuto l'amante della duchessa Vittoria di Sassonia<ref>{{Cita|Hibbert|p. 27}}.</ref><ref>{{Cita|Longford|pp. 35-38 e 118-119}}.</ref>; rari erano, infine, i rapporti con la corte di Londra dal momento che la madre della principessa era in contrasto con re Guglielmo e poiché desiderava preservarla da ogni rapporto sconveniente (in particolare con i figli illegittimi del sovrano)<ref>{{Cita|Marshall|p. 19}}.</ref><ref>{{Cita|Lacey|pp. 133-136}}.</ref>.
=== Incontro con il principe Alberto ===
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=== Irlanda ===
La giovane regina Vittoria si innamorò dell'[[Irlanda]], scegliendo, nel 1849, per le vacanze, la città di [[Killarney]] nel [[Contea di Kerry|Kerry]], facendone una delle prime località turistiche del [[XIX secolo]]<ref>{{Cita|Longford|p. 191}}.</ref>.
Il suo amore per l'isola fu corrisposto da un iniziale sentimento di amicizia da parte del popolo irlandese per la giovane regina. Nel [[1845]] l'Irlanda fu colpita da una malattia delle [[Solanum tuberosum|patate]] che in quattro anni costò la vita a oltre mezzo milione di irlandesi e vide l'emigrazione di un altro milione di abitanti. In risposta a ciò che venne chiamata ''[[Grande carestia irlandese|Grande carestia]]'', in inglese ''Great Famine'' (''An Gorta Mor''), la regina donò personalmente {{formatnum:5000}} sterline e fu coinvolta in molte iniziative caritatevoli. Ciononostante la politica del primo ministro [[John Russell, I conte di Russell|Lord John Russell]], largamente accusata di peggiorare le conseguenze della carestia, oscurò la fama della regina. Agli occhi dei repubblicani estremisti Vittoria fu soprannominata «Regina della carestia» e vennero comunemente accettate storie in cui la regina aveva donato in beneficenza solo 5 sterline.
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=== Gladstone, Disraeli e l'attentato di O'Connor ===
[[File:Victoria Disraeli cartoon.jpg|thumb|upright=0.9|[[John Tenniel]], ''Nuove corone per i soliti vecchi'', da un'antica favola araba, rappresenta [[Benjamin Disraeli]] come un venditore ambulante in atto di offrire a Vittoria la corona imperiale, vignetta, 15 aprile [[1876]], su [[Punch (rivista)|Punch]]]]
Nel [[1868]] lord Derby fu costretto alle dimissioni e sostituito dal conservatore [[Benjamin Disraeli]] il quale, sin dall'insediamento, acquisì la fiducia e la simpatia della regina; il suo ministero però cadde presto e fu rimpiazzato da [[William Ewart Gladstone]], membro del [[Partito Liberale (Regno Unito)|Partito Liberale]] (nome assunto dalla coalizione ''Whig-Peelisti'') che, invece, non fu particolarmente apprezzato dalla sovrana<ref>{{Cita|Hibbert|pp. 318-320}}.</ref><ref>{{Cita|Longford|
Nel 1870 la [[Comune di Parigi (1871)|rivoluzione parigina]] ridestò il movimento repubblicano, già in crescita sin dalla morte del principe Alberto e dall'isolamento della regina Vittoria: una manifestazione repubblicana in quell'anno pretese l'[[abdicazione]] della sovrana, e il partito radicale continuò con ancor maggiore veemenza l'opposizione alla politica della regina<ref>{{Cita|St Aubyn|pp. 385-386}}.</ref><ref>{{Cita|Stratchey|pp. 248-250}}.</ref>. Tra l'agosto e il settembre del [[1871]], inoltre, Vittoria subì le conseguenze di un [[ascesso]] al braccio, che fu curato dal medico [[Joseph Lister]]<ref>{{Cita|Longford|p. 385}}.</ref>, mentre a dicembre, nel pieno delle proteste repubblicane, il [[Edoardo VII del Regno Unito|principe del Galles]] si ammalò di febbre tifoidea e la regina temette per la salute del figlio<ref>{{Cita|Hibbert|p. 343}}.</ref>.
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Due giorni dopo la cerimonia, mentre Vittoria stava scendendo da una carrozza, il diciassettenne irlandese [[Arthur O'Connor]] si rivolse alla regina con una pistola in una mano e una petizione per liberare prigionieri irlandesi nell'altra: l'intento era dimostrativo, infatti la pistola era scarica e l'attentatore confidava di convincere la sovrana ad accogliere la petizione; in ogni caso John Brown, al fianco della regina, buttò il ragazzo a terra prima che essa stessa potesse vedere la pistola e fu ricompensato con una medaglia per il suo coraggio mentre O'Connor fu condannato a un anno di carcere<ref>{{Cita|St Aubyn|pp. 388-389}}.</ref>. L'attentato fece riacquistare a Vittoria numerosi consensi<ref>{{Cita|Hibbert|pp. 345-347}}.</ref>.
Le elezioni del [[1874]] premiarono i conservatori di Disraeli, il quale, seguendo il sentimento imperialista assai diffuso nella società europea e britannica, dedicò notevoli cure nell'amministrazione dell'India, la maggiore delle colonie britanniche: infatti, a seguito della [[Moti indiani del 1857|rivolta del 1857]] i domini della [[Compagnia britannica delle Indie orientali]] così come numerosi principati indigeni, furono annessi direttamente all'Impero, anche per evitare, nelle parole della regina, un nuovo bagno di sangue e per garantire una maggiore comprensione e la tolleranza religiosa<ref>{{Cita|Woodham-Smith|pp. 384-386}}.</ref><ref>{{Cita|Hibbert|pp. 249-251}}.</ref>.
Tale politica di amalgama dell'India all'interno dell'Impero britannico fu conclusa da Disraeli che, con il ''Royal Titles Act 1876'', conferì alla regina Vittoria il titolo di "Imperatrice d'India" dal 1º marzo del 1876<ref>{{Cita|Longford|pp. 405-407}}.</ref><ref>{{Cita|St Aubyn|p. 434}}.</ref>. La regina ricompensò il gesto del suo primo ministro nominandolo [[Conte di Beaconsfield]]<ref>{{Cita|Stratchey|p. 150}}.</ref>.
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Nel [[1887]] il Regno Unito festeggiava il ''Golden Jubilee'' (50 anni di regno). Vittoria celebrò il 20 giugno [[1887]] il cinquantesimo anniversario dell'ascesa al trono con un banchetto a cui parteciparono 50 fra re e principi europei; il giorno dopo prese parte a una processione che, nelle parole di [[Mark Twain]], «andava da orizzonte a orizzonte»<ref>{{Cita|St Aubyn|pp. 502-508}}.</ref><ref>{{Cita|Hibbert|pp. 447-448}}.</ref>. In quei giorni Vittoria giunse probabilmente all'apice della sua popolarità (la morte di Brown aveva sopito i pettegolezzi sulla sua vita privata e questo aveva reso Vittoria un vero e proprio simbolo morale).
Due giorni dopo, il 23 giugno<ref>Longford, p. 502</ref> assunse due musulmani indiani come camerieri, uno dei quali era [[Abdul Karim]]. Fu presto promosso a "[[Munshi]]": le insegnava la [[lingua indostana]] e faceva l'impiegato.<ref>{{Cita|Hibbert|pp. 447-448}}; Longford, p. 508; St Aubyn, p. 502; Waller, p. 441</ref> La sua famiglia e i servitori furono inorriditi e accusarono Abdul Karim di fare la spia per la Lega Patriottica Musulmana e di influenzare la regina contro gli Hindu.<ref>{{Cita|Hibbert|pp. 448-449}}.</ref> [[Equerry]] [[Frederick Ponsonby, primo Barone Sysonby|Frederick Ponsonby]] (il figlio di Sir Henry) scoprì che il Munshi aveva mentito sui suoi genitori, e riferì a [[Victor Bruce, IX conte di Elgin|lord Elgin]], Viceré dell'India, che "il Munshi occupa proprio la stessa posizione che era di John Brown".<ref>{{Cita|Hibbert|pp. 449-451}}.</ref> Vittoria respinse le loro lamentele come pregiudizi razziali.<ref>{{Cita|Hibbert|
[[File:Queen Victoria and Abdul Karim.jpg|thumb|upright=0.9|''Vittoria e [[Abdul Karim]]'', [[fotografia]]]]
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|nome_onorificenza = Dama dell'Ordine reale di Santa Isabella (Regno del Portogallo)
|collegamento_onorificenza = Ordine di Santa Isabella
|data = 23 febbraio [[1836]]
}}
{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza = Ordine di Santa Caterina
|motivazione =
|data = 26 giugno [[1837]]
}}{{Onorificenze
|nome_onorificenza = Dama di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)
|immagine = Legion_Honneur_GC_ribbon.svg
|collegamento_onorificenza = Legion d'onore
|data = 5 settembre [[1843]]
}}{{Onorificenze
|immagine = 676px ribbon bar of the Order of Louise.svg
Riga 591:
|collegamento_onorificenza = Ordine di Luisa
|motivazione =
|data = 11 giugno [[1857]]
}}
{{Onorificenze
Riga 598:
|collegamento_onorificenza = Ordine imperiale di Pietro I
|motivazione =
|data = 3 dicembre [[1872]]
}}{{Onorificenze
|nome_onorificenza = Dama di I classe dell'Ordine di Aftab (Persia)
|immagine = Order_of_Aftab_Ribbon_Bar_-_Imperial_Iran.svg
|collegamento_onorificenza = Ordine di Aftab
|data = 20 giugno [[1873]]
}}{{Onorificenze
|immagine = GRE Order of George I - Grand Cross BAR.png
Riga 609:
|collegamento_onorificenza = Ordine del Leone d'oro
|motivazione =
|data = 25 aprile [[1885]]
}}
{{Onorificenze
Riga 615:
|nome_onorificenza = Dama di Gran Croce dell'Ordine del Sigillo di Salomone (Impero d'Etiopia)
|collegamento_onorificenza = Ordine del Sigillo di Salomone
|data = 22 giugno [[1897]]
}}
{{Onorificenze
Riga 622:
|collegamento_onorificenza = Ordine reale di Kamehameha I
|motivazione =
|data = luglio [[1881]]
}}
{{Onorificenze
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* {{cita libro|nome=Christopher|cognome=Hibbert|titolo=Queen Victoria: A Personal History|url=https://archive.org/details/queenvictoriaper0000hibb|anno=2000|editore=HarperCollins|città=Londra|isbn=0-00-638843-4|cid=Hibbert|lingua=en}}
* {{cita libro|nome=Elisabeth|cognome=Longford|titolo=Victoria R.I|url=https://archive.org/details/victoriari0000long|anno=1964|editore=Weidenfeld & Nicolson|città=Londra|isbn=0-297-17001-5|lingua=en|cid=Longford}}
* {{cita libro|autore=Elisabeth Longford|titolo=Vittoria R.I.|trad=Marisa Vassalle|edizione=Collana Storica|editore=Dall'Oglio|città=Milano|anno=1967, 1977|isbn=978-88-771-8282-1|
* {{cita libro|nome=Doroty|cognome= Marshall|titolo=The Life and Times of Queen Victoria|anno=1972 (ristampa 1992)|editore=Weidenfeld & Nicolson|città=Londra|isbn=0-297-83166-6|cid=Marshall}}
* {{cita libro|nome=Anka| cognome=Muhlstein|titolo=Victoria Regina|anno=1970|editore=Bompiani|città=Milano}}
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