IMAM Ro.43: differenze tra le versioni

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=== Armamento ===
L'armamento consisteva in una coppia di [[Mitragliatrice|mitragliatrici]] Breda-SAFAT calibro 7,7 mm, una fissa in caccia, posizionata sulla parte anteriore della fusoliera davanti al pilota e sparante attraverso il disco dell'elica, ed una brandeggiabile in posizione dorsale montata su supporto ad anello di tipo ''Breda'' a comando idraulico nell'abitacolo posteriore. Nella prima serie l'arma posteriore era costituita da una [[Lewis (mitragliatrice)|Lewis]] a caricatore, su torretta ''Romeo'' spesso sostituita nei reparti da una Breda-SAFAT, mentre nella seconda serie fu definitivamente adottata l'arma italiana<ref name="Marcon p.51">Ali d'Italia 12, pag. 51.</ref>.La dotazione normale di munizioni era di 500 colpi per l'arma anteriore e 500 per la posteriore. Prevista l'installazione di una seconda arma anteriore SAFAT calibro 7,7 sincronizzata.
 
== Produzione ==
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Fonte<ref>{{Cita|Bizzarri 1972|p. 17}}.</ref>
 
== Impiego operativo ==
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== Esemplari attualmente esistenti ==
[[File:IMAM Ro.43.JPG|thumb|Il Ro.43 esposto al Museo storico dell'Aeronautica Militare]]
L'unico esemplare di Ro.43 attualmente esistente è conservato al [[Museo storico dell'Aeronautica Militare]]. Si tratta dell'esemplare MM.27050 costruito nel primo semestre del 1937 dalla IMAM. Dopo un lungo impiego su incrociatori della Regia Marina, peraltro partecipando alla [[battaglia di Punta Stilo]] del 9 luglio 1940, l'esemplare concluse la sua carriera operativa presso la Scuola Osservatorio Marittimo di [[Orbetello]], di cui porta ancora i codici ''ORB-23''. Recuperato nel [[1972]] sull'[[aeroporto di Roma-Centocelle]], dopo due anni di restauro ad opera del personale della Sezione Manutenzione e Restauro del Museo, coordinato dal Maggiore del Genio Aeronautico r.s. Gennaro Del Franco, è stato riconsegnato al percorso espositivo del Museo il 17 novembre 2011 e da quella data nuovamente visibile al pubblico<ref>{{Cita|Rivista_Aeronautica|pp. 42-43}}.</ref>.
 
== Note ==