Ampsicora: differenze tra le versioni

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== Origine del nome ==
Si ritiene che il nome Ampsicora abbia lontane origini [[Lingua berbera|berbere]], proprie del [[Nordafrica]] [[Algeria|algerino]] e [[Tunisia|tunisino]]; in quest'area sono infatti presenti [[Toponimo|toponimi]] o idronimi accostabili al nome di Ampsicora, come l'antico fiume ''Ampsaga'' (oggi ''Rhummel'' nell'[[arabo maghrebino|arabo algerino]]) a confine del territorio occupato dai [[Numidia|Numidi]] [[Massili]] presso [[Cirta]]<ref>Mastino, Attilio. ''Storia della Sardegna antica'', Il Maestrale, Nuoro, 2005, pg. 80</ref>. [[Massimo Pittau]] non condivide però tale tesi, reputando piuttosto che l'antroponimo ''Hampsicora'' sia originario della stessa area di provenienza dei [[Protosardi|Sardi]], da lui identificata nella regione [[Mar Egeo|egeo]]-[[Anatolia|anatolica]]<ref>{{cita web|url=http://www.pittau.it/Sardo/ampsicora.html|titolo=L'eroe Hampsicora era sardo, non cartaginese|editore=pittau.it|accesso=25 marzo 2023}}</ref>.
 
== Biografia ==
Le fonti<ref>La narrazione di questi avvenimenti si trova principalmente in Polibio, III, 96, 7 e segg. e soprattutto in Tito Livio, libri XXII e XXIII</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/1439.html|titolo=William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol.2 p. 331|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090821010332/http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/1439.html }}</ref> descrivono Ampsicora come il più ricco tra i proprietari terrieri della [[Sardegna]] che in quel periodo appariva divisa in due entità: da un lato un'ampia parte della fascia costiera meridionale con la quasi totalità delle aree collinari, inclusa la vasta [[Campidano|pianura campidanese]], divise in città-Stato alleate di Cartagine; dall'altro le aree interne più montuose e del nord, ancora gestite direttamente dalle [[civiltà nuragica|tribù nuragiche]], che seppur diventate tolleranti nei confronti dei Sardo-punici dopo molte tensioni, erano assai ostili alla conquista [[Repubblica romana|romana]]; del resto, fin dalla tarda età nuragica i Sardi nuragici e i Cartaginesi intrattenevano rapporti assai stretti, essendo legati da antiche relazioni nonché dal comune risentimento verso i [[Civiltà romana|Romani]]<ref>{{cita testo|url=http://eprints.uniss.it/4597/1/Mastino_A_Sardi_Pelliti_del_Montiferru.pdf|titolo=Mastino, Attilio (2005). ''I Sardi Pelliti del Montiferru o del Marghine e le origini di Hampsicora''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181130202121/http://eprints.uniss.it/4597/1/Mastino_A_Sardi_Pelliti_del_Montiferru.pdf }}. In: Mele, Giampaolo (a cura di). Santu Lussurgiu: dalle origini alla "Grande Guerra", Nuoro, Grafiche editoriali Solinas, Vol. 1: Ambiente e storia. p.142</ref>.
 
In concomitanza con le vittorie di [[Annibale]], Ampsicora fu animatore, insieme ad Annone di [[Tharros]], della rivolta delle città costiere della Sardegna contro i romani del [[215 a.C.]] (''Bellum Sardum''<ref>Mastino, Attilio. ''Storia della Sardegna antica'', Il Maestrale, Nuoro, 2005, pg. 68</ref>), riuscendo ad ottenere l'appoggio dei cosiddetti ''Sardi Pelliti'', in particolare delle tribù degli [[Iliensi]] presso i quali si recò a cercare rinforzi per affrontare i nuovi dominatori. Inoltre i senatori di [[Cornus (Sardegna)|Cornus]], la città della quale Ampsicora era il [[magistrato]] supremo, inviarono degli ambasciatori a Cartagine perché intervenisse in soccorso dei sardi che erano a conoscenza dei fatti accaduti in Italia e che avevano rafforzato la posizione di Annibale sempre più forte contro Roma. Cartagine inviò allora [[Asdrubale il Calvo|Asdrubale]], detto il Calvo, con un'armata di circa diecimila soldati. Tuttavia le navi cartaginesi, giunte ormai in vista di Cornus, furono spinte dai venti verso le [[isole Baleari]]<ref name=Casula50>{{cita|Casula, 2001|p. 50}}.</ref>.
[[File:Sardinia 215 aC - Ampsicora rivolta.png|thumb|upright=1.0|Mappa della [[battaglia di Decimomannu|rivolta di Ampsicora]] in [[Sardegna romana|Sardegna]] (215 a.C.)]]
Il [[console romano]] [[Tito Manlio Torquato (console 235 a.C.)|Tito Manlio Torquato]] radunò a Cagliari due<ref>{{Cita web|url=https://virtualarchaeology.sardegnacultura.it/index.php/it/siti-archeologici/periodo-romano/area-delle-basiliche-di-cornus/schede-di-dettaglio/1014-la-rivolta-di-ampsicora|titolo=Virtual Archaeology - La rivolta di Ampsicora|sito=virtualarchaeology.sardegnacultura.it|accesso=25 marzo 2023}}</ref> [[Legione romana|legioni]] e si avviò verso Cornus. Manlio sorprese le poche truppe guidate da [[Josto]], figlio di Amsicora, che fu sconfitto, avendo commesso l'errore di affrontare in campo aperto il nemico senza attendere ulteriori rinforzi. Infatti Amsicora si trovava a chiedere rinforzi alle popolazioni dei ''Sardi pelliti''. L'arrivo di Asdrubale il Calvo a [[Tharros]] con i rinforzi costrinse Tito Manlio Torquato a ritornare nel sud dell'Isola. Ampsicora e Asdrubale unirono le loro truppe e marciarono anch'essi verso Caralis. Il piano di Amsicora consisteva nel marciare sulla città in modo tale da tagliare fuori dalla rotta dei rifornimenti le altre città della costa occidentale cadute in mano romana.
 
La [[Battaglia di Decimomannu|battaglia campale]] decisiva si svolse nei pressi di [[Decimomannu]], secondo [[Francesco Cesare Casula]]<ref>{{Cita|F.C.Casùla(1994)|p. 104|Casula}}.</ref>, tra i due fiumi della zona, quindi a poche miglia da Cagliari e vide la sconfitta degli insorti, la cattura di Asdrubale e la morte di Josto. Ampsicora si portò in salvo, rifugiandosi presso le tribù dell'interno. Tuttavia, secondo [[Tito Livio|Livio]], addolorato per la morte del figlio Josto e desideroso di non cadere nelle mani dei romani, si tolse la vita «di notte, perché nessuno gli potesse impedire quel gesto disperato»<ref>[http://www.thelatinlibrary.com/livy/liv.23.shtml Livio, Tito. ''<nowiki/>'']''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', Libro XXIII. ''Nam et filius Hampsicorae Hostus in acie cecidit, et Hampsicora cum paucis equitibus fugiens, ut super adflictas res necem quoque filii audivit, nocte, ne cvius interuentus coepta impediret, mortem sibi consciuit.''</ref>.
 
== La figura di Ampsicora nella cultura sarda ==