Nicola II di Russia: differenze tra le versioni

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Fin dall'infanzia dimostra un carattere serio e riservato, prono alle indicazioni dei [[Precettore|precettori]] e alle imposizioni del forte carattere del padre.<ref>Lorrain, p. 31.</ref><ref>In Heresch, pp. 309-310, è riportata l'analisi grafologica effettuata da [[Benard Leroy]] su Nicola II nel 1906 dove si riportano, oltre agli attributi di "sensibilità", "introversione" e "ingenuità", anche un "metodo nella logica", "mancanza di metodo di astrazione" e un'"intelligenza media".</ref> Alessandro III affida l'educazione del ragazzo a uomini di spicco del suo governo, tra cui il procuratore del [[Santo Sinodo]], [[Konstantin Petrovič Pobedonoscev]], il generale Danilovič, il ministro delle finanze [[Nikolaj Bunge]].
 
Nel 1884, a sedici anni, incontra per la prima volta la futura moglie, oltre che cugina di secondo grado, la principessina tedesca [[Aleksandra Fëdorovna Romanova|Alice d'Assia e del Reno]], alla quale sarà idealmente legato per tutta l'adolescenza, non facendone segreto nemmeno ai suoi familiari. Tuttavia la prospettiva di un possibile matrimonio con una principessa tedesca contraria tanto lo Zar quanto la Zarina, e Alessandro III preme su Nikolaj Aleksandrovič perché abbandoni qualsiasi speranza di un'unione con Alice; incoraggia quindi la vita mondana del figlio nell'intento di concentrare la sua attenzione altrove: per questo motivo favorisce una relazione dell'erede con la prima ballerina del [[Teatro Mariinskij|Teatro Marinskij]] di San Pietroburgo, [[Matil'da Feliksovna Kšesinskaja|Mathilde Kšesinskaja]]. Nikolaj Aleksandrovič, nonostante il suo legame con la ballerina, non dimentica la principessa Alice, e nei suoi diari scrive che il suo sogno è, un giorno, di sposarla.<ref>{{Cita |H.Troyat |p. 26}}.</ref>
 
Dal 1885 al 1890 l'erede frequenta la facoltà di scienze politiche ed economiche presso l'istituto di [[giurisprudenza]] dell'[[Università statale di San Pietroburgo|Università di San Pietroburgo]], accompagnando a tali studi il servizio nella [[Guardia imperiale (Russia)|guardia imperiale]] (dove guadagna il titolo di [[colonnello]]) e i corsi dell'Accademia di stato maggiore. Dai diari del giovane Nikolaj Aleksandrovič si desume un forte entusiasmo per la vita da caserma, per le parate, gli addestramenti e la vita dei giovani soldati nella capitale. Lo Zar però non fa nulla per avvicinarlo ai problemi di Stato o di governo: insiste sulla sua educazione giuridica e militare, sui ruoli di rappresentanza dello [[zarevic]] presso le grandi corti europee, ma allo stesso tempo tralascia completamente di prepararlo al trono.<ref>Massie, p. 36, inoltre di seguito è riportato un episodio emblematico, riferito dal futuro Primo Ministro [[Sergej Jul'evič Vitte|Sergej Vitte]]: quest'ultimo aveva proposto ad Alessandro III di nominare lo zarevic Nikolaj presidente dei lavori della [[ferrovia Transiberiana|ferrovia transiberiana]]; lo zar gli oppose un deciso diniego: "Conosce lo zarevic? È mai riuscito a parlare seriamente con lui?"; "No, sire, non ho mai avuto questo piacere con l'erede"; "È ancora un bambino in tutto e per tutto, giudica le cose in modo infantile. Come sarebbe capace di presiedere un comitato?"; "Ciò non di meno, sire, se Vostra Maestà non lo inizierà agli affari di stato, non li comprenderà mai".</ref>
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=== Riforme ===
==== La legge fondamentale dello Stato ====
Il 30 ottobre 1905 lo zar è costretto a concedere, con il cosiddetto ''Manifesto d'ottobre'', un parlamento a suffragio universale, la [[Duma]]. Dal diario dello zar di quel giorno: {{Citazione|Ho firmato il manifesto alle cinque. Dopo una simile giornata ho la testa appesantita e i pensieri mi si confondono. O Signore aiutaci, salva la Russia e dalle la pace!<ref>{{Cita |E.Radzinskij |p. 107}}.</ref>}}
 
Il 27 aprile 1906 lo zar emana la ''legge fondamentale dello Stato'', sorta di [[costituzione]] che trasforma la Russia in una [[monarchia costituzionale]]: in particolare, viene confermata la concessione della Duma eletta a suffragio universale ed è istituita formalmente la figura di Primo Ministro.
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Nel gennaio 1917 le prime proteste in seno alla Duma e ai movimenti operai si intensificano nella capitale; escono i primi opuscoli bolscevichi che invitano l'esercito a rovesciare il governo: diventa chiaro a San Pietroburgo che un'iniziativa a favore della Duma da parte del sovrano è indispensabile per evitare il tracollo della corona.
 
Al quartier generale, Nicola II, a colloquio con l'addetto militare britannico Hanbury-Williams, si esprime riguardo alle riforme: {{Citazione|Un certo grado di decentramento dell'autorità è naturalmente necessario ma [...] il potere vero, decisivo, deve risiedere nella corona. La Duma dovrebbe essere potenziata solo gradualmente perché è difficile sviluppare l'istruzione di masse di sudditi, con soddisfacente rapidità.<ref>{{Cita |R.Massie |p. 274}}.</ref>}}
 
Nonostante il pensiero del sovrano si sia evoluto rispetto al 1905, Nicola II non ha compreso che la situazione corrente esige riforme tempestive e un cambiamento dei vertici: l'unico modo di scongiurare la crisi interna in tempo di guerra. I rifornimenti alle città sono infatti dimezzati, lunghe file per i viveri si formano nelle strade, i primi [[soviet]] di operai e soldati si riuniscono sotto la pressione dei bolscevichi e i repubblicani premono sulla Duma affinché si effettui un cambio ai vertici in grado di salvare il Paese dal crollo totale.
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{{Vedi anche|rivoluzione russa di febbraio}}
[[File:Nikolaus II. (Russland).jpg|thumb|Nicola II nei giorni successivi l'abdicazione, nel marzo 1917]]
Il 23 febbraio 1917 a Pietrogrado il popolo insorge per la mancanza di rifornimenti alimentari, e la polizia zarista si schiera questa volta dalla sua parte. Dal diario di Nicola II al quartier generale, il 10 marzo: {{Citazione|A Pietrogrado alcuni giorni fa sono cominciati i disordini. Anche le truppe, purtroppo, hanno cominciato a prendervi parte. È una sensazione terribile sentirsi così lontani e ricevere soltanto notizie brutte e frammentarie! [...] Dopo pranzo ho deciso di andare a Carskoe Selo al più presto e sono corso al treno.<ref>{{Cita |E.Radzinskij |p. 211}}.</ref>}}
 
Il blocco delle ferrovie e dei telegrafi isola il sovrano, che viene informato solo a fatti avvenuti che la Duma ha preso il potere nella capitale. Dopo aver consultato alcuni ufficiali, deputati e generali, sfinito dalla stanchezza e dall'impossibilità di reagire, il 14 marzo decide di [[Abdicazione|abdicare]]. Il 15 marzo, nel vagone privato dello zar e in presenza di due deputati della Duma, viene firmato il manifesto dell'abdicazione. Le intenzioni iniziali di Nicola II sono di trasmettere il trono al figlio Aleksej, tuttavia prima di firmare chiede di cambiare il successore al trono nella persona di suo fratello [[Michail Aleksandrovič Romanov|Michail]]; questo perché, spiegherà in seguito, teme che il figlio malato possa essere separato dalla famiglia (per la quale è possibile sia previsto l'esilio). Durante l'atto fa inoltre richiesta, per lui e per la famiglia, di essere trasferiti nella sua residenza vicino a [[Jalta]], in [[Penisola di Crimea|Crimea]], confessando il desiderio di dedicarsi all'agricoltura.<ref>Jacoby, pp. 182-183</ref>