Rinascimento del XII secolo: differenze tra le versioni
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[[File:Luigi Serra - Irnerio che glossa le antiche leggi.jpg|miniatura|sinistra|verticale|"[[Irnerio]] che [[glossa]] le antiche leggi"]]
Una società più complessa non poté fare a meno di un rafforzamento del suo sistema giuridico. La svolta si ebbe quando verso la fine del XI secolo il giurista e ''magister'' bolognese [[Irnerio]] iniziò ad insegnare il diritto come disciplina autonoma, all'epoca escluso dalle [[arti liberali]], e utilizzando come fonte il ''[[corpus iuris civilis]]'' di [[Giustiniano]] nella sua forma originale. Inoltre, Irnerio
[[File:GratianCesena.jpg|miniatura|verticale|Pagina del ''[[Decretum]]'' di [[Graziano]]]]
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In [[Italia]] si assistette a un fiorire di traduzioni dal greco e la [[Sicilia]] fu uno dei centri più importanti in cui si concentrò l'attività, in particolare grazie a due funzionari di corte, [[Enrico Aristippo]] e [[Eugenio di Palermo]]. Nel continente, invece, [[Giacomo da Venezia]] fu autore di numerose traduzioni ma insieme a lui se ne possono ricordare molti altri degni di nota, come [[Burgundio Pisano]], [[Mosè del Brolo]] e [[Leone Toscano]] (che inizialmente lavorò a lungo a [[Bisanzio]]) e altri di cui non si conserva il nome.<ref>{{cita|Verger, 1997|pp. 81-83}}.</ref><ref>{{cita|Verger, 1991|pp. 38-39}}.</ref>
In [[Spagna]], dove le traduzioni dall'arabo furono preponderanti, i traduttori furono spesso ebrei convertiti, come l'aragonese [[Pietro Alfonsi]], [[Ugo di Santalla]] e [[Giovanni di Siviglia]], o cristiani come [[Domenico Gundisalvo]] e gli italiani [[Platone da Tivoli]] e [[Gerardo da Cremona]], la cui prolifica produzione fu possibile grazie all'organizzazione di un vero e proprio laboratorio di traduttori; a tali attività contribuirono anche studiosi provenienti da regioni più lontane, fu il caso di [[Roberto di Chester]] o [[Ermanno di Carinzia]].<ref>{{cita|Verger, 1991|
Inoltre, gli storici del XIX secolo hanno ipotizzato che l'[[arcivescovo]] [[Raimondo di Toledo]] (1125-1152) avesse fondato una scuola di traduzione formale, anche se nessun elemento concreto ha potuto supportare tale teoria, con l'eccezione della dimostrazione che nella "[[Scuola di traduttori di Toledo|Scuola di Toledo]]" vi fossero più traduttori rispetto ad altre regioni. Una delle più importanti imprese di traduzione conosciute fu quella del [[Corano]] (''[[Lex Mahumet pseudoprophete]]'') caldeggiata dall'[[abbazia di Cluny|abate di Cluny]] [[Pietro il Venerabile]], che la commissionò nel 1142 a Roberto di Chester, Ermanno di Carinzia, [[Pietro di Toledo (traduttore)|Pietro di Toledo]], [[Pietro di Poitiers]] e a un musulmano conosciuto solo come "Mohammed".<ref>{{cita|Verger, 1997|pp. 84-85}}.</ref>
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