Ottone Frangipane: differenze tra le versioni
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Ottone appartenne ai [[Frangipane (famiglia)|Frangipane]], una nobile e potente famiglia baronale che occupò un posto di primo piano a [[Roma]] fra l'XI e il XIII secolo tanto che, destreggiandosi abilmente fra papato e impero, determinò l'elezione di almeno due papi: [[papa Onorio II|Onorio II]] e [[papa Innocenzo II|Innocenzo II]]<ref>Il primo Frangipane, che diede il cognome alla famiglia, fu tale Pietro, ricco mercante, discendente dalla gens Anicia, che durante un'alluvione del [[Tevere]] a Roma distribuì pane ai bisognosi passando per le vie dell'Urbe con una barca. Da qui ''frangere'' ''panem'', spezzare il pane, che avrebbe originato il cognome. Questo apparve per la prima volta nel [[1014]] in un documento ufficiale, quando un Leone Frangipane sottoscrisse un [[placito]] relativo all'abbazia di Farfa in Sabina. La famiglia si era installata a Roma nell'area del [[Circo Massimo]], nel [[Settizonio]], antichissimo palazzo eretto al tempo di [[Settimio Severo]], arricchendolo di una torre che tutt'oggi si eleva al lato del circo. Quest'edificio fu il luogo dove si tenne il primo [[conclave]] per l'elezione pontificia nel [[1241]]. Le "Croniche Subiacensi" dell'abbazia di [[Subiaco]] testimoniano che i Frangipane si imparentarono con i [[conti di Tuscolo]] ed estesero i loro domini su [[Terracina]], [[Ninfa (città)|Ninfa]], [[Marino (Italia)|Marino]] e [[Nettuno (Italia)|Astura]]. I loro rivali storici furono i [[Pierleoni]]. Nella lotta fra le due famiglie i Frangipane sostennero l'elezione dell'[[antipapa Benedetto X]]. Nel [[1258]] [[Giovanni Frangipane (nobile)|Giovanni Frangipane]], signore di [[Torre Astura|Astura]], tradì [[Corradino di Svevia]], che gli aveva chiesto ospitalità mentre era in fuga dopo la [[battaglia di Tagliacozzo]], e lo consegnò a [[Carlo I d'Angiò]].<br />{{Treccani|giovanni-frangipane|Giovanni Frangipane}}</ref>.
Attorno al [[1058]], Ottone, da cavaliere, partecipò a un'azione militare in difesa del papa contro dei signorotti ribelli della zona di [[Frascati]]. Catturato, fu messo in catene nella cella di una torre, da dove sarebbe uscito per l'intercessione del patrono dei carcerati [[Leonardo di Limoges|san Leonardo di Limoges]]<ref name=vital>{{cita|T. Vitale|p. 63}}.</ref>. Tornato in libertà, andò in pellegrinaggio nell'[[abbazia della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni]], dove sotto la direzione dell'abate Pietro seguì la [[regola benedettina]], dedicandosi alla preghiera e ai lavori manuali. Quindi si recò a [[Montevergine (Mercogliano)|Montevergine]], dove conobbe [[Guglielmo da Vercelli|san Guglielmo da Vercelli]] (il futuro fondatore del [[Santuario di Montevergine|santuario]] e dell'[[Abbazia di Montevergine|abbazia]]) e affinò così la sua vocazione all'[[ascesi]].<ref>{{Cita|I. Potenza|
Intorno al 1117 Ottone giunse nella [[città di Ariano]], sede di una potente [[grancontea di Ariano|grancontea normanna]] nonché luogo di transito e di sosta per [[Pellegrinaggio|pellegrini]] e [[crociati]] che da [[Roma]] e [[Benevento]] marciavano verso [[Bari]] e [[Brindisi]] per imbarcarsi alla volta della [[Terrasanta]]. Ottone si dedicò principalmente alla loro accoglienza e assistenza, oltreché all'attività di ciabattino<ref>{{Cita|I. Potenza|pp. 202-203}}.</ref>. Nel 1120 decise poi di condurre vita da [[eremita]] e si ritirò nei pressi della chiesa di San Pietro fuori le mura<ref name=vital/>, poi detta ''San Pietro de' Reclusis''; lì si costruì una piccola cella dove pregava, vegliava, faceva penitenza e digiunava. Si era anche scavato un sepolcro, per rammentare a sé stesso che la morte era ormai imminente; Ottone morì il 23 marzo 1127.
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Il [[martirologio romano]] fissa la memoria liturgica il [[23 marzo]].<ref>Paul Guérin (a cura di), ''Vie des Saints des Petits Bollandistes'', Parigi, Bloud et Barral editori, 1876, tomo III, p. 607.</ref>
Subito dopo la sua morte il suo corpo fu portato in processione nella [[cattedrale di Ariano]] e lì fu sepolto. Tuttavia nel 1220, al tempo di [[Federico II di Svevia|Federico II]], nel timore di incursioni da parte dei [[Saraceni]] i suoi resti furono traslati da [[Ariano Irpino|Ariano]] a [[Benevento]]. Secondo il ''Synodicon Diocesanum Sanctae Beneventanae Ecclesiae'' del 1686 qualche reliquia di Ottone Frangipane era inoltre custodita nella chiesa parrocchiale di San Pietro a [[Montemiletto]]; anche a [[Castelbottaccio]] pare che se ne conservasse qualcuna.<ref name=NF>{{cita|N. Flammia|pp. 160-166
Il prodigio più importante che si ricorda di Ottone sarebbe accaduto attorno al 1180, quando i [[insediamento musulmano di Lucera|musulmani di Lucera]], che assediavano Ariano, sarebbero stati colpiti da una pioggia di ciottoli caduta dal cielo per intercessione del santo apparso fra le nuvole. Gli arianesi, per commemorare tale avvenimento, edificarono la chiesa di Santa Maria della Ferma, attorno alla quale fu poi realizzato, nel 1867, il cimitero cittadino.<ref name=NF/>
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Una statua di argento del santo, realizzata nel [[Seicento]], è custodita nel [[Museo degli argenti (Ariano Irpino)|museo degli argenti]]
di [[Ariano Irpino]], ove Ottone (noto anche come ''Sant'Oto'') è festeggiato il 23 marzo e nuovamente commemorato l'11 agosto<ref>In passato in tali giornate si tenevano anche alcune tra le principali fiere popolari cittadine; molto antica e importante era soprattutto la ''fiera di Sant'Oto'' del 23 marzo: durava infatti otto giorni, malgrado la possibile sovrapposizione con le festività pasquali.<br />{{cita|T. Vitale|pp. 129-147}}.</ref>. A lui è inoltre intitolato l'[[Ospedale Sant'Ottone Frangipane|Ospedale civile]] sorto in prossimità del suo eremo, in memoria di un primordiale ricovero ospedaliero fondato a suo tempo dallo stesso Ottone Frangipane ''"per apprestar ospizio a' pellegrini"''<ref>{{cita|I. Potenza|p. 202
Sant'Ottone è venerato anche in [[Molise]], in particolare nel borgo di [[Castelbottaccio]] di cui è il patrono; tuttavia in Molise il santo eremita è conosciuto come ''{{sic|San Oto}}'' e festeggiato il 31 luglio.
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