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== Storia ==
I comunisti sotto la guida di [[Nur Mohammad Taraki]] presero il potere in Afghanistan il 27 aprile 1978 con la [[Rivoluzione di Saur]].<ref name="Kaplan">{{Cita libro|autore=Kaplan|nome=Robert D.|titolo=Soldiers of God: With Islamic Warriors in Afghanistan and Pakistan|anno=2008|editore=Knopf Doubleday|pp=
A seguito di una rivolta generale nell'aprile 1979, la guida del Khalq passò da Taraki al suo rivale [[Hafizullah Amin]], a settembre.<ref name="Kaplan"/><ref name="Kepel"/> I sovietici erano particolarmente allarmati dalla brutalità del defunto regime di Khalq e sospettavano che Amin fosse un agente della CIA.<ref name="Blight">{{Cita libro|autore=Blight|nome=James G.|titolo=Becoming Enemies: U.S.-Iran Relations and the Iran-Iraq War, 1979-1988|anno=2012|editore=Rowman & Littlefield Publishers|pp=
A metà degli [[anni '70]], i funzionari dei servizi segreti pakistani iniziarono a fare pressioni private sugli Stati Uniti e sui loro alleati per inviare assistenza materiale agli insorti islamisti. I legami del presidente pakistano [[Muhammad Zia-ul-Haq]] con gli Stati Uniti erano stati tesi durante la presidenza di [[Jimmy Carter]] a causa del programma nucleare del Pakistan e dell'esecuzione di [[Zulfiqar Ali Bhutto]] nell'aprile 1979, ma Carter disse al consigliere per la sicurezza nazionale [[Zbigniew Brzezinski]] e al segretario di Stato [[Cyrus Vance]] già nel gennaio 1979 che era vitale "riparare le nostre relazioni con il Pakistan" alla luce dei disordini in Iran con la [[Rivoluzione iraniana]].<ref name="Riedel"/>
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Alla fine del 1979, la situazione nel Paese si era drasticamente deteriorata anche a causa della situazione di contrasto socio politico tra fazioni dovuto al rovesciamento della monarchia nel 1973. A questo proposito, il governo della Repubblica Democratica dell'Afghanistan (DRA) aveva più volte fatto appello all'URSS con richieste di assistenza militare diretta dell'[[Armata Rossa]]. L'Unione Sovietica inizialmente respinse questa forma di intervento, ma, nell'aggravarsi della crisi afgana, il 12 dicembre 1979, la leadership dell'URSS, temendo il trasferimento delle ostilità nel territorio delle repubbliche dell'Asia centrale, decise di inviare truppe per fornire assistenza militare al governo afghano. La decisione è stata presa in una riunione del Politburo del Comitato centrale del PCUS ai sensi dell'articolo 4 del Trattato di amicizia tra la Repubblica Democratica dell'Afghanistan e l'Unione Sovietica. Il 16 dicembre fu' emesso l'ordine di distaccare dall'amministrazione del Distretto Militare del Turkestan (TurkVO) la 40ª Armata e di prepararla a svolgere i compiti assegnati. Il primo vice comandante delle truppe del TurkVO, Yuri Tukharinov, fu nominato comandante dell'[[Armata Rossa]] esercito sovietico in Afghanistan.<ref>{{Cita web|url=https://ria.ru/20180515/1520504670.html|titolo=Участие Советского Союза в войне в Афганистане в 1979-1989 годах|sito=РИА Новости|data=20180515T0403|lingua=ru|accesso=2021-08-31}}</ref>
Brzezinski in seguito ha affermato che "non abbiamo spinto i russi a intervenire, ma abbiamo consapevolmente aumentato la probabilità che lo facessero".<ref>[http://dgibbs.faculty.arizona.edu/sites/dgibbs.faculty.arizona.edu/files/afghan-ip.pdf David N. Gibbs, "Afghanistan: The Soviet Invasion in Retrospect" ''International Politics'' 37:233 - 246, June 2000]</ref><ref>{{Cita libro|autore=Braithwaite|nome=Rodric|titolo=Afgantsy: The Russians in Afghanistan 1979-89|url=https://books.google.com/books?id=13cTDAAAQBAJ&q=knowingly+increased+the+probability&pg=PP5|data=11 settembre 2013|editore=Oxford University Press|ISBN=9780199322480}}</ref><ref>cf. {{Cita web|url=http://therealnews.com/t2/story:4716:The-Afghan-war-and-the-'Grand-Chessboard'-Pt2|accesso=16 febbraio 2017|titolo=Copia archiviata|dataarchivio=8 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180408142851/http://therealnews.com/t2/story%3A4716%3AThe-Afghan-war-and-the-%27Grand-Chessboard%27-Pt2|urlmorto=sì}}</ref> Secondo Brzezinski, a metà del 1979 si convinse che i sovietici avrebbero invaso l'Afghanistan indipendentemente dalla politica degli Stati Uniti a causa dell'incapacità dell'amministrazione Carter di rispondere in modo aggressivo all'attività sovietica in [[Africa]], ma, nonostante il rischio di conseguenze indesiderate, il sostegno ai mujahideen avrebbe potuto essere un modo efficace per prevenire l'aggressione sovietica oltre all'Afghanistan (in particolare nella nativa [[Polonia]] di Brzezinski).<ref name="White"/> Le reali ragioni dell'invio di aiuti da parte degli Stati Uniti ai mujaheddin prima dell'invasione è dibattuto tra gli studiosi. Alcuni affermano che ciò abbia provocato direttamente, e anche deliberatamente, l'invio di truppe da parte dei sovietici.<ref>{{Cita libro|autore=Worley|nome=Worley, Duane Robert|titolo=Orchestrating the Instruments of Power: A Critical Examination of the U. S. National Security System|url=https://books.google.com/books?id=pHDfCQAAQBAJ&q=us+induce,+afghanistan,+1979&pg=PT159|data=15 luglio 2015|editore=U of Nebraska Press|ISBN=9781612347523}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Riaz|nome=Ali|titolo=Faithful Education: Madrassahs in South Asia|url=https://books.google.com/books?id=HxOOwy-4J4UC&q=induce,+afghanistan,+1979,+carter&pg=PA243|data=11 marzo 2018|editore=Rutgers University Press|ISBN=9780813543451}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Bacevich|nome=Andrew J.|titolo=America's War for the Greater Middle East: A Military History|url=https://books.google.com/books?id=_TnOCgAAQBAJ&q=%22sucking+the+soviets+into+a+vietnamese+quagmire%22&pg=PT39|data=5 aprile 2016|editore=Random House Publishing Group|ISBN=9780553393941}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Shipley|nome=Tyler|anno=2014|titolo=Empire's Ally: Canada and the War in Afghanistan, Jerome Klassen and Greg Albo, eds., Toronto: University of Toronto Press, 2012, pp. 432.|rivista=Canadian Journal of Political Science|volume=47|numero=1|pp=
In Occidente, l'intervento militare sovietico in Afghanistan era considerato una minaccia alla sicurezza globale e alle forniture di petrolio del [[Golfo Persico]].<ref name="Kepel"/> Inoltre, l'incapacità di prevedere con precisione le intenzioni sovietiche ha indotto i funzionari statunitensi a rivalutare la minaccia sovietica sia per l'Iran che per il Pakistan, anche se poi fu noto che quei timori erano esagerati.
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All'indomani dell'intervento sovietico, Carter era determinato a rispondere con vigore. In un discorso televisivo, ha annunciato sanzioni contro l'Unione Sovietica, ha promesso nuovi aiuti al Pakistan e ha [[Dottrina Carter|impegnato gli Stati Uniti nella difesa del Golfo Persico]].<ref name="Riedel"/><ref name="Gates"/> Carter ha anche chiesto il boicottaggio dei [[Giochi della XXII Olimpiade]] del 1980 a Mosca, che ha sollevato un'aspra polemica.<ref>{{Cita libro|autore=Toohey|nome=Kristine|titolo=The Olympic Games: A Social Science Perspective|url=https://books.google.com/books?id=ywy9aslk3M8C&pg=PA100|data=8 novembre 2007|editore=CABI|p=100|ISBN=978-1-84593-355-5}}</ref> Il primo ministro britannico [[Margaret Thatcher]] sostenne con entusiasmo la posizione dura di Carter, sebbene l'intelligence britannica ritenesse che "la CIA fosse troppo allarmista riguardo alla minaccia sovietica in Pakistan".
Sebbene Gates abbia descritto il direttore della Central Intelligence (DCI) Stansfield Turner e la [[National Clandestine Service]] della CIA come contemplanti "diverse opzioni di miglioramento" - fino alla fornitura diretta di armi dagli Stati Uniti ai mujaheddin attraverso l'[[Inter-Services Intelligence|ISI]] pachistano - già alla fine dell'agosto 1979,<ref>{{Cita libro|autore=Gates|nome=Robert|wkautore=Robert Gates|titolo=From the Shadows: The Ultimate Insider's Story of Five Presidents and How They Won the Cold War|anno=2007|editore=Simon & Schuster|pp=
La spinta della politica statunitense per tutta la durata della guerra fu determinata da Carter all'inizio del 1980: Carter avviò un programma per armare i mujaheddin attraverso l'ISI e si assicurò un impegno dall'Arabia Saudita per eguagliare i finanziamenti statunitensi a questo scopo. Il sostegno degli Stati Uniti ai mujaheddin accelerò sotto il successore di Carter, [[Ronald Reagan]], con un costo finale per i contribuenti statunitensi di circa 3 miliardi di dollari. La decisione di indirizzare gli aiuti statunitensi attraverso il Pakistan ha portato a massicce frodi, poiché le armi inviate a [[Karachi]] venivano spesso vendute sul mercato locale piuttosto che consegnate ai ribelli afghani; Karachi presto "diventò una delle città più violente del mondo". Il Pakistan controllava anche quali ribelli ricevevano assistenza: dei sette gruppi di mujaheddin supportati dal governo di Zia, quattro erano di matrice fondamentalista islamica e questi fondamentalisti hanno ricevuto la maggior parte dei finanziamenti.<ref name="Kepel"/> Nonostante ciò, Carter non ha espresso alcun rimpianto per la sua decisione di sostenere quelli che ancora considera i "combattenti per la libertà" in Afghanistan.<ref name="Riedel"/>
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La distribuzione delle armi dipendeva molto dal presidente pakistano [[Muhammad Zia-ul-Haq]], che aveva una relazione personale con il membro del Congresso Wilson. La sua [[Inter-Services Intelligence]] (ISI) era un intermediario per la distribuzione di fondi, il passaggio di armi, l'addestramento militare e il sostegno finanziario ai gruppi di resistenza afghani. Insieme al finanziamento di programmi simili dall'[[Secret Intelligence Service|MI6]] e dal [[Special Air Service|SAS]] britannici e dall'Arabia Saudita<ref>[http://www.gwu.edu/~nsarchiv/coldwar/interviews/episode-17/brzezinski2.html Interview with Dr. Zbigniew Brzezinski-(13/6/97). Part 2.] Episode 17. Good Guys, Bad Guys. 13 June 1997.</ref> l'ISI ha armato e addestrato oltre 100.000 insorti tra il 1978 e il 1992. Hanno incoraggiato i volontari degli stati arabi a unirsi alla resistenza afgana nella sua lotta contro le truppe sovietiche in Afghanistan.
L'MI6 ha sostenuto uno dei gruppi islamici più estremisti comandati da [[Aḥmad Shāh Masʿūd|Ahmad Shah Massoud]], che vedevano come un combattente efficace. Nonostante i dubbi della CIA su Massoud, divenne un alleato chiave dell'MI6; L'MI6 ha inviato una missione annuale di due dei loro ufficiali e istruttori militari a Massoud e ai suoi combattenti.<ref>{{Cita libro|autore=Davies|nome=Philip|titolo=MI6 and the Machinery of Spying: Structure and Process in Britain's Secret Intelligence Studies in Intelligence|url=https://books.google.com/books?id=TTW2h5GHlWkC&pg=PA289|data=2004|editore=Routledge|pp=
I rapporti mostrano che il personale civile del [[Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America|Dipartimento di Stato]] degli Stati Uniti e della CIA ha visitato frequentemente l'area di confine Afghanistan-Pakistan durante questo periodo e gli Stati Uniti hanno contribuito generosamente ad aiutare i rifugiati afghani. Il direttore della CIA William Casey ha visitato segretamente il Pakistan numerose volte per incontrare gli ufficiali dell'ISI che gestivano i mujaheddin<ref>{{Cita libro|autore=Schaffer|nome=Howard B.|autore2=Schaffer|nome2=Teresita C.|titolo=How Pakistan Negotiates with the United States: Riding the Roller Coaster|url=https://books.google.com/books?id=axT9i-FhO0UC&q=william+casey%2C+pakistan&pg=PA131|data=4 luglio 2011|editore=US Institute of Peace Press|ISBN=9781601270757}}</ref> e ha osservato personalmente l'addestramento dei guerriglieri in almeno un'occasione.<ref name="washingtonpost.com">{{Cita web|url=https://www.washingtonpost.com/archive/politics/1992/07/19/anatomy-of-a-victory-cias-covert-afghan-war/1bd10b14-a0cc-441c-99cc-d2b5d1ba6e2d/|accesso=4 luglio 2020}}</ref> Coll riferisce che:
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