Giosuè Carducci: differenze tra le versioni
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Il 27 luglio Carducci ricevette da Carolina una lettera di ammirazione cui erano allegati dei versi e un ritratto. Il poeta, lusingato, iniziò con lei un fitto scambio epistolare, e scriveva contemporaneamente anche a Torriani, dedicando versi a entrambe, ''Autunno romantico'' a Maria, la seconda ''Primavera Ellenica'' (la ''Dorica''; più avanti anche la terza, l{{'}}''Alessandrina'') a Carolina, che a Milano - dove viveva la maggior parte dell'anno, in via Stella - frequentava il salotto di [[Clara Maffei]] facendo conoscere il nome di Giosuè ed esaltandovi [[Ugo Foscolo|Foscolo]], il suo poeta prediletto.
Lo scambio che più lo stimolava
La relazione culminerà nel 1873 con la nascita di [[Gino Piva]], ritenuto figlio legittimo del generale garibaldino Domenico Piva.<ref>La paternità di Carducci è stata dimostrata da [[Guido Davico Bonino]] nell'opera ''Il leone e la pantera. Lettere d'amore a Lidia (1872-1878)'', Roma, Salerno, 2010</ref> Carducci, tuttavia, nutriva una profonda gelosia per l'amico Panzacchi che era in confidenza con Piva e che con lei (dopo che con Torriani) aveva avuto dei trascorsi. Si arrivò addirittura al punto in cui Carducci ruppe con Panzacchi e gli rimandò indietro i suoi libri. Panzacchi, invece, non fece altrettanto, nutrendo una vera e propria venerazione per il ''vate'': con il tempo il dissidio si placò.<ref>C. Mariotti, ''Panzacchi e la buona melica'', in E. Panzacchi, ''Lyrica'', a cura di C. Mariotti, Roma, Salerno editrice, 2008, pp. XLIX-L</ref>
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