Giosuè Carducci: differenze tra le versioni

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Il 27 luglio Carducci ricevette da Carolina una lettera di ammirazione cui erano allegati dei versi e un ritratto. Il poeta, lusingato, iniziò con lei un fitto scambio epistolare, e scriveva contemporaneamente anche a Torriani, dedicando versi a entrambe, ''Autunno romantico'' a Maria, la seconda ''Primavera Ellenica'' (la ''Dorica''; più avanti anche la terza, l{{'}}''Alessandrina'') a Carolina, che a Milano - dove viveva la maggior parte dell'anno, in via Stella - frequentava il salotto di [[Clara Maffei]] facendo conoscere il nome di Giosuè ed esaltandovi [[Ugo Foscolo|Foscolo]], il suo poeta prediletto.
 
Lo scambio che più lo stimolava eràera però quello con Carolina, sempre più frenetico e sempre più esplicito, finché il 9 aprile [[1872]] la conobbe di persona a Bologna e il 5 maggio la rivide a Milano.<ref>M. Saponaro, pp.160-164</ref> Nello stesso anno Carducci si recò ancora a trovarla in ottobre e in dicembre e il rapporto sfocerà in una relazione amorosa. Le lettere rivelano un Carducci pienamente innamorato e dolce, alle prese con una esperienza affatto nuova che lo pone in pace col mondo, e Piva corrispondeva con uguale sentimento. Nell'estate 1872 passarono indimenticabili giorni insieme; ai primi di luglio risalirono l'[[Adda]] presso [[Lodi]] con una barchetta mentre a [[Brescia]] Lina depose un fascio di fiori ai piedi della [[Vittoria alata di Brescia|Vittoria alata]].<ref>M. Saponaro, pp.176-178</ref> I due momenti ispirarono le ''Barbare'' ''Su l'Adda'' e ''Alla Vittoria''. A lei, «bello ed unico pensier d'estetica viva e reale»,<ref>Lettera a Carolina Cristofori Piva, 23 ottobre 1872, ora in M. Saccenti, cit., pp.724-726; i due amanti avevano stabilito di intrattenere una conversazione «fermo posta», in modo che i coniugi rispettivi non si accorgessero della relazione.</ref> materializzazione del proprio ideale classico di bellezza, continuava a scrivere e a dedicare versi, e dopo averla sempre chiamata Lina, passò in poesia a rivolgerlesi con un più oraziano Lidia.
 
La relazione culminerà nel 1873 con la nascita di [[Gino Piva]], ritenuto figlio legittimo del generale garibaldino Domenico Piva.<ref>La paternità di Carducci è stata dimostrata da [[Guido Davico Bonino]] nell'opera ''Il leone e la pantera. Lettere d'amore a Lidia (1872-1878)'', Roma, Salerno, 2010</ref> Carducci, tuttavia, nutriva una profonda gelosia per l'amico Panzacchi che era in confidenza con Piva e che con lei (dopo che con Torriani) aveva avuto dei trascorsi. Si arrivò addirittura al punto in cui Carducci ruppe con Panzacchi e gli rimandò indietro i suoi libri. Panzacchi, invece, non fece altrettanto, nutrendo una vera e propria venerazione per il ''vate'': con il tempo il dissidio si placò.<ref>C. Mariotti, ''Panzacchi e la buona melica'', in E. Panzacchi, ''Lyrica'', a cura di C. Mariotti, Roma, Salerno editrice, 2008, pp. XLIX-L</ref>