Castel Cellesi: differenze tra le versioni

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=== Resistenza al nazifascismo ===
[[Alberto Cozzi]]<ref>{{Cita web|url=https://www.anpi.it/biografia/alberto-cozzi|titolo=Alberto Cozzi {{!}} ANPI|autore=Anonimo|sito=www.anpi.it|lingua=it|accesso=2023-11-10}}</ref> nato da genitori originari di Castel Cellesi, viveva a [[Valle Aurelia (Roma)|Valle Aurelia]] a Roma, giovane apprendista meccanico durante la [[Resistenza italiana|resistenza]] al [[nazifascismo]] si uni'unì alla formazione [[Partigiano|partigiana]] "Stella Rossa" partecipando a numerose azioni di sabotaggio, quando si rese conto di essere stato individuato, lasciò Roma e si spostò dai suoi parenti a Castel Cellesi, dove continuò la lotta contro i [[Nazifascismo|nazifascisti]] con la Banda partigiana "Colleoni"<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=ELETTRITV: Antonio Saliola racconta il padre Remo Saliola comandante partigiano di Celleno|lingua=it-IT|accesso=2023-11-10|url=https://www.youtube.com/watch?v=zOwoWs1EqUE}}</ref>. Durante un'azione di sabotaggio si apprestava a far saltare in aria un deposito tedesco di munizioni quando, tradito da un confidente della polizia, fu catturato dai fascisti.
 
Trasferito a Roma, resistette agli interrogatori e alle torture a [[Museo storico della Liberazione|via Tasso]], davanti ai giudici che lo processavano, mantenne un contegno fermo e dignitoso. Condannato a sette anni di carcere in considerazione della giovane età, fu rinchiuso nel [[Carcere di Regina Coeli]]. Fu trucidato il 24 marzo 1944'','' alle [[Fosse Ardeatine]], con gli altri 334 martiri prelevati dai nazifascisti in seguito all'azione di guerra dei [[Gruppi di Azione Patriottica|GAP]] Gruppi di Azione Patrottica a [[Attentato di via Rasella|via Rasella]].