Discesa di Carlo VIII in Italia: differenze tra le versioni

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[[File:French troops and artillery entering Naples 1495.jpg|thumb|upright=1.4|Ingresso delle truppe francesi a Napoli, il 22 febbraio 1495, dalla ''[[Cronaca figurata del Quattrocento]]'' di [[Melchiorre Ferraiolo]]]]
 
Il 22 febbraio re Carlo occupò Napoli senza combattere, dove i nobili napoletani gli aprirono le porte e lo incoronarono [[Regno di Napoli|re di Napoli]]. Egli prese dimora in [[Castel Capuano]], l'antica reggia fortificata dei [[Normanni di Sicilia|re normanni di Sicilia]]; qui si trattenne oziosamente per qualche mese, dilettandosi con le proprie amanti, e specialmente con la favorita Eleonora Piccolomini d'Aragona, figlia del defunto [[Antonio Piccolomini d'Aragona|duca di Amalfi]].<ref>Biblioteca dell'"Archivum Romanicum.": Storia, letteratura, paleografia, Volumi 44-45, L.S. Olschki, 1955, p. 163.</ref><ref>{{Cita|Sanudo|pp. 261-262}}.</ref> Ormai padrone di Napoli, Carlo chiese di incontrare in colloquio il principe [[Federico I di Napoli|Federico]] e per tramite suo offrì a Ferrandino dei larghi possedimenti in Francia, a patto che rinunciasse a ogni pretesa sul regno di Napoli e alla dignità regale. Federico, il quale conosceva bene le intenzioni del nipote, subito rispose che Ferrandino non avrebbe mai accettato una simile offerta, poiché "era deliberato a vivere e morire da re, com'era nato".<ref>{{Cita libro|autore=Niccola Morelli|titolo=Vite de' re di Napoli|url=https://books.google.it/books?id=BqtEAQAAMAAJ&pg=PA196&dq=era+deliberato+a+vivere+e+morire+da+re,+com%27era+nato&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwiqpfimiMr1AhUaR_EDHYvqBrYQ6AF6BAgCEAI#v=onepage&q=era%20deliberato%20a%20vivere%20e%20morire%20da%20re%2C%20com'era%20nato&f=false|p=196}}</ref> Pur avendo molti sostenitori fra i nobili napoletani, in gran parte nostalgici del [[Regno di Napoli#L'amministrazione angioina|periodo angioino]], e il controllo quasi totale del regno, Carlo non seppe sfruttare tali condizioni a suo favore e impose funzionari francesi ai vertici di tutte le amministrazioni. La debolezza delle sue scelte, dettate dall'arrogante convinzione di essere padrone indiscusso del reame e magari dell'intera Penisola, diede tempo e forza agli altri [[Antichi Stati italiani|stati italiani]] di coalizzarsi contro lui. Lo stesso Ludovico il Moro non aveva mai avuto intenzione di favorirlo realmente nella conquista, bensì aveva contato sul fatto che i signori d'Italia, e soprattutto Firenze, non lo avrebbero lasciato passare.<ref name=":72" />
 
La dominazione francese entrò subito in odio ai napoletani, che ne subivano i continui soprusi, tra stupri e saccheggi, per cui già nel maggio, forte di nuove truppe e del sostegno degli alleati, Ferrandino poté tornare nella penisola, acclamato al grido di "Ferro! Ferro!", e intraprendere la difficoltosa riconquista del regno a partire dalla [[Calabria]].<ref name=":12" />