Pierre Ravanas: differenze tra le versioni
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{{q|Decreto che accorda a' fratelli Ravanas d'Aix in Provenza una [[privativa]] di cinque anni ne' reali dominj di qua del Faro per estrarre l'olio dalle ulive all'uso di Francia adoperando la macchina ed i processi di loro invenzione restando libero a chiunque ogni altro modo conosciuto e praticato sin ora o che potrà essere inventato in avvenire per estrarre l'olio medesimo e senza che gl'indicati fratelli Ravanas possano godere alcuna esenzione di dazio. (Portici, 26 giugno 1826) |Decreti Reali, anno 1826<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | url=http://books.google.it/books?id=KaVDAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=ravanas&f=false | titolo = Collezione delle Leggi e de' Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie, semestre I | editore=Stamperia Reale | città=Napoli | anno=1826 | p=400}}</ref>}}
Pierre ricevette un'offerta di 40.000 [[Franco francese|franchi]] per il brevetto ottenuto. Se in un primo tempo fu tentato a cedere alla proposta, suo fratello intervenne per convincerlo a perseverare sul progetto originario<ref>{{Cita | Ricchioni | p.
In realtà i fratelli Ravanas non erano degli [[inventore|inventori]], ma [[imprenditore|imprenditori]] e [[commercio|commercianti]]: il [[Estrazione dell'olio di oliva|torchio]] idraulico, definito come fortemente innovativo, in realtà era costituito da soluzioni tecniche già in uso da tempo<ref>{{cita libro | cognome= De Stefano| nome= R.| capitolo = Memoria contenente una breve idea del meccanismo e dei resultamenti del trappeto all'uso provenzane nel 1828 | titolo = Il Contributo di Pietro Ravanas all'agricoltura meridionale dell'Ottocento, in atti del convegno nazionale di studi sul rilancio dell'agricoltura nel III centenario della nascita di [[Sallustio Bandini]] | città= Siena| anno=1979 | pp= 416-418}}</ref>. Pierre ebbe modo di conoscere ampiamente queste tecniche dall'osservazione delle fabbriche di Marsiglia e in un viaggio nelle [[Fiandre]], terra che aveva stretti rapporti commerciali con Marsiglia in quanto nella produzione dei saponi era utilizzato l'[[olio vegetale|olio di semi]] prodotto con l'utilizzo di torchi idraulici<ref>{{cita | Ravanas, Précis des motif | p. 2}}.</ref>. Almeno fino al [[1840]], i fratelli Ravanas non erano nemmeno in grado di realizzare il torchio idraulico in ferro progettato e Pierre (come egli stesso ammise anni dopo) dovette acquistarlo da [[Parigi]] a costi elevatissimi: da 500 a 550 ducati, circa il 60% della spesa totale per le attrezzature di un intero frantoio<ref>{{cita | Ravanas, Memoria | p. 6}}.</ref>.
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===Il fallimentare ingresso nella Borsa di Napoli===
Dopo quelli di Modugno e Bari non aprì altri stabilimenti, limitandosi alla gestione di quelli già in suo possesso e concentrandosi sullo sviluppo dell'aspetto commerciale della sua impresa<ref name = p103>{{cita | Carrino, Salvemini | p.
Pierre decise di entrare nel rischioso circuito dei "giochi di carta" e cercò un accordo con la casa d'affari di origine francese ''Claudio Duchaliot'' che godeva della "classe di eccezione" presso la Camera di Commercio di Napoli che le consentiva una posizione privilegiata negli scambi nella [[borsa di Napoli]]<ref>{{cita libro | cognome= Russo| nome=G. | titolo=La Camera di Commercio di Napoli dal 1808 al 1979. Una presenza nell'economia | editore= | città=Napoli | anno=1985 }}, pagg. 25 e 28</ref>: l'8 luglio [[1841]] Pierre propose alla ''Claudio Duchaliot'' di creare una società con la ''Ravanas et cie'' dei fratelli Ravanas. Da quel momento i rapporti fra le due società si fecero intensi e si registrò un notevole aumento del volume commerciale dell'olio prodotto nei frantoi Ravanas sia verso la Francia che nell'Adriatico. Per esempio, se in precedenza Pierre Ravanas non aveva contatti a [[Venezia]], nei cinque anni compresi fra il [[1841]] e il [[1845]] inviò 28 carichi di olio fine nel porto dell'alto Adriatico<ref>{{cita | Salvemini | p. 508}}.</ref>.
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